Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Non sappiamo cosa aspettarci dal nuovo sindaco di Roma (mi rifiuto di chiamarla sindaca come suggerito dalla Crusca che ultimamente sembra impegnarsi a rendere la nostra bella lingua un po' più brutta), certo se il “buon giorno” si vede dal mattino c'è poco da stare allegri. A lungo incerti i nomi degli assessori, caos per quanto riguarda il capo di gabinetto e di conseguenza del vicesindaco, Beppe Grillo che invia ultimatum e minacce, non si sa bene a che titolo, visto che la Raggi l'hanno eletta i romani e a loro deve rispondere. Non parliamo poi della pericolosa deriva mariniana che sembra aver imboccato, come il sindaco precedente aveva esordito dando la priorità alla chiusura dei Fori, la Raggi per prima cosa pare si preoccupi di ribattezzare l'assessorato alla cultura.
Non resta che incrociare le dita e sperare. Chi invece da tempo ha rinunciato ad ogni speranza sono i fiorentini e in generale tutti coloro che hanno a che fare con la città gigliata. Non sappiamo se il “soi-disant” colto sindaco Nardella voglia rendere omaggio al padre Dante facendo sì che valga per la città quel che si legge nella Divina Commedia, "Lasciate ogni speranza o voi che entrate", o se si tratti di incapacità strutturale ad amministrare, sta di fatto che i poveri fiorentini sono al collasso e quelli che con Firenze devono avere a che fare pure.
Con buona pace di Johnny Stecchino, a Firenze il traffico è veramente un problema serio che il nuovo sindaco ha provveduto a peggiorare tanto da renderlo peggiore di quello di Roma! A Firenze ci sono i lavori per la nuova tramvia, e va bene, qualche disagio ci sta. Poi però si scopre che un ponte sul quale passano i binari della linea già ultimata è stato costruito male (e penasare che la città gigliata era la patria degli architetti) così occorre intervenire, chiudere il ponte e dunque interrompere il percorso della metropolitana di superficie che lascia i passeggeri prima del ponte (che sta alle porte della città) li carica su un autobus e li accompagna oltre il ponte dove c'è un altro trenino in attesa. Il lettore può facilmente immaginare il delirio che si scatena perché il bus deve passare nel traffico e può imbarcare meno passeggeri del trenino... Morale della favola chi arriva da Scandicci ha ricominciato a riprendere la macchina per raggiungere Firenze.
La conseguenza è facilmente immaginabile una porta della città in perenne stato di congestione.
Naturalmente occorre qui ricordare che Firenze non è una vera metropoli, è poco più che un guscio di noce quindi la congestione del traffico a est nel giro di un paio di ore paralizza mezza città.
Negli ultimi giorni Nardella ha deciso di rendere impraticabile anche la parte nord della città, (che come si intuisce partecipava già in parte dei problemi di quella a est, sempre per la legge del guscio di noce). Purtroppo questa volta si tratta della parte di città dove finisce l'autostrada del mare, ovvero quella che porta a Firenze pratesi, pistoiesi, lucchesi, pisani, nonché chi arriva da l'autostrada A1 Bologna -Milano.
I malcapitati che siano per qualche ragione (una delle quali è l'inaffidabilità dei treni locali ) costretti a usare la macchina per andare a Firenze e magari raggiungere la stazione dove c'è l'unico parcheggio sotterraneo (peraltro caro in maniera insostenibile: una giornata di sosta costa più del biglietto per andare a Roma) in questi giorni si trovano improvvisamente scaraventati in un inatteso e ovviamente non segnalato girone infernale di traffico congestionato dovuto alla chiusura di un paio di strade intorno alla stazione. Così per un tragitto di un paio di chilometri occorrono circa 50 minuti.
Naturalmente se si devono fare dei lavori e chiudere delle strade i disagi sono da mettere in conto, certamente, ma quel che si chiede il malcapitato diretto alla stazione a prendere un treno che non ha nessuna intenzione di aspettarlo (giustamente) è per quale dannato motivo nessuno si sia preso la briga di mettere dei cartelli che segnalino i lavori con relativi ingorghi, perché nessuno abbia messo una segnalazione per un percorso alternativo.
Così l'incauto automobilista si trova bloccato un una morsa di traffico che lo costringe a stare fermo con 37 gradi, vede la temperatura dell'acqua della sua automobile raggiungere pericolosamente la soglia dell'ebollizione, mentre il condizionatore inizia a sputare aria sempre meno fredda fino a diventar tiepida. Ma non sa perché è lì fermo facendo un metro ogni 2 minuti, spera si tratti di un piccolo incidente, superato il quale si potrà procedere più speditamente, intanto i minuti passato e la fila è sempre ferma. Lui si chiede cosa diamine stia succedendo, non era mai accaduto che in quella parte di città si verificasse un ingorgo così poderoso.
Inizia a fare qualche ipotesi, vuoi vedere che si è aperta un'altra voragine grazie all'imperizia di publiacqua e alla rete idrica di un secolo fa? Tanto per passare il tempo inizia ad immaginare dove potrebbe essersi verificato il nuovo disastro. Certamente non sui lungarni che dopo il crollo di un mese fa saranno super controllati. Vuoi vedere che è crollata Porta al Prato! la zona sarebbe compatibile con questa ipotesi, certo potrebbe anche essere stata inghiottita tutta la Fortezza da Basso... A questa congettura il disgraziato ha un mezzo sorriso, il guaio artistico e monumentale sarebbe tremendo, però finalmente finirebbero gli ingorghi dovuti alle varie fiere della moda! No non è possibile... Però accende la radio caso mai dessero qualche notizia che giustifichi una situazione di tale portata.
Macché. Niente, la sua fantasia surriscaldata dal sole, dalla rabbia, dall'ansia si avventura in ipotesi sempre più azzardate. E se qualche fanatico islamico avesse peso in ostaggio l'Hotel Baglioni? O magari anche solo il bar davanti alla stazione: una azione in tono minore, ma insomma densa di pericoli e potenzialmente letale, sopratutto se il terrorista fosse intenzionato a pagare il cappuccino, a sentire il prezzo ogni pietà o remora cadrebbe e potrebbe essere una strage...
Finalmente dopo 50 minuti i due chilometri scarsi sono coperti e il povero automobilista può finalmente leggere in un cartello posto a centro metri dalla strada in questione: Via Guido Monaco chiusa, deviazione.
Niente altro a parte un restringimento di carreggiata che rende la chiusura ancora più devastante visto che si tratta della strada che porta alla stazione. Da quattro corsie si passa a due, scares.
A questo punto è tutto chiaro, ma nessun cartello indica un percorso alternativo per la stazione, non resta che seguire il flusso scanso accorgersi, solo dopo averla passata, che forse si poteva prendere una strada..... già mai I cartelli? E in fatti il tapino, mancata la deviazione, vede con la coda dell’occhio che la strada è semideserta…
Allora egregio sindaco Nardella – oltre a impedire che aprano McDonald in piazza Duomo, e di questo le siamo immensamente riconoscenti insieme alle generazioni future – che ne direbbe di occuparsi anche della quotidiana gestione della vista dei fiorentini o quanto meno sollecitare l’assessore competente a smettere di trastullarsi sulle piantine in scala 1a1000 e scendere per strada e vedere come funziona?
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