Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Cosa può collegare il grande Amadeus con le malefatte del fiume Arno? Non certo i soggiorni del grande salisburghese a Firenze, anche perché in quelle circostanze, almeno a quanto pare, il fiume non ci fece fare figuracce. Soltanto e semplicemente, dunque, le proposte dei maggiori teatri fiorentini, Il teatro della Toscana e l’Opera di Firenze, le cui prossime ricche ed interessanti proposte ricordano il terribile e ormai prossimo anniversario della grande alluvione del 1966 e tanti appuntamenti con Mozart, sicuramente uno dei più grandi compositori della storia.
Alluvione 50 anni dopo: il fiume e la città. Il 4 novembre del 1966 scoppiò in un certo senso una nuova guerra: quella dell’Arno contro Firenze. Uno scontro che non ebbe solo vittime umane (che purtroppo comunque ci furono) ma anche monumenti, libri antichi, opere d’arte. Il celebre Crocifisso di Cimabue divenne una sorta di emblema del martirio della città Toscana, che fece il giro del mondo raccogliendo anche splendidi esempi di solidarietà.
La Fondazione Teatro della Toscana vuole ricordare tutto questo senza però … dare la colpa all’acqua (giustamente, peraltro) con una serie di appuntamenti di diverso tipo, ma tutti di grande interesse.
Nel ’66 quell’acqua arrivò al massimo di 13 metri sul livello stradale di Firenze: Fincostassù è lo spettacolo che il giornalista e drammaturgo Alberto Severi ha scritto per Marco Zannoni e la regia di Lorenzo Degl’Innocenti. Una sorta di spartito a più voci per attore solo, trascinato a testimoniare le varie fasi della catastrofe, assumendo di volta in volta l’identità di traghettatore beone o di sommesso eroe dell’acquedotto, di acida bottegaia o di cacciatore spaccone, di pittore dongiovanni o di pretino di curia, di rigattiere filosofo o di ciarliera moglie dell’orefice di Ponte Vecchio. Una produzione Fondazione Teatro della Toscana. In prima nazionale al Teatro Niccolini (11-13 / 15-16 novembre).
Al teatro studio Mila Pieralli di Scandicci il 22 e il 23 novembre ci sarà invece il filo dell’acqua (produzione Arca Azzurra) scritto da Francesco Niccolini, regia di Roberto Aldorasi e dello stesso Niccolini: in scena Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, tre voci per un canto che intreccia poesia, storia e memoria di chi c’era. Suoni, rumori, immagini, tutto che scorre con l’acqua che mescola e travolge ogni cosa.
In prima nazionale al Teatro Niccolini Oltre gli argini, regia di Mario Mattia Giorgetti, produzione C.A.M.A. (17 novembre) di Paula Presciuttini interpretato da Gionni Voltan: un testo tutto costruito su quel sarcasmo fiorentino che può sembrare cinismo puro, ma che invece è parte di uno spirito che ha permesso alla città di non soccombere al disastro. Il 9 Novembre (ore 18) al teatro della Pergola la proiezione di un film: Non è successo nulla – appunti visivi di un laboratorio teatrale, prodotto da Dinamo Film, in collaborazione con Caterina Poggesi / Fosca e Cesare Torricelli. Si tratta di una pellicola che narra di come un gruppo di ragazzi rivisitò nel 2006, dopo una serie di studi al Teatro della Pergola, il tema dell’Alluvione. Oggi quei ragazzi diventati adulti parteciperanno alla proiezione dell’opera mai più proiettata da allora.
Ancora per il Teatro della Toscana da segnalare, alla Pergola di Firenze, alcune repliche de L’uomo dal fiore in bocca interpretato da Gabriele Lavia, in sostituzione del previsto spettacolo Teatro del Porto, regia di Maurizio Scaparro con protagonista Massimo Ranieri. Un infortunio occorso all’attore ha fatto slittare lo spettacolo alla primavera: questa contingenza, e il gran numero di richieste per L’uomo dal fiore in bocca …e non solo, ha suggerito di trasferirne alcune repliche al Teatro della Pergola: da sabato 29 ottobre a venerdì 4 novembre l’allestimento diretto e interpretato da Gabriele Lavia, con Michele Demaria e Barbara Alesse, produzione Fondazione Teatro della Toscana e Teatro Stabile di Genova, sarà quindi spostato dal Niccolini alla Pergola.
Per quanto riguarda l’Opera di Firenze, parte invece l’attesissimo ciclo Mozart, in uno sfondo davvero d’eccezione: la Sala Bianca di Palazzo Pitti. Con l’accordo siglato tra la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e le Gallerie degli Uffizi, rappresentati dal Sovrintendente dell’Opera di Firenze Francesco Bianchi e dal Direttore Eike Schmidt , si inaugura, presso la Sala Bianca di Palazzo Pitti una breve rassegna sinfonica, composta da 10 appuntamenti. Il prossimo 29 ottobre, alle ore 17.00, verrà eseguito il concerto del primo “Ciclo Mozart”, che si protrarrà fino al mese di dicembre. “Si aprono ora alla Fondazione le porte della fastosa Sala Bianca, luogo d’incomparabile e raffinata bellezza, nonché cornice ideale per ospitare il triennale “Ciclo Mozart”, destinato a presentare degnamente l’esecuzione delle sinfonie e concerti del compositore salisburghese” ha dichiarato Francesco Bianchi, mentre Schmidt ha ricordato che “La Sala Bianca, con l’immacolato splendore dei suoi stucchi neoclassici, si armonizza molto bene alle settecentesche e sempre contemporanee note mozartiane. Ma la connessione è ancora più pertinente se pensiamo che il grande genio della musica classica – allora quattordicenne – ebbe modo di rincontrare proprio a Pitti il Granduca lorenese Pietro Leopoldo, poco prima di esibirsi al clavicembalo, nella villa suburbana del Poggio Imperiale, la sera del 2 aprile 1770, insieme al livornese Pietro Nardini, primo violinista di corte, con cui eseguì alcune sonate di Luigi Boccherini.”
Il programma del primo appuntamento prevede l’esecuzione delle sinfonie n. 2 e 42, insieme ad altre composizioni “d’epoca”: tre sinfonie dei figli di Bach. Suona l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Nicola Valentini.
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