Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Per molti, sono l’orchestra del concerto di Capodanno di Vienna; per gli appassionati e gli intenditori una delle migliori orchestre del mondo, se non la migliore in assoluto. Si tratta dei Wiener Philarmoniker, l’orchestra fondata da Otto Nicolai nel 1842 che ricorda gli ultimi splendori di quel faro di civiltà, politica e culturale, che fu l’impero asburgico. E questo complesso davvero straordinario si trasferisce, per una serata, dal Danubio Blu all’Arno che blu non lo è di sicuro, ma sarà comunque … onorato e lusingato.
Martedì 28 giugno è una gran giornata per gli amanti della musica classica: grande, ma non unica, perché a dire la verità di appuntamenti straordinari L’opera di Firenze ne ha regalati diversi in queste ultime settimane, anche con la propria orchestra del Maggio Musicale Fiorentino che si conferma veramente una eccellenza di cui essere fieri: basti ricordare, il 18 giugno scorso, la splendida esecuzione della Missa Solemnis in re maggiore op. 123 di Beethoven, diretta da Zubin Mehta. Ma questi ultimi giorni sono un vero e proprio fuoco di fila “extra festival “ con una serie ospiti che definire illustri è dire davvero poco: domenica 19 giugno c’è stato il concerto della Filarmonica della Scala diretto da Myung-Whun Chung, martedì i Wiener, giovedì 30 i Berliner Philarmoniker diretti da Yannick Nézet-Séguin ( in programma la Moldava di Smetana e laSerenata per archi in mi maggiore op 22 di Dvořák; ancora Dvořák nella seconda parte con la sinfonia n. 6 in Fa maggiore, op. 22). Infine il 4 luglio l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo condotta da Jurij Temirkanov, che presenterà nella prima parte l’ouverture di Romeo e Giulietta e il concerto per violino e orchestra di Čajkovskij e nella seconda la suite sinfonicaShahrazād di Rimsky Korsakov.
Milano, Vienna, Berlino, San Pietroburgo (e naturalmente Firenze): questo è davvero un gran tour europeo, con quella che dovrebbe essere il vero, autentico spirito del vecchio e glorioso continente. Per quanto riguarda l’appuntamento di martedì, i Wiener saranno diretti non, come previsto in un primo momento , dal maestro Daniele Gatti che ha dovuto rinunciare per motivi di salute, ma da un’altra “bacchetta eccellente. Daniel Harding (classe 1975) un grande “virtuoso della bacchetta” che malgrado la giovane età è considerato uno dei migliori: Come direttore ospite collabora regolarmente con orchestre quali Dresden Staatskapelle, Wiener Philharmoniker (che ha entrambe diretto al Festival di Salisburgo), Berliner Philharmoniker, Koninklijk Concertgebouworkest, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, Gewandhausorchester di Lipsia, Orchestra Filarmonica della Scala. Negli Stati Uniti e in Canada ha diretto la Philadelphia Orchestra, la Los Angeles Philharmonic e le orchestre sinfoniche di Chicago, Atlanta, Baltimora, Houston e Toronto; solo per fare qualche esempio.
Di grande interesse il programma della serata: nella prima parte l’ouverture del Coriolano di Beethoven e Tod und Verklärung, (morte e trasfigurazione) poema sinfonico op. 24 per orchestra di Richard Strauss.Coriolano è un dramma scritto nel 1804 da un drammaturgo stimato anche da Goethe, Heinrich Joseph von Collin (1771-1811); Beethoven compose nel 1807 per questo dramma di argomento romano una ouverture che nella struttura e nei temi segue lo spirito del dramma. Il poema sinfonico di Strauss, composto nel 1890, evoca un tema alquanto angoscioso: l’ultima notte di un malato che giace assopito nel ricordo di un momento di felicità. Ma il ritorno del male interrompe il sonno leggero, finché con l’avvicinarsi della morte l’uomo comprende che troverà realizzazione dei suoi ideali nell’eternità: “Sei anni fa mi venne in mente l’idea di rappresentare musicalmente in un poema sinfonico i momenti che precedono la morte di un uomo, la cui vita fosse stata un continuo tendere ai supremi ideali”, scrisse nel 1894 il musicista all’amico Friedrich von Hausegger. Il giorno della prima esecuzione il pubblico ebbe come guida all’argomento trattato una poesia di Alexander Ritter: la parabola della malattia era in un certo senso condensata in una lirica che faceva da guida all’ascolto.
Nella seconda parte del concerto verrà eseguita la sinfonia n. 1 in do minore op 68 di Brahms (1876), un lavoro dalla lunga e complessa gestazione; questo farà si che pur essendo una “prima”, avrà alle spalle il grande lavoro del musicista negli anni ’50 e ’60 dell’800 e si presenta dunque come opera già matura e importante nell’itinerario creativo del musicista.
Firenze, Martedì 28 giugno, teatro dell'Opera, ore 20,00.
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