Editoriale

Quando la satira diventa sciacallaggio: ma basta essere della parte giusta ….

Tra umorismo, diritto di satira e vilipendio c'è una notevole differenza. O almeno dovrebbe esserci.

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

lcuni, tutto è concesso: l’importante è essere di sinistra, democratici, meglio ancora se radical chic, magari nella variante tutta bergogliana del clerico-radical chic, a cui sembrano indulgere alcune vecchie icone del  laicismo come la Bonino e Scalfari, specie da quando Francesco le ha inserite nel calendario dei santi viventi.  Non solo: a chi appartenga a questo eletto e sceltissimo club, è permesso  dettar legge in tema di etica, morale, civiltà, diritto di parola e di cittadinanza politica degli altri etc; e anche di sputare impunemente su quelli che un tempo erano considerati i valori più sacri.

Uno per tutti: il rispetto per i morti. De mortuis nihil nisi bonum, recitava un vecchio adagio forse un po’ ipocrita ed eccessivo (è un po’ difficile dire qualcosa di buono di certi personaggi, soprattutto quando hanno finalmente liberato la terra dalla loro presenza), ma che poneva perlomeno un paletto: la morte è un limite oltre il quale non è più lecito infierire. Il perché, non dovrebbe essere necessario spiegarlo.

Sarà forse che la società contemporanea ha completamente “rimosso” l’idea della morte (ma non certo il suo timore) per cui tutto è ormai ridotto all’ hic et nunc, qui e ora: le preoccupazioni metafisiche non fanno più parte dell’ età dell’informatica.  Ci si ammala e si muore lo stesso ma si fa finta di poter esorcizzare il tutto con un click. Del resto ancora  non è possibile connettersi con l’Aldilà, per cui meglio archiviare e fare come se il problema non esistesse. Almeno per il momento …

Ma tutto questo, giustifica la totale, assoluta mancanza di rispetto nei confronti della morte, dei defunti e soprattutto di coloro che hanno avuto la disgrazia di una fine violenta o comunque non naturale? Già le stragi ci hanno abituato a una vera e propria oscena esibizione di poveri corpi martoriati, soprattutto da quando il web ha invaso la nostra vita quotidiana (ma anche la televisione, spesso, non è da meno). La pietas, classica  prima e soprattutto cristiana poi, che imponeva un minimo di riserbo e anche di pudore difronte ai resti di chi era stato una persona più o meno amata  e rispettata, ma pur sempre essere umano, è  un altro dei retaggi ormai del secolo scorso  che pure aveva già conosciuto ignobili spettacoli di bassa macelleria: piazzale Loreto per tutti.

Ci mancava, giustappunto, la satira. E’ davvero una ironia della storia che un genere nato nell’antica Roma come altamente etico e  morale (e a volte persino moralistico) si sia ormai trasformato, in troppi casi, in un puro pretesto per esibire oscenità, cattiveria e spesso anche stupidità.  Poco importa che dalla penna si sia ormai passati alla matita, e che ora il tutto sia concentrato nella icastica sintesi di una immagine e di una battuta. Non è il mezzo che conta, ma il modo. Le vignette di Forattini potevano essere a volte graffianti e urticanti (e soprattutto, intelligenti ed efficaci) ma mai oscene o blasfeme; mentre ancora oggi le vignette del bravissimo Alfio Krancic colpiscono a fondo senza mai varcare il limite della decenza. Eppure proprio a Krancic , su un noto social network, è stata contestata una vignetta in cui si ironizzava (sin troppo a ragione) su quelle che sarebbero state le conseguenze del terremoto, a livello di speculazione e simili; un’immagine che non sfiorava nemmeno le vittime della tragedia. Ma Krancic, si sa, non è di sinistra, anzi è proprio l’opposto, perciò non gli si può perdonare nulla: neppure il fatto di essere una delle rare intelligenze critiche del fronte opposto, dotato di una mano artisticamente felice.  Anzi è  proprio questo che non gli viene perdonato …

Per gli “altri”, invece, i Vauro, i Charlie Hebdo della situazione, indulgenza plenaria:  e sovente chi si indigna perché vede calpestati alcuni dei suoi affetti o convinzioni più care viene immediatamente esposto alla gogna del “politicamente corretto” come persona ottusa e “non democratica”. Così questi signori possono irridere in modo pesantissimo alla religione cristiana e infierire su persone appena scomparse (come dimenticare la vignetta di pessimo gusto di Vauro su Casaleggio, che per quanto potesse essere avversato, meritava almeno il rispetto davanti alla morte); per finire, appunto, alla vignetta del noto periodico francese di questi giorni,  che si permette di ironizzare persino sui terremotati, sui feriti e sui morti. Ridicoli i tentativi di minimizzare: c’è infatti chi sostiene che oggetto della satira non siano  le vittime, ma le mancanze, le carenze, insomma tutto quello che ha concorso a fare del sisma una tragedia dal bilancio pesantissimo. Dato ma non concesso che sia così, c’era bisogno di infierire su chi era stato già abbastanza colpito? Proprio l’esempio di Krancic dimostra che si poteva fare benissimo una cosa del genere senza mancare di rispetto a nessuno. Ma per questo occorrono, per l’appunto, civiltà, intelligenza e almeno un briciolo di umanità : tutte cose che non sono certo di sinistra, ormai si dovrebbe averlo compreso.

E a proposito: tutte le legioni di Je suis, non hanno nulla da dire?

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