Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Stefano Pavesi a Betlemme per l'iniziativa "Luci a Betlemme".
Stefano Pavesi è un giovane di 25 anni: un ragazzo, avrebbero detto i nostri vecchi, dalla faccia pulita, di quelli che a vederlo ti ispirano fiducia e simpatia. Sicuramente, come tutti i giovani della sua età, ama divertirsi e sorridere alla vita. Ma a differenza di tanti suoi coetanei e dintorni, ha capito una cosa fondamentale: che nella vita non ci si può solo divertire. Ha scelto dunque di impegnarsi a favore degli altri: di chi ha avuto meno fortuna o non ne ha avuta affatto, perché oltre ad essere povero e disagiato, si è anche trovato ad esserlo dalla parte sbagliata. Non ha un papa che si scomodi ad andare a Lampedusa o a Lesbo per lui, non autorità politiche che gonfiano le gote per dare lezioni di etica, loro che l’etica e la dignità l’hanno da tempo cacciate sotto il sedere per le loro poltrone.
“Io mi definisco un patriota, che ama la terra dei suoi padri e vuole difendere i suoi fratelli aiutando i più poveri e bisognosi tra miei compatrioti: famiglie, pensionati, cristiani. Se questo è essere fascista lo sono, se è altro non so”, ha dichiarato recentemente al Corriere della Sera. [1]
Stefano Parisi è sicuramente più conosciuto: è il candidato sindaco per il centrodestra a Milano. Un’altra “trovata” di Berlusconi che però ha avuto il placet di Salvini e della Meloni. Ha una caratteristica che oggi, nel mondo squallido, sconquassato e maleodorante della politica italiana, è considerata la “formula che mondi possa aprirti”: è un moderato. Ha lavorato, sia pure come tecnico, ai tempi “d’oro” della prima repubblica con personaggi quali de Michelis e Amato; sicuramente indiscutibili tempre di statisti. Ma tutto questo ha una relativa importanza.
Quello che conta che è che il signor Parisi, candidato sindaco del centrodestra con la benedizione di Gabriele Albertini con cui aveva collaborato,si è accorto – incredibile dictu- che in una lista della Lega nella Zona 8 di Milano c’era un “fascista”. Pavesi, appunto. Perché questo giovane non solo fa attività per le persone sbagliate, ma anche dalla parte sbagliata: un’organizzazione che si chiama Lealtà Azione, e che nello stupidario – pardon, nell’immaginario politicamente corretto è targata come fascista se non addirittura neonazista.
Poco importa che questa associazione non si perda in fumisterie ideologiche né in dichiarazioni al limite tra il ridicolo o il farsesco. Poco importa l’intensa attività sociale che fa a favore non solo delle sempre più preoccupanti fasce di povertà a loro vicine, ma che intervengano anche a favore dei Cristiani in Terrasanta e persino in Siria (ma di che s’impicciano? Se li ha archiviati persino Bergoglio!). Non sono di sinistra, non puzzano, non fanno gli alternativi e non vanno in giro a sfasciare o “okkupare”: oltre a questo rendono onore ai morti della Repubblica Sociale Italiana, semplicemente perché ritengono che chi è caduto per la sua Patria e per un’idea meriti rispetto, ammirazione e tutela della sua memoria. A un giornalista che gli chiedeva se era alla commemorazione dei morti della RSI, Pavesi ha risposto: “ci sono sempre andato per riordinare le tombe di soldati che hanno combattuto per la Patria e che la Patria ha dimenticato. Ricordo che nello stesso campo hanno portato omaggio molti consiglieri comunali, provinciali, regionali e lo stesso Albertini, capolista di Parisi”.
Una bella risposta, senza odio o rancore di parte di nessun tipo. Ma questo giovane che si è recentemente recato in Terrasanta, a Betlemme, per portare il sorriso ad alcuni bambini cristiani che la guerra ha devastato negli affetti più cari, in una bellissima iniziativa chiamata con il nome suggestivo di “Luci a Betlemme” rischia di turbare i sonni del candidato moderato: “Ci sono molti nostri elettori preoccupati, e hanno ragione. Mi auguro che questo ragazzo non sia eletto, resta per la Lega un nodo da sciogliere comunque, perché si tratta di una persona antisemita e fascista, che nel mio lavoro non può trovare spazio. La Lega lo ha inserito prepotentemente” e per rincarare la dose: “Milano è una città dove non prenderanno mai piede antisemitismo e atteggiamenti xenofobi. A Milano c'è paura e la Lega la intercetta.“[2]
Fa piacere, per certi aspetti, sapere che a Milano non esistono problemi di ordine pubblico, di immigrazione selvaggia, di degrado della vita sociale e culturale: ci sarebbe insomma da dire ai milanesi che possono rieleggersi tranquillamente un sindaco di sinistra, tanto l’unico problema,ancora una volta sono i Fascisti e allora…
Certo, dall’altra parte si cerca di attaccarsi al cavallo “vincente” che però, in questo caso, somiglia tanto a uno sfiatato somaro per suonare la solita marcetta stonata del centrodestra “ostaggio” di Salvini, che pretenderebbe di condizionare la futura amministrazione di Milano candidando un ragazzo di Lealtà Azione in quello che è all’atto pratico un consiglio di quartiere. Davvero una strategia napoleonica…
E – verrebbe da chiedere – nelle liste di sinistra sono tutti personaggi da salotto “buono”? Beh certo, ormai la sinistra è uscita da un pezzo dalle fabbriche e dalle case popolari, per puntare su residenze e attività più proficue e raffinate.
Parisi arriva addirittura ad augurarsi che Pavesi non sia eletto. Forse preferirebbe qualche “leoncavallino” o qualche altro rottame da centro sociale a un ragazzo che ha il solo torto di non considerare un certo passato tutto da buttare (e in questo, tra l’altro, non è certo il solo) ma che ha anche ben chiaro che il futuro è altra cosa e occorre distinguere tra storia e politica: Pavesi è nato circa mezzo secolo dopo la fine del Fascismo e lo sa benissimo: “mi hanno dato dell’antisemita quelli che hanno fischiato la Brigata Ebraica, del razzista quelli che discriminano gli italiani. Hanno fatto bene Boni e Salvini a non farsi dettare le scelte dalle isterie dei centri sociali, li ringrazio.” Verissimo, ma a quanto pare le isterie non sono solo dei centri sociali!
La cosa più triste e penosa è infatti questa smania dei cosiddetti “moderati” di compiacere i loro avversari i quali, per giustificare la loro esistenza, possono solo scagliarsi contro un passato ormai remoto perché quello recente e soprattutto il presente potrebbero solo fornire un atto di accusa contro di loro; e certo anche contro i moderati di un “centro destra” che altro non ha saputo fare che consegnare il paese in mano a Renzi, per il quale manifesta peraltro una nemmeno troppo coperta ammirazione.
Forse Pavesi e i ragazzi di Lealtà Azione non riusciranno a riscrivere la storia o a mutarne il corso. Ma se un domani ci sarà ancora una Storia degna di tale nome, di sicuro non sarà “moderata” contro i Parisi della situazione e soprattutto contro i suoi “maggiori”.
[1]http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_11/pavesi-l-uomo-sotto-accusa-sono-patriota-lealta-azione-bb1af762-173a-11e6-aaf6-1f69bf4270d2.shtml. Tutte le dichiarazioni di Pavesi provengono da questa fonte.
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