Epifania

Streghe e befane, non facciamo confusione

Detestabile lo scherzoso epiteto che certi uomini attribuiscono alle donne, equivocando per ignoranza ... e un po' troppa superficialità

di Dalmazio Frau

Streghe e befane, non facciamo confusione

La festività della Befana, ovvero l’Epifania, è in realtà molto anteriore al cristianesimo. Così lo è la figura della “Vecchia” che la rappresenta iconograficamente, forse un ricordo di antiche divinità lunari, un’eco di quelle nordiche per finire con l’attuale immagine di una strega in abiti zingareschi a cavallo dell’ovvia scopa. Befana che fu dunque un ricettacolo di grandi arcane sapienze trasferite poi al floklore popolare, sino alla Befana “fascista” o a quella romana di Piazza Navona e ad innumerevoli altre.

La Befana è quella che “vien di notte con le scarpe tutte rotte”, porta doni ai buoni e punisce i rei, è una “bilancia”, una creatura sovrannaturale che riequilibra il Cosmo sconvolto dal male compiuto dagli uomini. Una leggenda medievale racconta di come i Magi in cerca del Re del Mondo, chiesero ad una vecchia incontrata sul cammino d’indicar loro la strada per raggiungere il luogo ove Egli era nato. I Tre Re insistettero per convincere la donna anziana ad andare con loro e portare i doni al Salvatore, ma lei non volle seguirli. I Magi la lasciarono e ripresero il cammino. Dopo la vecchina, pentitasi di non aver voluto rendere omaggio al Santo Bambino, preparò dei dolci e si mise in cammino cercando il corteo dei Re Magi. Cercandoli disperatamente si fermava ad ogni casa dove era un bambino, donando i suoi dolci nella speranza che questi fosse il Re del Cielo. Da allora, infaticabile, vaga per il mondo consegnando dolci ai bambini in cerca di un perdono per se stessa e per la sua accidia. Sì, è una storia di “maledizione”, di “erranza” non molto diversa da quella che riguarda Aasvero o Cartafilo… Ma così è l’Equilibrio Cosmico.

Invece, giunti al giorno d’oggi, ho sempre trovato detestabile, banale, imbecille addirittura, la consueta battuta “maschilista” rivolta a donne, ragazze, amiche, mogli e sucere che li vede far loro gli “auguri” per la Befana, alludendo al fatto che sarebbero tutte vecchie streghe. D’accordo, a volte lo sono, qualcuna lo è, per esempio alcune “insospettabili” in ambienti esoterici e culturali, altre in campo politico, sedute sui più alti scranni del Parlamento italiano o a Bruxelles, nel settore giornalistico… e chi più ne ha ne metta… ma non sono Befane, sono vere e proprie streghe, di quelle che dipingeva Salvatora Rosa e che sino a non molto tempo fa infestavano le paludi pontine tra Roma e Napoli, o come quelle ritratte dal Goya o peggio di tutte, le megere dalle carni cadenti disegnate da Albrecht Dürer nelle sue incisioni.

Quindi prima di fare la solita, scontata battuta, amici miei… pensateci. Le streghe sono altre, e sono là dove non volete vederle.

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