Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
È l’ultimo, ma non sarà l’ultimo, delirio dei fedeli dell’Isis: lo sterminio dei gatti. Lo si attribuisce a una “fatwa” di qualcuno dei loro “imam”. Se così fosse questo fatto sarebbe l’ennesima ed ulteriore riconferma che tale ideologia nulla ha a che vedere con l’Islam, con la fede islamica e con la cultura islamica. Se così fosse è il solito problema delle psicopatologie personali di alcuni ndividui, non importa quale sia la loro fede religiosa, aggravata da un pesante uso di sostanze stupefacenti abilmente fornite dai servizi segreti e militari di quei paesi che hanno buon gioco in tutto ciò.
Evidentemente chi perpetra o cercherà di mettere in pratica tale genocidio felino, non soltanto non è degno di essere chiamato “muslìm”, ma soprattutto dimostra la propria totale ignoranza persino nei confronti del Profeta Muhammad e del Libro.
Gli psicopatici dell’Isis ben dovrebbero sapere che Muhammad amava i gatti, e che secondo un antico detto arabo “Dove ci sono gatti, gli entrano gli angeli”, mentre in Turchia si dice “Se hai ucciso un gatto, devi costruire una moschea per essere perdonato da Dio”. Infatti per i fedeli dell’Islam il gatto è un animale che simboleggia la purezza e che gode d’un posto d’onore nel cuore del Profeta.
Infatti Muhammad aveva una gatta di nome Muezza che adorava, e al loro rapporto si devono molti “hadith”, secondo questi Muezza lo avrebbe salvato da un serpente velenoso introdottosi nascostamente nella sua veste. Dopo tale evento Muhammad l’avrebbe accarezzata tre volte sul dorso e i “segni” lasciati dalle sue dita sul vello dell’animale sono la causa delle striature che vediamo sul mantello di molti gatti. Il Profeta poi fece dono ai gatti di nove vite, di un posto in Paradiso e della capacità di atterrare sempre sulle quattro zampe da qualsiasi altezza cadano. Una notte lo stesso Muhammad avrebbe preferito tagliare un lembo del proprio abito sul quale si era addormentata la gatta, pur di non svegliarla.
Nel Corano quindi i gatti hanno una posizione speciale, essi sono gli unici animali ammessi all’interno delle moschee e in svariati “hadith” si parla di una vera e propria ricompensa per coloro che hanno cura di loro e della condanna agli Inferi invece per quelli che li maltrattano.
I piccoli felini possono dunque essere accolti nelle case perché non sono impuri, anzi sono utili perché eliminano altre bestie che potrebbero essere nocive. Che non siano animali impuri lo riferisce un “hadith”: ”Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: ‘Essi (i gatti) non sono impuri, anzi sono di quelli che vanno in giro tra di voi.’ Un altro riporta: “Una donna andò all’inferno a causa di un gatto che aveva legato e non alimentato, né lasciato libero di nutrirsi degli animali della terra“. Infine un terzo “hadith” dice che Sahaabi Abu Hurayrah (letteralmente "Padre del gattino") sia stato chiamato così perché aveva l'abitudine di amare i gatti e tenerli presso di se.
Insomma le stesse “regole” e attenzioni che i Crociati introdussero nell’Europa cristiana portando gli antenati del nostro gatto europeo – il Soriano ovvero il Syriano – e gli antenati dei nostri Certosini – dai quali tutti gli altri ”grigi” – che non a caso così vennero chiamati per essere ben presto divenuti i migliori compagni di monaci e cavalieri, essendo prodigiosi combattenti e incessanti nemici d’ogni ratto. Infine concludiamo con la leggenda cristiana – conosciuta anche dai musulmani che riconoscono Cristo e Maria Vergine – dove si narra che durante la notte della nascita di Gesù, a pochi passi nella stessa grotta, abbia messo al mondo i suoi micetti anche una gatta. Per questo Maria, accarezzandola sulla testa, le impresse il caratteristico segno a forma di “M” che è presente sulla fronte di molti gatti, identificandone così la superiorità su altri animali in quanto “Stirpe Regale” e se persino il Patriarca Noè, a bordo del suo legno, sulle procellose onde del diluvio ha chiesto al Signore di aiutarlo contri i topi che infestavano il naviglio, facendo sì che Egli creasse il gatto utilizzando lo starnuto d’un leone… ebbene, credo che ci siano motivi a sufficienza per rendere manifesta la brutale follia di questi criminali assassini dell’Isis che si fanno chiamare “musulmani”.
Inserito da Francesco il 14/10/2016 22:20:00
Condivido e aggiungo che ci si mette anche l'UNESCO e altre nazioni a mutilare ISRAELE e, insieme ad esso, i CRISTIANI. Per esempio, secondo loro, nel Vangelo di Matteo 21,12, il famoso episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio andrà letto così: “Gesù entrò poi nel tempio cioè nella moschea di Al Aqsa Al Haram Al Sharif e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe […].” Ma i Cristiani dove sono per far sentire la loro voce e dire, BASTA! Diamo a "ISRAELE quel che è di ISRAELE".
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