Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Cari lettori, da qualche mese almeno tre, avrete notato che il nostro/vostro giornale on line non viene aggiornato regolarmente e forse vi sarete chiesti perché. La risposta è banale e assurda: per il semplice fatto che la nostra redazione non può più contare su un collegamento internet efficiente.
Possibile, direte voi, che nel III millennio, nel tempo della connettività globalizzata che ha fatto decidere per l’obbligo per i professionisti di avere una Pec (posta elettronica certificata), che ha indotto a eliminare ogni comunicazione cartacea fra l’azienda per cui si lavora (pubblica e privata, comprese scuola e università) affidandosi alla sola posta elettronica, che contempla i contatti con aziende e fornitori prevalentemente via internet, solo per fare qualche esempio, possibile che ci siano ancora posti dove internet non funziona?
Sì è possibile. Certo, accade soprattutto se ci si allontana dall’immediata cerchia delle mura di una città, accade in periferia, accade nelle piccole città, qui stiamo parlando di Pistoia, quella che nel 2017 sarà la capitale italiana della cultura e ci sarà da augurarsi che chi organizzerà gli eventi non si affidi alla rete altrimenti il flop è assicurato.
Adesso vi chiederete come può accadere. Ecco la spiegazione assurda, paradossale, barbarica indegna di un paese che si autoproclama moderno.
Quando il mercato della telefonia venne liberalizzato dando spazio ad altri operatori oltre Telecom, la liberalizzazione avvenne, come al solito, all’italiana, ovvero ponendo delle salvaguardie per gestore che aveva avuto il monopolio fino ad allora, si stabilì cioè che poiché cavi centraline ecc ecc erano state messe in opera da Telecom, esso avrebbe dato agli altri operatori la possibilità di correre sulle sue strade telefoniche, ma avrebbe mantenuto la gestione del cosiddetto ultimo miglio, ovvero quello che dal casello autostradale (per mantenere la metafora viaria) porta alla destinazione desiderata. Ovviamente anche il casello, ovvero la centralina operativa da cui passa tutto per arrivare nelle nostre case, è gestito da Telecom.
Telecom impegnato nella fibra ottica, da destinare ovviamente solo ai grandi centri e ai nodi più importanti, si disinteressa delle centraline in questione quando esse siano al servizio dei cittadini i quali pagando un canone, un servizio ma non contando niente (oramai lo diciamo da tempo, siamo trattati da sudditi cui niente è dovuto e il mercato essendo noi impoveriti ci usa e ci spernacchia) non hanno diritti, neppure di ricevere ciò per cui hanno pagato. Così dette centraline, vecchie, forse risalenti al tempo in cui la telecom si chiamava ancora Sip, se non a quando era conosciuta col nome di Teti, non aggiornate, prive di manutenzione non possono sostenere il traffico di telefonia e dati internet richiesto e peraltro venduto agli utenti direttamente da telecom o tramite altri operatori, nel nostro caso Vodafone. Risultato il collegamento alla rete diventa impossibile.
Cosa si fa in questo caso? Si chiama il proprio gestore e si chiede di intervenire. Lo abbiamo fatto chiamando il 190 di Vodafone, l’operatrice ci ha detto che avrebbe aperto una segnalazione di cattivo funzionamento dopo aver verificato, con il sistema che in effetti c’erano problemi.
Era il 30 marzo. Dopo qualche giorno veniamo richiamati da Vodafone: Spiacenti – ci dicono– il problema è irrisolvibile troppi utenti per una centralina non in grado di sostenerli. Chiediamo lumi, protestiamo, ci alteriamo infamando la povera operatrice che in effetti è solo un ambasciatore senza responsabilità e che (va detto) solidarizza ma non può fare altro.
Ci sentiamo truffati, ma come dopo anni di buon servizio improvvisamente non funziona più, perché avete venduto quel che non potevate sostenere? Silenzio.
Ci dicono però che hanno aperto una segnalazione a telecom e che sperano (sperano?!) che il problema venga risolto. Nel frattempo ci regalano (?!) 15 mega sulla sim dati da usare con il tablet. E cosa me ne faccio, 15 mega finiscono subito, non è paragonabile all’Adsl.
I mesi passano e il servizio rimane insufficiente soprattutto quando è brutto tempo e nei giorni prefestivi quando la gente sta a casa e invece di leggersi un libro o fare qualche altra cosa si incolla al computer.
Noi più volte non riusciamo neppure ad aprire la posta elettronica, figuriamoci ad aggiornare il nostro giornale.
Richiamiamo Vodafone, sono passati due mesi e mezzo, qualcosa dovranno pur dirci.
