Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il crollo del Lungarno davanti a palazzo Capponi
E' da molto che si dice che Firenze sta andando in pezzi. Ma a quanto pare, non si tratta solo di una metafora. All’alba di mercoledì 25 maggio, come ormai è noto, è franato nientemeno che un pezzo di Lungarno: proprio vicino al Ponte Vecchio, il cuore della città. Lì vicino, ci sono il corridoio vasariano, dall’altra parte del fiume ci sono gli Uffizi, a pochi passi c’è Palazzo Pitti. La Firenze granducale, insomma, che i Medici e i Lorena hanno amato, custodito e trasmesso intatta all’Italia unita, che tra l’altro se l’è presa con la prepotenza e senza chiedere il permesso a nessuno (stendiamo un velo pietoso sui cosiddetti plebisciti). Con i risultati che, da 150 circa a questa parte, abbiamo tutti sotto gli occhi … e sotto i piedi. Sarebbe ormai il caso di ribattezzare quello che si chiama Oltrarno con Sott’Arno ….
Del resto, è la Firenze governata da sempre dalla sinistra, buon penultimo l’attuale premier che ne ha fatto la sua “rampa di lancio”, per giungere sino all’attuale Dario Nardella, con cui ora in molti se la prendono a calde lettere. Giustamente? Fino a un certo punto, sia perché lui è solo l’ultimo di una lunga serie, sia perché, una parte dei fiorentini continua a votare i suoi stessi affossatori, mentre un’altra buona parte preferisce cacciare la testa sotto la sabbia e far finta di non vedere, nell’attesa forse di doverla cacciare sotto la rena d’Arno.
“Hanno avuto più rispetto del Ponte Vecchio i tedeschi durante la seconda guerra mondiale che i politici di oggi” commenta un fiorentino nel web. E i commenti sono tanti, amari e sarcastici: c’è che consiglia di trasformare la Firenze parcheggi in Firenze ormeggi, mentre la domanda, ovviamente è “come è potuto accadere?” Secondo la geologa Alessandra Biserna, che si è recata sul posto poco dopo il disastro, la causa è senza dubbio la rottura di un tubo: “La scena come si presenta è impressionante, il cedimento è proprio a ridosso della spalletta dell’argine ed è abbastanza estesa, confermo che si tratta di una lunghezza di 200 metri e intorno ai 7 di profondità anche se i Vigili del fuoco al lavoro non mi hanno permesso di avvicinarmi del tutto. Fortunatamente ho potuto constatare che in fondo alla crepa il terreno è asciutto e questo è positivo per il terreno circostante”, dichiara la dottoressa Biserna, che è delegata per la Toscana del consiglio nazionale dei geologi. E per le cause, la rottura dei tubi sembra la causa più accreditabile, data la quantità d’acqua fuoriuscita. Secondo la Biserna, non è detto però sua l’unica o perlomeno che la rottura non sia stata improvvisa. “Se verrà appurato che la causa principale è stata la rottura della condotta dell’acqua, allora bisognerà capire come mai le tubature non sono state controllate in precedenza per evitare questa situazione disastrosa, certamente. Ma ora spetta ai tecnici approfondire, poi si troveranno anche le responsabilità”, conclude la geologa.[1]E intanto si comincia a parlare di rete idrica dissestata, amianto e tubature vecchie, mentre in molti puntano il dito contro Publiacqua, la società partecipata che gestisce la rete idrica: un’azienda al 60% pubblica, che ha visto tra i ranghi della dirigenza degli ultimi anni alcuni dei nomi eccellenti dell’entourage renziano; dalla ministra Maria Elena Boschi all’ex sottosegretario e direttore de l’Unità Erasmo D’Angelis. [2]Il sindaco Dario Nardella è furibondo e dichiara: “Restano interrogativi che vanno chiariti, continuo a pensare e mi convinco che qui vi sia un errore umanorispetto al quale chi ha sbagliato deve pagare: il Comune è socio di Publiacqua. C'è diritto di sapere cosa non ha funzionato. Se c'è stato errore umano chi ha sbagliato dovrà pagare".[3]E a questo proposito, la procura ha aperto un’inchiesta. In effetti, questa volta sarà un po’ difficile, come nel’66, dare la colpa all’Arno, che peraltro già all’epoca non era il solo responsabile.
Decisa e puntuale la presa di posizione del consigliere regionale della Lega Nord Jacopo Alberti: “La città di Firenze ha le tariffe dell’acqua tra le più care d’Italia, Publiacqua matura profitti plurimilionari, ma non investe a sufficienza, con tutte le gravi conseguenze del caso. “La spaventosa voragine apertasi stamane nel pieno centro di Firenze, non è certo stata causata da qualche tubo rotto o marcio, ma presumibilmente dalla mancanza di un’adeguata manutenzione da parte del predetto Ente; meno male, che non ci sono state vittime(a parte i danni alle auto parcheggiate nell’area ed all’inevitabile emergenza idrica), ma l’evento è comunque molto rilevante.” “E’ evidente, a questo punto-sottolinea l’esponente leghista-che Publiacqua non sia in grado di gestire quanto affidatole e quindi la Lega Nord, tramite un’apposita interrogazione consiliare, chiederà il commissariamento dell’Ente, finché non vengano pienamente chiarite tutte le cause e le responsabilità legate all’odierno, drammatico evento.” “A nostro avviso-conclude Jacopo Alberti-la gestione del settore idrico cittadino deve essere, pertanto, affidata ad un soggetto diverso; totalmente pubblico, senza nessuna deplorevole commistione con entità private, oppure esclusivamente amministrata da una società di carattere privato.” Alberti aggiunge poi che alcuni commercianti e residenti gli hanno segnalato cantine allagate e tombini fuori controllo già da alcuni giorni e questo fa pensare che l’evento non dovesse essere poi così “inaspettato”.
“Ai tempi del granduca una cosa del genere non sarebbe mai successa” commenta il conte Niccolò Capponi, storico fiorentino il cui palazzo sorge proprio difronte alla voragine che si è aperta. “Non è solo un problema di incuria o di amministrazione, ma di storia. Il Lungarno fu costruito in fretta e furia nel 1872 perché i Savoia avevano il terrore dei moti popolari e si voleva dunque una via di sgombro per far affluire le truppe: lo stesso motivo per cui fu demolito il centro storico di Firenze, altro che risanamento! Dunque il lungarno è un grosso terrapieno fatto per sostenere anche carrozze e cavalli, ma un traffico come quello di oggi è un altro discorso. Aggiungiamoci poi anche un tubo rotto…. Se poi è vero che aveva sessant’anni , a quell’età una controllatina si dà anche alle persone, ai tubi poi ….”
Tra l’altro, coloro che abitavano davanti al luogo del disastro hanno dovuto subire anche il disagio dello sgombro: “Ci hanno fatto evacuare dalle 11 del mattino sino alle 18 circa e questo malgrado il nostro palazzo avesse retto senza problemi persino ai bombardamenti “, dichiara il conte che aggiunge: devo però spezzare una lancia a favore dei vigili urbani e dei vigili del fuoco,che si sono mostrati efficienti e soprattutto molto cortesi.
[1]Fonte per le dichiarazioni di Alessandra Biserna: http://www.lifegate.it/persone/news/lungarno-firenze-frana
[2] Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/25/lungarno-firenze-sotto-accusa-publiacqua-da-boschi-dangelis-il-giglio-magico-nella-partecipata-del-comune/2764641/
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