Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Certo è difficile orientarsi in questo squinternato paese, e ogni giorno di più comici come Crozza rappresentano l’unica alternativa al commento politico, anzi diciamolo meglio, rappresentano l’unico commento politico possibile.
Lasciamo stare la faccenda del referendum sulle trivelle di cui nessuno sa niente, se non fosse stato per il caso Guidi saremmo arrivati al 17 aprile, giorno del voto nella più completa ignoranza, non solo a proposito del merito del quesito popolare, ma anche a proposito della sua esistenza.
Onestamente non ci sembra un referendum significativo (formulazione cervellotica, parziale, e eventuale risultato praticamente nullo poiché si limiterebbe a spostare di qualche mese alcuni adempimenti degli enti trivellatori – diciamo così assai impropriamente), però se è stato indetto il sistema democratico vorrebbe che almeno se ne informasse la popolazione.
Per carità, gli adempimenti di legge in materia di diffusione sono stati osservati, peccato che il “sistema Renzi”, ovvero il potere indiretto (quello a cui giornali, opinionisti, soubrette, nani e ballerini, intellettuali e simil-umanità pseudo-pensante si sottomettono volontariamente e gioiosamente per compiacere di comanda, anche perché altrimenti addio prebende, inviti, premi, comparsate tv, e quanto altro fa il benessere di detti signori) saldato con il potere effettivo (ovvero la possibilità esplicita di imporre le proprie scelte) li abbiano resi inutili, direi superflui quasi come i referendum medesimi.
Poi l’affaire Guidi ha portato alla ribalta delle cronache ciò che era stato abilmente nascosto sotto il tappeto. Renzi e i suoi portavoce televisivi preferiti hanno tuonato con decisione: “Questo governo ha cambiato le cose, ora chi sbaglia si dimette”.
Curioso che a nessuno venga mente di controbattere che: a) il cambiamento significativo consisterebbe nello sbagliare un po’ meno, anzi non sbagliare affatto, soprattutto in termini di conflitti di interesse e simili; b) come mai si dimettono solo i non renziani (Lupi e Guidi) mentre i renziani di stretta osservanza rimangono abbarbicati alle poltrone anche se coinvolti in brutte questioni famigliari (banca Etruria) che hanno fatto danni gravi nei confronti di troppi cittadini.
Ma quel che è più stupefacente nel cosiddetto sistema renziano è l’abilità, veramente geniale, di fingere che ci sia un movimento (in senso metaforico) di critica e denuncia messo in atto da giornalisti, addetti ai lavori, opinionisti, semplici cittadini testimoni invitati nelle trasmissioni che si moltiplicano e mettono in dito nella piaga del disagio degli italiani, mentre si tratta semplicemente di una sagace strategia di mitridatizzazione.
Prendete il caso delle pensioni, ma vale per tutti dipendenti pubblici con gli stipendi bloccati da 6 anni ecc. ecc. Tutti noi sappiamo che ci aspetta una vecchiaia di povertà, povertà vera, assoluta mitigata (?) solo dall’eventualità della pensione sociale (!), lo sappiamo, la temiamo, ma siamo inermi poiché chi ha uno stipendio non può privarsi di una parte (che sarebbe cospicua) del medesimo per versare l’integrazione ad un fondo come tanti ne esistono, chi non ha uno stipendio e vive magramente da libero professionista (attenti, i liberi professionisti ovvero le partite iva non sono tutti avvocati e commercialisti di successo!) non può che contare sui pochi (ma percentualmente tanti, rispetto ai miseri introiti) contributi che si versano a varie gestioni separate e simili che attualmente tengono in piedi il sistema pensionistico nazionale ma che non garantiranno una vita dignitosa a chi le ha foraggiate in questi anni.
Insomma sappiamo tutti come va la faccenda, sappiamo tutti quanti pensionati hanno un vitalizio intorno a 700 € al mese, vediamo tutti gli anziani aggirarsi a chiusura dei mercati per raccattare ciò che i venditori lasciano per terra perché rovinato o sfuggito alla raccolta di fine lavoro.
E sappiamo tutto questo perché i talk-show televisivi e radiofonici ce lo ripetono incessantemente al punto da indurci a pensare che alla fine questa gran massa di cittadini in difficoltà presente e futura verrà ascoltata, altrimenti potrebbe succedere una sollevazione di piazza, viste le reiterate denunce.
E invece no.
Ecco l’effetto mitridatizzazione (poco veleno ogni giorno rende l’organismo resistente ad un avvelenamento consistente, così pensava il re persiano Mitridate che in tal modo tentava di difendersi dal pericolo di essere avvelenato dai suoi nemici), ci imbottiscono di denunce, di stupori, di sconcerti, sbigottiti avvertimenti, fosche previsioni, drammi impellenti, e noi piano piano ci abituiamo all’idea della povertà, del futuro incerto e buio e rimaniamo buoni buoni covando la segreta speranza che a fronte di tanti reiterati e pubblici lamenti il governo interverrà perché non può essere che…
Ebbene sì, cari lettori, può essere e sarà. E quando le cose arriveranno ad un punto di intolleranza si varerà una specie di “legge Fornero” che sacrificherà definitivamente una parte di cittadini come ha fatto con gli esodati, per fingere di tutelare gli altri (in realtà sappiamo tutti che la legge della ineffabile professoressa piangente ha tutelato i privilegi e bastonato la massa critica dei cittadini).
Sudditi, non più (da tempo) cittadini cornuti e mazziati e soprattutto disposti a subire.
Sì, una strategia veramente geniale.
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