Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
A letto con il sorriso. Sensazioni che riscopriamo dopo anni (forse troppi?), quasi nuove. Sensazioni che ci siamo, che contiamo anche noi in questa squadra, che anche da casa, dal divano, da un bar o da qualsiasi piazza che abbia un maxischermo e la partita proiettata, un singolo grido e gli occhi che non si schiodano dal pallone possano spingerlo in rete. E così è stato, una vittoria di tutti. La prima. Fondamentale.
Antonio Conte ha dato dimostrazione di avere tra le mani una squadra tecnicamente "sporca", semi-sconosciuta, ma tatticamente impeccabile. Il Belgio d'altra parte ha dimostrato di essere una squadra di grandi individualità giovani, fresche e istintive, ma forse troppo genuina e poco squadra, cosa che gli azzurri hanno interpretato alla perfezione. Nelle gare secche conta poco la qualità: ciò che conta è lo sguardo verso un tuo compagno, il cuore che batte nel petto e quella forza che ti permette di arrivare sempre una frazione di secondo prima sul pallone. Via con l'inno di Mameli e le mani sul cuore, via con "l'Italia chiamò!". Prima Giaccherini sul lancio disegnato da Bonucci, poi Pellè su un freddissimo assist di Candreva. 2-0, un sogno che alla vigilia in pochi avevano previsto.
Nessuna lezione di calcio alla squadra allenata da Wilmots, nessun paragone con il gioco dei tedeschi tantomeno con la tecnica dei croati (le due squadre che finora hanno convinto maggiormente) ma il collettivo ha fatto la differenza, è lì che l'Italia conta di più.
Non solo gol, ma speranze. Perché quest'Italia progettata da Conte è costruita sulla Speranza di poter essere Folli e straordinariamente Sognatori. Questo è quello che serve adesso.
Vedere persone sconosciute che guardano la partita abbracciarsi per un gol, alzarsi per un fallo e perdere la voce per un cartellino non dato. Tutti sono dentro il campo, ognuno vive la sua partita sia in Francia che nella propria vita. Sfogo e voglia di riscatto.
Non ci sarà la classe di un ipotetico Ibrahimovic, la corsa di
Ronaldo, o la tecnica di un Pogba, ma se una squadra così può far
appassionare un intero paese attaccato ad un teleschermo, quel che forse
ci aspettiamo è che l'estate sarà lunga. Magliette false comprate alle
bancarelle, sciarpe da inverno, qualsiasi cosa possa avere un singolo
colore blu adesso comincia a presentarsi sotto casa, al supermercato, al
bar; perché questo è condividere una passione, questo vuol dire saper
affrontare una spinta verso un salto nel vuoto, aggrappati ad un sogno
tutto da vivere.