Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
risultati, ormai acquisiti, non danno alcun motivo, a nessuno, di esultare. I commenti delle prime ore sembrano dimenticare che non ha vinto il no nel merito, che non ha vinto la vecchia costituzione che gli italiani hanno voluto mantenere nella forma della sua nascita. Nello stesso modo non ha vinto il centrodestra che aveva sostenuto il no, non hanno vinto i grillini pronti a dichiarare che si poteva anche perdere, non ha vinto la sinistra dissidente del pd che ha usato il referendum per regolare i conti con il segretario poco amato.
Ovviamente ha perso Renzi, e ha perso malamente punito duramente per un'arroganza imperdonabile quando si commettono errori elementari come quello di non spacchettare i quesiti referendari proponendo all'elettorato una scelta secca e unica che non poteva non diventare (a prescindere dal fatto che lo stesso Renzi l'ha inizialmente impostato in questo modo) un giudizio sul governo del premier. Errori, come abbiamo già scritto, come quello di non allontanare la Boschi dopo il caso di Banca Etruria, che lo ha reso, nel giudizio degli elettori, uguale a quella casta che si proponeva di combattere, tanto è ormai invisa agli italiani. Errori di inesperienza come l'appoggio dato alla Clinton, invece di un sereno e dignitoso silenzio in una faccenda nella quale non aveva comunque voce in capitolo. Errori di superficialità, denunciati a suo tempo dal mondo diplomatico, che lo hanno portato a fare dichiarazioni in dissenso con le politiche europee scanso poi, nel merito quando occorreva dar seguito alle parole, non supportare il lavoro di coloro che avrebbero dovuto, appunto con le armi della diplomazia, ottenere almeno una parte di quanto richiesto in brillanti interventi pubblici.
Ma questo è il passato, oramai inemendabile. Oggi dobbiamo registrare che hanno vinto gli italiani che si sono stufati di vivere male, hanno vinto gli italiani che non hanno detto no alle modifiche della Costituzione, ma hanno detto no ad una politica che negli ultimi 5 anni li ha impoveriti in maniera ormai insostenibile; ad una politica che ha ridotto gli stipendi al punto da togliere ogni interesse, stimolo meritocratico, e soprattutto ha reso difficile a troppi arrivare alla fine del mese. Hanno detto no ad una politica che, fra 80 euro e qualche aumentino qua e là, ha cancellato le differenze o quantomeno si è indirizzata in tale senso, così chi prima guadagnava 100 in virtù del valore del proprio lavoro e professionalità si è visto bloccare ogni crescita, concessa invece (in maniera sacrosanta, ma comparativamente ingiusta) a chi guadagnava meno di lui. E chi guadagnava cento non erano i supemanager per i quali i compensi non sono mai calati in maniera tale da metterli in difficoltà economica, erano i milioni di cittadini del vecchio ceto medio che ieri sono andati in massa a dire NO, per dire: ora basta!
Ora basta ai privilegi, compresi quelli costosissimi delle regioni a statuto speciale che noi paghiamo, e che la riforma non aveva neppure sfiorato. Basta alla politica che pensa di creare giustizia ed equità sociale solo all'interno di una parte della società, classe media e medio-bassa, lasciando inalterati i privilegi di pochi con l'argomento ( implicito) che quelli hanno avvocati che in caso di contestazioni fiscali fanno il diavolo a quattro e alla fine ottenere da loro il dovuto è lungo, difficile e non è detto che ci si riesca, mentre l'impiegato, il piccolo commerciante, l'insegnante perseguitati dal fisco per qualche multa arretrata vengono macellati senza pietà, ma loro sono tanti e non possono difendersi e dunque l'introito è assicurato.
Gli italiani andando a votare in massa NO, non hanno voluto punire solo Renzi, forse fra i meno colpevoli e a noi francamente più simpatico di altri, hanno voluto punire una politica che sta dichiarando fallimento in tutto il mondo come dimostrano la Brexit e Trump, una politica che ha mostrato di essere scollata in maniera drammatica dai cittadini, una politica cominciata con la dissennata introduzione dell'euro e la sua gestione ancora piú squinternata.
Dunque ha vinto la protesta popolare, ma è una vittoria di Pirro perché ogni protesta che non abbia una chiara alternativa non porta niente di buono oltre la legittima espressione di indignazione.
La sinistra ora non ha un leader visto che Renzi è stato sconfitto, la destra non lo aveva prima e non si vede chi potrebbe proporsi alla guida di una coalizione in grado di realizzare quel che gli italiani che hanno votato no desiderano. Il M5S resta il più papabile per conquistare consenso, ma sarebbe un altro disastro come Roma sta dimostrando.
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
Quel che la Corte Suprema non ha considerando riguardo al divorzio
Perché la destra sta sparendo dall'agone politico
Mettete la museruola ai genitori incoscienti
Se le donne vincono quando in politica i migliori rinunciano