Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Quel cemento deve essere abbattuto
Lo hanno chiamato lago Sandro Pertini, ma per fortuna (come si fa a dare ad un lago il nome di un ex presidente della repubblica che ha già intestato un non fortunatissimo ospedale romano) nessuno lo chiama così, si parla di lago Preneste o ex Snia-Viscosa. È l’unico lago naturale entro l’anello ferroviario di Roma: balneabile, acqua purissima, e già perché il lago nasce da una polla sotterranea di acqua minerale!
La storia è quasi incredibile perché il lieto fine è la rivincita della natura contro la cementificazione. Il lago nasce per una 'disattenzione' degli operai di un cantiere che qui doveva costruire, negli Anni '90, un centro commerciale con annesso parcheggio sotterraneo. Il costruttore è Antonio Pulcini. Scavando gli operai bucarono letteralmente la marana che scorre nel sottosuolo. L'acqua di purissima natura minerale, venne fuori prepotentemente e allagò tutto. I responsabili dei lavori pensarono di rimediare maldestramente convogliando l'acqua, pompandola con le idrovore, nell'acquedotto cittadino. Il risultato fu disastroso: le fogne del quartiere scoppiarono e il pasticcio venne scoperto.
Risultato ovvio: cantiere sotto sequestro, denunce, indagini. Da allora l'acqua è stata lasciata in pace e poiché, come si sa l’acqua è generatrice di vita ecco il lago: un bacino di 500 metri di perimetro per 10 mila metri quadri di superficie e 10 di profondità dove fauna e vegetazione hanno trovato un habitat naturale per vivere rigogliosamente infatti nell’area sono state censite 180 specie di piante, nonché 50 di uccelli, molti dei quali protetti a livello europeo. Ci sono martin pescatori, cormorani che spesso sostano sul mostro di cemento peraltro rimasto in piedi nonostante le aspre battaglie condotte affinché esso venisse abbattuto (si veda più avanti la storia delle battaglie legali e delle proteste in proposito), i germani reali che vivono stabilmente nell’area, una coppia di tuffetti, gallinelle d’acqua che nidificano tra i canneti, poiane, almeno tre esemplari di gheppio, picchi rossi, pettirossi, fringuelli, verdoni, verzellini, capinere, e gli immancabili gabbiani reali che scorrazzano indisturbati, soprattutto di notte.
CRONOSTORIA DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE DALLA SPECULAZIONE DELLA VISCOSA DI VIA PRENESTINA (dal sito https://lagoexsnia.wordpress.com/cronistoria-della-lotta/)
DALLA CISA VISCOSA ALLA SNIA
VISCOSA
– 1954 Chiusura della fabbrica CISA
Viscosa
– 1969 Fusione della CISA Viscosa con la SNIA Viscosa, che poi
nel 1982 cederà i suoi immobili, fra cui il complesso dell’ex fabbrica di largo
Preneste, alla Società Immobiliare Snia S.r.l. per vendere l’intera proprietà
negli anni ’90.
1968 LA PINETA STORICA
– 23.03.1968 Con Decreto Ministeriale del
23.03.1968 ex L. 1497/1939, si appone il Ex_snia
Vincolo Pineta 1968 , impiantata a fine anni Venti tra il
convitto e i servizi, sita sulla collina della fabbrica CISA Viscosa
PRIMO TENTATIVO DI SPECULAZIONE – L’
ECOMOSTRO E IL LAGO: dal 1990 a oggi
1990
– 29.03.1990 La società Pinciana 188 srl (con sede a Frosinone)
acquista da Immobiliare SNIA il complesso industriale di largo Preneste a
Roma
– 02.04.1990 La società Pinciana 188, Srl presenta, prima al Comune
e poi al Presidente della Regione Lazio la richiesta di concessione edilizia
per costruire un edificio da destinare ad attività produttive su una parte
dell’area appena acquistata
– 30.05 1990 L’assessorato all’Urbanistica della Regione Lazio
(assessore Paolo Tuffi, D.C. con collegio elettorale a Frosinone)
rilascia la concessione edilizia n. 958 /1990
– 07.11.1990 La società Pinciana 188 Srl, con effetto dal 01.01.1990,
viene assorbita dalla società Ponente 1978 Srl, con sede a Roma, di proprietà
del costruttore Antonio Pulcini
1992
– 1992 A seguito di indagini cittadini e comitati presentano alla
Procura della Repubblica, un esposto-denuncia sulla concessione edilizia. Il
successivo giudizio penale accerterà la falsificazione della planimetria
sulla quale si era basata la concessione
– 1992 Poco dopo l’inizio dei lavori nel cantiere, uno sbancamento di
circa m. 10 intercetta la falda acquifera profonda e si forma il lago. Il
costruttore tenta di liberarsi dell’acqua, convogliandola verso il collettore
fognario, che non regge. Si allaga largo Preneste. Ciò risulta da una nota
dell’Assessorato all’urbanistica Regione Lazio inviata il 14.07.1993
all’Amministrazione comunale perchè intimi alla Società responsabile di
contenere i danni accertati.
– 22.06.1992 Con decreto regionale n. 1402, si dispone l’integrale
annullamento della concessione edilizia. La società Ponente 1978
impugnerà questo annullamento con un ricorso prima al TAR del Lazio e poi al
Consiglio di Stato. Entrambi i ricorsi saranno respinti, il primo nel
1996, il secondo nel 2007
1993
– 09.02.1993 L’ordinanza n. 155 della VI circoscrizione del Comune di Roma
ordina la demolizione delle opere eseguite in base alla concessione edilizia
poi annullata. La società Ponente 1978 non procede alla
demolizione, e presenta ricorso al TAR Lazio. Dopo sette anni, nel
2010 questo ricorso viene parzialmente accolto con una sentenza che
sottolinea la sostanziale assenza di una linea di difesa da parte
dell’Amministrazione comunale. Nel 2011 a seguito di forti pressioni di
cittadini e comitati, il Comune presenta ricorso al Consiglio di Stato avverso
questa sentenza.
– 14.06.1993 L’Assessorato all’Urbanistica Regione Lazio, a
seguito di un sopraluogo, accerta che “è stato realizzato uno sbancamento della
profondità di circa 10 metri ed è stata compromessa una vena idrica”.
(comunicazione a Comune e Municipio del 14.07.1993). I lavori del
cantiere vengono definitivamente interrotti
2010
– 01.07.2010 Viene depositata la sentenza del TAR n.
22076/2010, che accoglie parzialmente le richieste della Società Ponente
1978 di non procedere alla demolizione del manufatto illegale sul lago.
Il tribunale è giunto a tale conclusione perché, testualmente: “L’Amministrazione
tace sul punto, avendo omesso ogni utile accertamento al riguardo”
2011
Su sollecitazione dei cittadini e delle forze politiche di opposizione,
nel febbraio del 2011 il Comune di Roma presenta ricorso al Consiglio di
Stato, avverso la sentenza del TAR Lazio, di cui sopra
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