Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
hissà perché? chissà perché una dichiarazione del Presidente della Repubblica registrata il 16 gennaio viene resa nota solo adesso dopo oltre due mesi.
Si dirà che è dovuto alla data della messa in onda della trasmissione che conteneva questa dichiarazione. Certo, è la lectio facilior. Però chi conosce appena un poco il mondo dell’informazione sa che le notizie, a prescindere dai palinsesti, escono quando fa comodo a qualcuno.
O almeno quando non possono danneggiare qualcun altro.
Napolitano ha detto che non si ricandiderà. E ci mancherebbe altro, sarebbe almeno presuntuoso verso le statistiche sull’aspettativa di vita pensare ad un altro settennato alla soglia dei 90 anni.
Poi ha detto una cosa apparentemente bella, ovvero che dopo di lui vedrebbe bene una donna e che sarebbe necessario superare i forti pregiudizi che fino ad ora hanno impedito la candidatura femminile al Colle.
Evviva Napolitano! Verrebbe da dire a caldo, finalmente l’autorevole voce del Quirinale a favore del potere alle donne.
Scusate, ma questa faccenda non mi convince. Mi sembra frutto di una retorica finalizzata a complicare con il gioco della successione utilizzando il politicamente corretto, anzi correttissimo, onde sparigliare le carte.
Vogliamo dirla tutta? Vien da pensare che il messaggio sia: scegliamo anche una donna purché non sia Berlusconi a succedermi.
Nel gioco della politica, e della nostra in particolare, niente è mai come appare e i messaggi trasversali sono il sistema più comune di affermazione di una linea intesa a escludere qualcosa piuttosto che dichiarare una volontà positiva.
Negli ultimi tempi Berlusconi ha tenuto un basso profilo, ha ceduto il passo ad Alfano, dopo il famoso quidnon ha più straparlato. Sembra essersi ritirato a fare il padre nobile di un centro-destra che cerca di ritrovare coordinate comuni e condivise per presentarsi agli elettori nel 2013 con la speranza di non essere massacrato nelle urne, ma di riportare almeno una dignitosa sconfitta tale da rappresentare una opposizione almeno credibile.
In questa prospettiva le votazioni che il nuovo Parlamento verrà chiamato a fare per eleggere il successore di Napolitano potrebbero essere il frutto di un accordo pre-elettorale una sorta di gentlemen agreement fra centro-destra e centro-sinistra.
La coalizione guidata da Bersani, incapace di trovare un punto di intesa comune fra le varie anime tale da permettergli di rappresentare una credibile successione al governo dei tecnici, e logorata dal tira e molla fra le esigenze dell’elettorato (ostile alle riforme tendenzialmente liberiste e sicuramente antipopolari) e quelle del dovuto sostegno a Monti per non fare la parte dei disfattisti, potrebbe trattare con il centro destra (anch’esso non in grado di raccogliere i consensi necessari a governare con un minimo di stabilità che non riporti il paese al disastro).
Una spartizione dei poteri in nome di una situazione sufficientemente solida anche di fronte ai mercati internazionali sempre pronti a farci lo sgambetto.
Quello che non ci possiamo permettere è che dalle urne del 2013 esca un governicchio zoppo o fragile, frutto di una vittoria di una parte di stretta misura. Il sistema elettorale, ancora sostanzialmente bipolare per quanto dissennatamente concepito, non permette alleanze fra parti che non siano congrue fra loro oltre ogni scossone, la storia recente ce lo ha dimostrato ampiamente. E se fino all’altro ieri si potevano rischiare sodalizi non granitici, da ora in poi è impossibile.
Certo, nel giro di sei-otto mesi si potrebbe cambiare la legge elettorale, ma ormai anche a questa ipotesi non ci crede più nessuno, non è pensabile un ritorno al proporzionale e ben che vada si potrebbe ambire a modificare solo il sistema della “nomina parlamentare”.
Si obbietterà che bisogna fare i conti con il terzo polo. Da una parte Fini con la sua mania di sciogliere i partiti pur di opporsi a Berlusconi e soprattutto creare il proprio personale percorso politico, di cui però non ha neppur lui chiarissime le coordinate.
Casini, eccellente matrice democristiana, sa che la mediazione è indispensabile per gestire il potere.
Rutelli con l’affaire Lusi si è ormai giocato ogni chance di rappresentare anche solo un piccolo punto di riferimento credibile e non sembra in grado di dettare legge a chi che sia.
I tre insieme rappresentano certo un punto di vista dotato di un numero di estimatori sicuramente inferiore al numero potenziale di elettori.
Poi ci potrebbero essere gli outsider, ci potrebbe essere qualche tecnico del governo Monti da investire del ruolo di Premier, ma anche in questo caso si tratterebbe di legarsi ad una delle due coalizioni di destra o di sinistra e nessuno dei tecnici sembrerebbe avere la caratura da far vincere uno dei poli in maniera convincente.
Per ora questo è lo scenario più credibile, e in questo scenario Berlusconi potrebbe ambire al Quirinale. Per qualcuno sarebbe un sogno per altri un incubo.
Napolitano questo lo sa e allora ecco la dichiarazione a favore di una donna fatta in un contesto assolutamente non politico, l’incontro con dei bambini, ma divulgata con una tempistica assai sospetta.
Inserito da Marco il 26/03/2012 16:27:43
Gentile dottoressa, ho letto con attenzione il suo articolo: è molto equilibrato ed anche politicamente corretto. Ha ragione, l'idea che Berlusconi salga al Colle per qualcuno è incubo. Tra questi annoveri appunto il sottoscritto. Quest'uomo, arrivato al potere con la grande ambizione del comandante in grado di salvare la nave italia dal pericolo dei comunisti, si è ritirato a fare il padre nobile del centro - destra, lasciando il Paese stesso in una situazione economica gravissima, dopo aver negato la crisi per tanto tempo e dopo aver danneggiato l'immagine dell'Italia con i suoi tutt'altro che onorevoli comportamenti nella sua vita privata. Sì, cara direttrice, pensare quest'uomo al Quirinale è un incubo. E se Napolitano per escludere a priori questo ha pensato ad una donna, per me ha fatto benissimo. Salvo che questa non sia nemmeno lontana parente della nipote di Mubarac.
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