Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ancora una volta, uno spettacolo raccapricciante: giovani vite stroncate da una mano folle e omicida, che in nome di Dio pretende di arrogarsi il diritto di dare la morte. Un assurdo, una contraddizione in termini perché per un credente Dio dovrebbe essere datore di vita: e se è vero che l’Islam ignora il concetto di “Dio padre”, tipico del resto solo del Cristianesimo, nondimeno si rimane ancora una volta scioccati difronte a una sete di sangue che sembra non avere mai fine.
In un simile contesto, sono certamente assurdi sia l’atteggiamento di chi continua a fingere di ignorare la pericolosità dell’integralismo islamico (di cui però si farebbe bene anche a ricordare come è nato e perché, e soprattutto facendo comodo a chi, come più volte abbiamo ricordato in questa sede) sia quello di chi vorrebbe condannare tutto il variegato mondo islamico identificandolo tout court con l’Isis. E’ rilevante sino a un certo punto che sia il gesto di un folle isolato o qualcosa di più: la matrice rimane quella e a quanto pare l’Isis si è affrettata a metterci il “cappello”. Certo ci si aspetterebbe – e si vorrebbe – un atteggiamento più deciso da parte di personalità del mondo musulmano contro questo e altri atti di barbarie, molti dei quali – specie quelli compiuti contro cristiani – passano spesso sotto silenzio o quantomeno sono poco presi in considerazione dalla stesse autorità vaticane, per non parlare poi di Bergoglio … Senza contare poi che in alcuni paesi islamici come l’Iran, l’omosessualità è punita addirittura con la pena di morte, senza bisogno neppure dunque di atti “terroristici”. Ma di queste e altre cose, le “anime belle”, gli indignati a comando sembrano non accorgersi o far finta di nulla
Detto questo però, destano altrettanto sconcerto e irritazione certi silenzi e certe dichiarazioni del tutto fuori luogo. Proprio quella della sala stampa vaticana in primis, ancora una volta affidate a padre Lombardi visto che Francesco, che pure parla tanto e ruota libera, chissà perché su certi argomenti preferisce tacere o glissare: “Papa Francesco si unisce nella preghiera e nella compassione alla sofferenza indicibile delle famiglie delle vittime e dei feriti e li raccomanda al Signore, perché possano trovare conforto. Tutti ci auguriamo che si possano individuare e contrastare efficacemente al più presto le cause di questa violenza orribile e assurda, che turba così profondamente il desiderio di pace del popolo americano e di tutta l'umanità". [1]
Individuare e contrastare le cause? Per la verità, non sembra che ci sia bisogno di un grandissimo sforzo di fantasia per scoprirle e sembra che solo Francesco e la sua cerchia si ostinino a non vederle. Che poi gli Americani, per quanto riguarda Isis e dintorni, debbano farsi un gigantesco mea culpa è fuori discussione, ma questo non vale certo come giustificazione o attenuante, né per queste vittime, né per le altre.
Ma tra le uscite fuori luogo, spicca certamente quella del sig. Wladimiro Guadagno in arte Luxuria: “Mi auguro che tutti possano oggi dire come hanno detto un giorno 'Je suis Charlie' ' Io sono Gay' perché questo è un attentato contro la libertà di tutti.”[2]
Si potrebbe obiettargli/le che se molti – e non tutti – si sono dichiarati Charlie, quasi nessuno si è schierato con altrettanta veemenza contro le stragi di cristiani in Kenia e in Nigeria – solo per fare due esempi – o nessuno, a tutt’oggi, se ne esce con un Je suis Asia Bibi , altra vicenda che sembra scuotere ben poco le coscienze vaticane e i sonni e gli appetiti bergogliani. Ma il punto non è questo; è verissimo che questo è un attentato contro la libertà di tutti, in quanto persone, in quanto esseri umani. E’innegabile in questo caso che l’omofobia sia stata la molla che ha accesso la follia omicida ed è ovvio che a nessuno deve essere torto un capello per le sue tendenze sessuali, comunque la si pensi in materia; e possibilmente anche per le proprie credenze religiose, compresi quei cristiani e quei cattolici a cui certe organizzazioni LGBT vorrebbero togliere anche il diritto di parola con il pretesto dell’omofobia.
Non è questo comunque il momento delle polemiche, ma del rispetto e silenzio. Un silenzio che eviti però anche strumentalizzazioni che non possono che riuscire odiose e finiscono per mancar di rispetto alla vittime stesse. Chi scrive non si dichiarerà mai gay, né per solidarietà (?) né per altro e rivendica il proprio diritto di cattolico di dire come la pensa in materia di omosessualità; ma sempre nel massimo rispetto della vita umana e ricordando che tutti, prima di essere etero, gay etc. siamo persone, e come tali e in quanto tali abbiamo la nostra dignità, i nostri diritti e i nostri doveri.
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