Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Si ricomincia, dopo due mesi di vacanze, anche in Francia si ritorna a scuola. Per il collège (l’equivalente della scuola media inferiore italiana) è tempo di applicare la riforma Belkacem, fortemente voluta dal governo socialista. Riforma che rappresenta il vero e proprio colpo di grazia all’ école de la République, un tempo fiore all’occhiello della Francia.
Quella scuola che mirava a preparare il futuro, immergendo i suoi studenti nel glorioso passato della patria e dell’Europa.
La filosofa cattolica francese Simone Weil aveva colto meglio di tutti lo spirito di quella visione educativa:
“L'avvenire in sé non ci donerà nulla, non ci garantisce nulla; siamo noi che, chiamati a costruirlo, dobbiamo dargli tutto ciò che abbiamo, la nostra stessa vita. Ma per dare bisogna prima avere, e noi non abbiamo altra vita, altra linfa vitale, se non quella degli immensi tesori del passato, assimilati e trasmessi alle nuove generazioni. Di tutti i bisogni dell’animo di un uomo volto a costruire l’avvenire, nessuno è più importante del bisogno di un passato”.
Ecco cos’era la scuola repubblicana: un tempio sacro, dove con duro lavoro e sacrificio chiunque, figlio di ricchi borghesi o di proletari, poteva impadronirsi degli strumenti culturali necessari per costruirsi un futuro e trovare un posto nel mondo. Ho molti amici qui in Francia che hanno ormai tra i settantacinque e gli ottantacinque anni, tutti figli di poveri contadini e operai, che grazie a quella scuola sono diventati ingegneri, vulcanologi, professori universitari, etc.
Oggi, grazie agli sforzi del governo social-progressista, tutto questo non esiste più. Tutto è stato spazzato via. La sinistra è riuscita nell’impossibile: convincere le classi popolari che il mero conseguimento di un titolo di studio ha lo stesso valore di una solida e rigorosa trasmissione del sapere.
Risultato? 90% di diplomati nella scuola pubblica, diplomati destinati alla precarietà e alla disoccupazione. E i figli dei ricchi borghesi vanno nelle scuole private di eccellenza, costosissime e inaccessibili.
Ecco allora la riforma Belkacem: che cancella le sezioni europee, che elimina il latino, che dimentica il greco, che mira a sostituire in dieci anni l’italiano con l’arabo come principale seconda lingua straniera dopo l’inglese. Riforma che cancella dai programmi di storia il Medioevo, che fa tabula rasa dell’epopea del monachesimo francese, delle università medievali, delle Crociate, per far spazio ad un’insalata mista ideologica volta a convincere i giovani che la cultura islamica vale pari-pari quella dell’Europa cristiana. Si insegna l’islam, si dimentica la storia della nazione. Il colmo del colmo. Questo mentre nell’ultimo anno e mezzo trecentocinquanta francesi sono stati ammazzati sul suolo di Francia dai musulmani…
Un insegnamento della storia ormai spezzettato in tematiche senza più alcun rispetto della cronologia, che in pochi anni (introdotto dalla liberal riforma precedente) ha avuto effetti devastanti su ragazzi ormai completamente disorientati di fronte alla storia. Un esempio? Qualche mese fa chiesi ad una classe (di liceo) quando fosse nato Gesù Cristo. Risposte: nel 100 a.C, nel 1000 a.C nel 400 d.C e così via. E non si trattava affatto di una classe di scavezzacolli.
Dalla salita al potere della sinistra di Mitterand, nel 1981, la scuola francese ha iniziato un inarrestabile declino (cui i governi di centro-destra liberali hanno colpevolmente contribuito).
Sottratta dalla responsabilità degli insegnanti, degli accademici di Francia e del mondo della cultura in generale, la scuola è stata consegnata nelle mani di un esercito di sociologi, pedagoghi, psicologi, tutti imbevuti delle nuove dottrine provenienti dalle università californiane e del New England, o ancora ciechi ammiratori dei modelli scandinavi (che, uno dopo l’altro, si stanno rivelando disastrosi).
Risultato? Le menti più lucide del panorama intellettuale francese (Robert Redeker, Alain Finkielkraut, Eric Zemmour, Natacha Polony) non hanno dubbi: l’école de la République è diventata la scuola dell’ignoranza, la scuola dell’ imparare a imparare .
Voluta, pianificata, organizzata, la distruzione della scuola persegue inesorabilmente lo stesso obiettivo dai tempi della Rivoluzione Francese: la creazione de l’homme nouveau, rimpiazzare l’uomo europeo che esiste in ogni nazione europea con un uomo nuovo, senza radici, senza famiglia, senza patria, senza religione, intercambiabile e fungibile con ogni altro uomo del pianeta. Che se poi è disposto a stare a casa buonobuono, a prendere il sussidio o ad entrare nel massacrante frullatore della precarietà lavorativa… meglio!!!
La chiamano égalité, in realtà è pure équivalence, indifferenza tra un individuo e un altro.
In nome dell’égalité la sinistra ha cancellato ogni speranza per le classi popolari di avere una scuola gratuita di qualità, attraverso la soppressione di ogni difficoltà, di ogni contenuto concreto, di ogni disciplina. Una scuola sempre pronta a sdraiarsi alle istanze dell’islam nella quale ogni immanenza, ogni comunitarismo trova legittimità, dove ogni prepotente detta legge grazie all’ideologia di Foucault e della sua révolution permanente, nel disprezzo più totale del popolo e della cultura della nazione.
Inserito da IvyDrync il 01/04/2022 13:45:49
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Inserito da VombStobe il 08/12/2021 16:42:11
Il professore e la dignità della scuola; una battaglia da Don Chisciotte?
EI FU. L'anniversario di un personaggio sicuramente controverso, ma le vestali del politically correct ....
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