Questa volta è addirittura peggio di prima. Ci rispondono che la segnalazione del disservizio non può essere aperta fino al 30 luglio (cioè dopo che sono passati almeno 4 mesi) perché Telecom ha detto che la centralina è satura, non sono evidentemente previsti lavori di aggiornamento e potenziamento, si potrà riprovare a segnalare il disservizio dal 1 di agosto, poi naturalmente dovranno trascorrere altri 4 mesi durante i quali Telecom non farà niente e così via.
Nel frattempo Telecom, al pari di altri operatori ha fatto operazione di stalkeraggio nei nostri confronti tempestandoci di chiamate per offrirci di tornare con loro.
Piuttosto infastiditi abbiamo fatto presente che il servizio non funziona, la questione centralina ecc ecc e ci siamo sentiti rispondere che questo accade per gli altri operatori, ma che con telecom, essendo il gestore dell’ultimo miglio le cosa sarebbe stata diversa.
Non ci abbiamo creduto, pensando che si tratterebbe di una spaventosa e illegale violazione della più elementare legge del libero mercato, figuriamoci, è una faccenda troppo smaccata per essere vera, si tratterà della solita storiella che raccontano dai call center per indurti a passare con loro.
Avevamo torto. L’ultima comunicazione che abbiamo avuto con il gestore Vodafone ci ha confermato che Telecom fa passare i propri clienti attraverso linee privilegiate, e loro non possono farci niente tanto che hanno dovuto rinunciare alla clausola che prevede una sanzione in caso di rescissione anticipata del contratto con loro, non potendo garantire il servizio.
A questo punto in un paese civile, il cittadino gabbato e raggirato dovrebbe rivolgersi ad un avvocato (se ha i soldi) o alle associazioni di consumatori e avviare una causa civile contro Telecom e contro Vodafone. In un paese civile. Ma questo non è un paese civile e i gestori in questione lo sanno, sanno che un’eventuale causa avrebbe bisogno di anni prima di giungere a verdetto, quindi non temono neppure quella o l’eventuale danno d’immagine che ne potrebbe venire, primo perché in polveroni poi si depositano e nel peggiore dei casi si tratta di aspettare qualche giorno che la bufera passi (ammesso che il malcapitato utente riesca a sollevare il caso) secondo... il potere continua ad essere nelle lor mani (anzi nei loro fili).
Di conseguenza non resterebbe che passare a Telecom, sperando di rientrare nei privilegiati che godono di un trattamento di favore. Forse saremo costretti a farlo se vogliamo continuare a lavorare e soprattutto se vogliamo evitare il rischio di rimanere isolati, ma ancora per un po’ resistiamo perché darla vita a Telecom e alla sua arroganza di potere ci nausea, anche se sappiamo che la nostra resistenza è destinata ad una ingloriosa resa
Inserito da Silvia il 13/06/2016 16:39:45
È diventata noiosa, una rivista targata fascio e può andar bene, ma non esiste più lo sport, moda, le notizie strane etc etc. Mi sono soffermata per caso perché ho letto i commenti
Inserito da bea il 13/06/2016 16:37:04
Cara Signora Bartolini, grazie per l'informazione, ma non posso sottolineare che i vostri articoli sono "trite e ritrite", al contrario, mi piaciono le analisi stupende, gli articoli sulla cultura... Ma vorrei aggiungere che mancano gli articoli - anche pungenti (sulla politica attuale), divertenti (moda, Raccontafavole, sport) di Massimo Melani. Davano ancora più colore a Totalità! Peccato che non c'è più!
Inserito da Domenico del Nero il 13/06/2016 14:51:07
E' talmente "trito" come argomento che ho concluso in questi giorni una piccola causa con la telecom, incredibilmente vincendola. Mai come in questi casi "repetita iuvant", caro direttore!
Inserito da Direttore il 13/06/2016 09:34:01
Caro CarloV è proprio questo il problema sono notizie vecchie che si ripropongono, roba trita e tritata che dobbiamo ingollare ancora e ancora.
Inserito da CARLO V il 13/06/2016 09:27:41
Notizie trite e ritrite, voi siete quelli degli aggiornamenti degli anni passati.
Inserito da gigioroma il 12/06/2016 18:47:16
Io abito nel 3° Municipio di Roma Capitale. La centrale TIM alla quale sono collegato è la n. 6334 (si tratta in realtà di un container posizionato pare negli anni ’70 in via della Colonia Agricola), attualmente satura, nel senso che non è possibile nemmeno avere l’ADSL 7 mega (già giurassica direbbero i più giovani). E’ mai possibile che una zona così densamente abitata, di un municipio della capitale d’Italia, non si abbia possibilità di avere non dico la banda larga, ma almeno l’ADSL 7 mega? E’ mai possibile che TIM sottovaluti il ritorno economico che riceverebbe se arrivasse la Fibra o almeno l’ADSL? questo è il mio sfogo...
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