Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
I Bronzi di Riace sono in marmo, in legno o in bronzo. E poi “Come è denominato il complesso delle più grandi Terme della Roma antica costruito tra il 298 e il 300 d.C. e costituente oggi una delle sedi del Museo Nazionale Romano?”. Risposte possibili: “A Terme di Diocleziano, B Terme di Stigliano, C Terme di Saturnia”.
Sono questi due dei 4600 quesiti a risposta multipla che potrebbero essere estratti tra gli 80 sottoposti ai 19.479 candidati iscritti, che da martedì 26 luglio e fino al 4 agosto parteciperanno alla preselezione per il concorso che immetterà 500 nuovi funzionari nei ranghi dell’amministrazione del ministero dei Beni Culturali. E sul web impazzano le segnalazioni di errori o di scelte discutibili nei quesiti e nelle risposte – fra cui anche quella dello storico dell’arte Tomaso Montanari – che qualcuno avrebbe addirittura scoperto essere stati tratti da Wikipedia.
“Ma una volta accettata la prassi, che almeno la compilazione delle domande sia rigorosa”, scrivono gli esperti del gruppo Emergenza Cultura che sono orientati in una posizione critica verso le politiche culturali del governo Renzi e del ministro Franceschini. Gli esperti evidenziano errori marchiani.
Qualche esempio? Si chiede di specificare se “I banchi lignei (plutei) della Biblioteca michelangiolesca a Firenze furono realizzati da: a. Giorgio Vasari; b. Baccio Bandinelli; c. Giovanni Battista Tasso e Antonio di Marco di Giano, detto il Carota”. Ma secondo loro nessuna delle tre risposte è giusta, visto che, a detta di Vasari, furono fatti dagli intagliatori Giovan Battista del Cinque e Cianpino.
Tra le altre cose: “La statua bronzea del pugilatore conservata al Museo Nazionale Romano è firmata da un artista greco. Quale? a. Polidoros; b. Apollonios; c. Atenodoros”. Altro errore: il pugile non solo non è firmato, ma non è mai nemmeno stato attribuito con certezza ad alcun autore. Ma la protesta non riguarda solo l’utilizzo del quizzone per valutare candidati ma anche sui titoli molto esclusivi richiesti.
Una scelta che ha scatenato dure contestazioni, mentre ancora non appaiono chiare le altre prove scritte suddivise per le categorie messe a concorso. “Si premia il nozionismo, piuttosto che la capacità di analisi e di critica”, cosi si esprimono alcuni. E sembra sempre più probabile che il concorso possa essere bloccato da ricorsi che in molti già annunciano.
Come detto sono stati 19.479 i candidati iscritti (70% donne). In 3623 per un posto da funzionario architetto e ben 4700 per candidarsi al profilo professionale per la promozione e comunicazione. Gli aspiranti archeologi sono 3286 mentre a candidarsi per un posto di storio dell’arte sono stati in 2416. Nella classifica seguono i 2092 archivisti, i 1749 restauratori e poi 1092 aspiranti bibliotecari, fino ai 274 antropologi e 247 demo-etnoantropologi.
Ad occuparsi della fase concorsuale è il Formez che ha anche stilato la classifica della provenienza dei candidati che tenta la sorte per la preselezione dei prossimi giorni. Il 21,97% del totale dei candidati iscritti provengono dalla regione Lazio, seguono laCampania con il 13,81%, la Sicilia 8,98%, la Toscana 8,35%, la Lombardia 6,29%, il resto distribuito equamente su tutto il territorio, esclusa la percentuale dell’1,01% dei candidati provenienti dall’estero.
Un concorso necessario e di estrema importanza per il ministro Franceschini che cosi ha dichiarato: “Dopo nove anni il MiBACT torna finalmente ad assumere”. Per superare anni di tagli e di sacrifici, il bilanciodella cultura è ora aumentato del 36% e alle nuove risorse economiche si aggiungono quelle umane necessarie alla migliore tutela e valorizzazione del patrimonio. Ma anche su questo non mancano le contestazioni di interni ministeriali, che lamentano presunte discrezionalità sulla scelta dei direttori dei musei come per l’accorpamento delle società di servizio Ales ed Arcus per la gestione dei servizi di caffetteria e vendita, che come previsti dalla legge Ronckey dovrebbero vedere l’attuazione nei prossimi mesi. Una partita “politica” che pare contagiare anche le nomine dei sovrintendenti e la mancanza di personale nei maggiori siti culturali italiani.
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