Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Quasi un battaglione (fra i 500 e le 1000 unità nel sistema militare) quello annunciato di 400 sindaci che dovrebbero sfilare in testa alla parata del 2 giugno per i 70 anni della Repubblica.
Lasciamo stare la faccenda della scelta, perché i sindaci e non i presidenti di Regione (forse perché sono stati dissennatamente mantenuti quando al posto delle province si sarebbero dovute abolire le regioni?); lasciamo anche stare l’ossessione tutta renziana per i sindaci (che detto fra noi non è neppure particolarmente riprovevole, anzi), lasciamo anche stare che aprano la parata militare(?).
Quel che veramente ci incuriosisce oltre ogni dire è come faranno 400, dicasi, 400 sindaci a sfilare lungo i Fori imperiali, perché non si tratta di una faccenda semplicissima, soprattutto se il contingente è composto, come annunciato, di un nutrito numero di persone, appunto il quasi famoso battaglione.
Abituati a vedere in televisione o dal vero a Roma la parata militare si parte dal presupposto che quell’ordine perfetto (indispensabile per non provocare il mal di mare a chi guarda con gli ondeggiamenti propri di piccole folle inquadrate dove ciascuno cammnini del proprio passo) è dovuto alla naturale e ovvia disciplina militare che quando una recluta (ormai volontari) arriva in caserma prima ancora di fargli vedere cosa sia un fucile o una pistola, un mezzo cingolato o anche una divisa la inquadra in file regolari, i più alti davanti e poi a digradare (strano ma funziona così) per imparare a muoversi tutti insieme allineati e coperti come si dice in gergo, allo stesso tempo, con il medesimo ritmo e passo e ovviamente velocità.
Sappiamo bene come funziona per averlo visto in svariati film da Ufficiale e gentiluomo in poi, solo per citarne uno dei più noti.
Dunque per i militare la faccenda della sfilata non costituisce un problema particolarmente grave, si tratta di fare la classica prova notturna (più o meno dalle 3 di notte alle sei del mattino) il giorno prima (vi assicuro un’esperienza emozionante in una Roma deserta e bellissima come può esserlo la Capitale al netto dei suoi abitanti, turisti e inghippi vari). Più complicato per i corpi semi-militari o addirittura civili. Fra i primi le Infermiere volontarie di CRI che sfilano con le forze ausiliarie delle FF.AA. e per farlo spendono una buona settimana di esercitazione per poter sfilare con il giusto allineamento, passo, ritmo, andatura ecc. ecc., come si diceva.
Vi assicuro che è una faticaccia, per quanto assai divertente e alla fine quasi entusiasmante.
Ma torniamo ai nostri 400 sindaci uomini e donne che si suppone sfileranno con la fascia tricolore, ma con che abito?
Immaginiamo che sia stato raccomandato agli uomini un sobrio abito intero con cravatta altrettanto sobria. Raccomandare la sobrietà alle donne è altra faccenda, a meno che non ci si rifaccia al dress code della Bignardi per le conduttrici di Rai3, in ogni caso un conto è una raccomandazione un altro la ricezione della stessa. Anche perché ovviamente ognuno ha un suo personalissimo concetto di sobrietà. Ho visto eccellenti signore ritenere sobrio un abito nero decorato di paillettes (il nero è elegante per definizione, ragionano, e lo mettono con gagliarda indifferenza anche al mattino, meglio se illuminato da luccichii vari), oppure un top colorato dalla profonda scollatura magari accompagnato da una gonna ampiamente sopra il ginocchio, dove il concetto di sobrio è affidato al modello della gonna stessa: fasciante (più semplice e dunque sobria(?) di così!).
Poi c’è il problema scarpe, almeno un tacco 9 per andare in tv di fronte all’Italia intera ci vuole.
Immaginiamo che sarà stato raccomandato ai sindaci in procinto di sfilare di munirsi di scarpe comode, facile a dirsi per gli uomini, difficilissimo per le donne (le infermiere volontarie che sfilano con le tradizionali scarpe allacciate, tipo francesina per intendersi, tacco 5/6, pianta larga e con suolette antishock) sanno che al termine della sfilata, complice la lunga attesa in piedi prima di partire per lo sfilamento e poi il non esiguo tratto di strada spesso sotto il sole, nonché la naturale tensione, i piedi sono in fiamme e dolenti oltre misura.
Come faranno le signore sindaco? Sanno cosa le aspetta? Avranno il coraggio di mettere un bel completo pantalone e mocassini (per carità niente ballerine, in questa circostanza sono frivole e leziose)? Ce lo auguriamo per loro.
Resta il problema dell’inquadramento del passo, dell’allineamento ecc. ecc. Sono forse già da qualche giorno a Roma, alloggiati magari in qualche caserma, a provare? Si sono esercitati sotto i comandi di qualche militare di buona volontà a tenere il passo tutti insieme sulla vecchia pista di Centocelle? Domani la risposta.
Inserito da ghorio il 01/06/2016 13:14:08
Sinceramente non capisco cosa c'entrino i sindaci con la sfilata per l'anniversario della Repubblica. Evidentemente il premier Renzi, poiché è stato sindaco di Firenze, pensa che questa figura sia la più rappresentativa della Repubblica, ma in realtà è una figura sopravvalutata. Sarebbe stato lo stesso se ci fossero i presedenti delle stesse regioni, che dovrebbero essere accorpati, mentre le province(il rimpianto di mantenerle è dell'area del centrodestra, dopo che per decenni si chiedeva l'abolizione) vanno cancellate e basta. Naturalmente con tutti gli uffici collegati, comprese prefetture, questure e comandi provinciali. Ma anche qui siamo nelle contraddizioni perenni dell'area del centrodestra e, attualmente, di Renzi e compagni.
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