Dipinto contestato

Povero Leonardo, ora gli vogliono togliere pure la paternità dell'Annunciazione e darla a Pollaiolo

Il quadro degli Uffici non sarebbe del maestro da Vici secondo uno studioso fiorentino, ma dubitare della nuova attribuzione è lecito...

di Dalmazio Frau

Povero Leonardo, ora gli vogliono togliere pure la paternità dell'Annunciazione e darla a Pollaiolo

Sono sicuro che il Maestro di Vinci, se oggi fosse ancora in carne e ossa tra noi, avrebbe detto: “’un se ne po’le proprio più! Chetatevi una buona volta!”. Sì perché da sempre, a questo mondo e in questo paese, quando uno vuol far scalpore e richiamare sul proprio nome i riflettori dei media, si getta a capofitto su un’opera di Leonardo e “scopre” qualcosa di sconvolgente, misterioso, innovativo e ribaltante ogni altra precedente ipotesi e tesi! Così apprendiamo da un comunicato dell’ANSA in data odierna che: 

«La celebre Annunciazione custodita alla Galleria degli Uffizi e attribuita a Leonardo da Vinci sarebbe in realtà opera di Antonio del Pollaiolo. A contestare la paternità del dipinto quattrocentesco è lo studioso fiorentino Massimo Giontella nel suo saggio Antonio del Pollaiolo. Il maestro dei maestri, con l'introduzione dello storico dell'Università di Firenze, Riccardo Fubini, e edito da Polistampa. «La nuova attribuzione, che si poggia su argomentazioni storiche, iconografiche e figurative, porterebbe anche a spostare la datazione dal 1472-1475 al 1481, qualificando il dipinto come un'opera della piena maturità del Pollaiolo, a cui però anche Leonardo avrebbe partecipato - si legge in una nota -. Indagando sui rapporti tra il Pollaiolo e Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, Giontella arriva a identificare nello sfondo dell'Annunciazione la città di Otranto, espugnata nel 1480 dai Turchi».

Chissà perché capitano tutte a Leonardo da Vinci, mai a Jacopo da Pontormo, Lorenzo Lotto, Giovanni Bellini… no, loro non se li fila nessuno. I ricercatori ricercano e trovano – oh se trovano, e se non trovano ipotizzano, se non ipotizzano lambiccano – sempre qualche cosa che riveda tutto quanto sappiamo sin ora. Vero è che la ricerca si fa proprio anche con la revisione di quanto sappiamo, che si fa anche con i “se”, ma resta il fatto che tali “scoperte” avvengono sempre sulle tavole del “povero” Leonardo che di volta in volta è vegano, omosessuale, a capo di un occulto e antichissimo ordine esoterico di seguaci del graal che è il sangue di Cristo e i Merovingi e Maria Maddalena, un eretico, uno che dà in numeri e li mette nelle pupille della Gioconda, Gioconda che poi è un uomo, ma cinese, forse la mamma di Leonardo stesso, ma tanto poi ce la devono restituire quei ladri del Louvre che ce l’ha rubata Napoleone, dopo che era sta venduta regolarmente a Francesco I. Ma noi ce la riprendiamo, prima o poi. A costo di tagliare la tela! Ah, non è su tela, la Gioconda?

Eh ma non ci si può proprio più fidare degli esperti!!!

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