Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Una foto di scena dell'opera "censurata".
La prossima sarà rappresentare l’italiana in Algeri con il burqa? Il senso del ridicolo sembra veramente la prima vittima del politicamente corretto, e in definitiva tra il coprire e censurare sembra una gara a chi si cala le braghe con maggior zelo, per non “offendere” la sensibilità islamica, vera o presunta.
Non bastavano i pannelli bianchi per coprire le statue nude nei musei capitolini, quando nel gennaio scorso è venuto in visita ufficiale a Roma il presidente iraniano Hassan Rouhani. In quella occasione, il ministro dei beni culturali Franceschini e il premier Renzi dichiararono indignatissimi di non saperne nulla e di voler andare a fondo nella questione: ma il pudibondo censore delle marmoree vergogne è rimasto sconosciuto e certo sarà andato in chiesa (pardon, in moschea, ma forse tra poco non ci sarà più differenza) ad accendere un moccolo per lo scampato pericolo.
Ma i tedeschi, si sa, ci superano sempre e del resto come potremmo competere con lo zelo teutonico? E da Berlino giunge una notizia incredibile: ciò che non poté il Commendatore è riuscito a Erdogan: censurare Don Giovanni e precisamente il “dissoluto punito” protagonista di uno dei capolavori assoluti del teatro musicale europeo di tutti i tempi: il Don Giovanni di Mozart.
“Madamina il catalogo è questo, delle belle che amò il padron mio (…)In Italia seicento e quaranta,in Lamagna duecento e trentuna,cento in Francia, in Turchia novantuna,ma in Ispagna son già mille e tre.” Così il servo Leporello recita alla povera (e rompiscatole) Donna Elvira il catalogo delle conquiste del suo impenitente e libertino padrone: un brano che, grazie anche e soprattutto alla straordinaria musica che lo accompagna, ha sempre mosso a un divertito sorriso. Ma il librettista Da Ponte non aveva previsto il politicamente corretto, in un ‘epoca in cui tra l’altro su turchi e “turcherie” ci si scherzava liberamente senza nessun problema, tanto meno diplomatico. E invece è circolata l’incredibile notizia diffusa da Italia Oggi: , i vertici del teatro della Komische Oper (terzo teatro d’opera di Berlino) hanno ritenuto opportuno far eliminare, tra le tante “madamine” di ogni Paese ed estrazione sociale, proprio le turche, che per l’occasione si sarebbero trasformate in persiane. La cosa è avvenuta durante una recita in programma in questi giorni, che è poi la ripresa di una edizione del 2014. Evidentemente, meglio in questo momento rischiare di pestare i calli di Rouhani (il quale sicuramente, avrà di meglio di fare che controllare i teatri d’opera tedeschi!) che non quelli del premier turco Erdogan. La cosa peggiore infatti è che tale dissennata disposizione è sì venuta dai vertici del teatro, ma pare che la richiesta provenga direttamente dal governo nazionale.
“Una volta erano gli Asburgo, i Borbone,
la Chiesa di Roma o ancora i francesi: oggi sono i turchi
di Erdogan. Ma non in Turchia, in Germania”
chiosa Fabrizio Basciano su Il Fatto
quotidiano,[1]
dichiarando che appunto l’opera ha una lunga dimestichezza con la censura, di
cui avrebbero particolarmente “beneficiato” le opera di Verdi. Peccato che l’articolista ometta un paio di
piccoli particolari: anzitutto che gli Asburgo e i Borbone (e sì, incredibile dictu, anche il papato)
erano dei grandi mecenati e promotori di cultura, anche e forse soprattutto nel
campo della musica e del melodramma in particolare; secondo, se la censura
asburgica se la prendeva con i testi (tra l’altro, spesso terrificanti) delle
opere di Verdi qualche motivo concreto e fondato ce l’aveva.
Quali sarebbero invece le motivazioni del governo tedesco? Non urtare la suscettibilità dei milioni di cittadini turchi e musulmani residenti in germani, i quali sono sicuramente dei grandi appassionati d’opera e potrebbero temere che qualche altro screanzato libertino possa tentare di intrufolarsi nel loro harem personale; ma soprattutto per non creare incomprensioni diplomatiche con Erdogan (!!) il quale avrebbe esercitato forti pressioni sulle autorità e sui media tedeschi perché l’immagine della Turchia “ non venga pubblicamente sbeffeggiata” [2] In ballo ci sarebbe anche il problema della regolazione dei flussi migratori. Sicuramente, il problema è molto grave. C’è da suggerire al governo tedesco – anzi, meglio se ne occupi Bruxelles, così la cosa avrà dimensione europea – di istituire una commissione per l’adeguamento filo islamico del patrimonio teatrale e musicale europea: c’è sicuramente da censurare e riformare totalmente l’Italiana in Algeri, ma non solo: tutte le opere a soggetto “turchesco” del sommo Rossini vanno adeguatamente controllate e revisionate e sempre per il rimanere a Mozart, meglio trasformare il Ratto del Serraglio in Ratto dal Convento, tanto sui cattolici si può tranquillamente sparare e c’è da supporre che pure papa Bergoglio plaudirà benedicente all’iniziativa ….
Tra l’altro, questa assurda e ridicola censura viene a cadere su una edizione già abbastanza “martoriata” del capolavoro mozartiano, con una messa in scena in chiave erotica per non dire pornografica (ma di questo, chissà perché, non si scandalizza nessuno) e per di più traducendo il libretto in tedesco; per non parlare di regia, scenografie e costumi (di Herbert Fritsch e Victoria Behr) francamente di pessimo gusto.
Ma questo è ovviamente un altro problema. Dante islamofobo, Mozart e da Ponte turcofobi e per finire in bellezza – anche ovviamente il livello è ben diverso - il parlamento della California vieta di dedicare una giornata all’attore John Wayne in quanto “razzista”. A questo punto, siamo propri così sicuri che Oriana Fallaci esagerasse? Ma occorre ricordare una cosa: che i maggiori responsabili di tutto questo sono gli europei, i governanti, i pennivendoli e i finti uomini di cultura che non esitano a infangare e minacciare un patrimonio di secoli di civiltà . E sono questi figuri che ci si dovrà decidere una volta per tutte non solo a censurare, ma proprio a cancellare del tutto: a suon di musica, di Rossini, di Mozart … magari proprio alle note della marcia turca!
[1] http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/29/la-germania-censura-anche-mozart-per-non-indispettire-ankara-modificato-il-testo-del-don-giovanni/2680489/
Inserito da ghorio il 02/05/2016 17:53:47
Il "politicamente corretto" per il vero sta rovinando la cultura , la politica e il vivere quotidiano, oltre che il giornalismo, dove la polemica è stata sempre giudicata "il sale" del mondo dell'informazione. Quanto alla Germania per la censura a Mozart è la dimostrazione di come il mondo occidentale siasuccube di strategie incomprensibile. TRa queste spicca anche il silenzio della Nato sulle vicende che stanno succedendo in Turchia, dove le regole democratiche non mi par4e che siano rispettate e non solo per la libertà di stampa.
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