Editoriale

Politicamente corretto ... al volo!

Il noto trio canoro sdegna l'invito di Trump a cantare per il suo insediamento.

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

ta volta non hanno davvero decollato. I tre giovani cantanti del Volo sono saliti agli onori delle cronache non per qualche ghiribizzo canoro, ma per una “stecca” davvero memorabile: una sviolinata al politically correct che potevano francamente anche risparmiarsi. La vicenda è ormai arcinota, diventata uno dei grandi argomenti per i soliti leoni della tastiera: Donald Trump invita il trio alla sua cerimonia d’insediamento alla Casa Bianca. Questo può sollevare qualche perplessità sui gusti musicali del futuro inquilino della Casa Bianca, ma tant’è…. I tre  però snobbano e declinano: “Abbiamo rifiutato il suo invito perché non siamo mai stati d’accordo con le sue idee: non possiamo appoggiare un uomo che ha basato la sua ascesa politica sul populismo oltre che su atteggiamenti xenofobi e razzisti”[1]  dichiarano con sussiego, scatenando una ridda di polemiche e anche commenti al calor bianco come quelli di Vittorio Sgarbi.  Alle polemiche risponde Piero Barone, che con Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble forma il complesso vocale:  “'Siete cantanti, vi hanno chiamato, dunque cantate', con questo semplice ragionamento personaggi pubblici, leoni da tastiera e odiatori seriali si stanno accanendo contro le nostre recenti affermazioni", cinguetta Barone su Twitter.

''Dunque per la logica che loro rivendicano, un cantante 'deve' cantare, non deve avere un pensiero critico. Sono sicuro che nel caso avessimo detto sì, cantando alla cerimonia di insediamento, le critiche sarebbero state le stesse, forse peggiori",  continua il messaggio. "Ecco quindi che siamo stati solo la quotidiana dose di odio di cui si nutre il dibattito social, domani toccherà ad altri o ad altre cose. Rimango del parere che un cantante  non è un cd ma una persona libera di scegliere 'come', 'quando', 'per chi' cantare".[2]

Non varrebbe nemmeno la pena di occuparsi di una vicenda tutto sommato stupida e insignificante, se non fosse per i risvolti – nauseanti e nauseabondi – che essa emana, un lezzo francamente sempre più insopportabile: quello del “politicamente corretto”, delle mosche cocchiere de noantri  che si sentono in dovere di alzare il ditino e impartire lezioni non richieste al prossimo. Anche quando, più che di mosche, è il casi di parlare di moscerini, se si considera che ci troviamo difonte a tre ragazzotti a cui forse il successo ha dato “leggermente” alla testa, il più “anziano” dei quali ha la bellezza di 23 anni: proprio il sig. Barone,  baritono (così almeno viene definito) del gruppo. C’è da immaginarsi le profonde e ampie conoscenze di politica internazionale che i tre signorini in questione avranno avuto tempo e modo di immagazzinare, tra un gorgheggio e l’altro.

Ma non tanto questo il punto, e quanto a Barone, non si può neppure dire che il suo discorso sia del tutto sbagliato. Sicuramente un cantante non è un cd, ha diritto di avere delle sue opinioni e anche di rifiutare una proposta di lavoro, per quanto prestigiosa possa essere, se non gli aggrada.  C’è però un piccolo particolare. Se si limita a un secco “no grazie”, allora nessuno ha il diritto di mettere il naso nella vicenda.  Ma se invece approfitta della sua posizione, diciamo così” di personaggio pubblico" per impartire il suo fervorino moralistico sulla faccenda (dato ma non concesso che le motivazioni siano in tutto o in parte solo quelle, ma questo è un altro discorso), non può poi mettersi a piagnucolare se qualcuno non gradisce e reagisce.  Perché sicuramente, caro sig. Barone, lei e i suoi colleghi avreste potuto o accettare senza che la cosa avesse la benché minima compromissione “ideologica” nella vicenda (non  è necessario supporre che tra gli arredatori e gli addetti delle pulizie della serata non ce ne sia neppure uno che abbia votato per la Clinton) oppure elegantemente defilarvi; nel qual caso, la vostra posizione sarebbe stata rispettabile e forse persino ammirevole. Invece tocca sentire ancora una volta le solite “parole d’ordine” ;  populista, xenofobo, razzista … ci mancava solo fascista e poi avremmo avuto anche il dessert. Tutto questo nei confronti di un personaggio che comunque lo si voglia giudicare, ancora non ha governato un solo minuto.

Già. Verrebbe da sapere se abbiano avuto gli stessi scrupoli i vip che  venerdì sera hanno partecipato alla serata d’addio di Barak Obama, probabilmente il Nobel per la pace più guerrafondaio della storia; o se i gli strilloncini nostrani avrebbero manifestato le stesse perplessità se avesse vinto dama Hillary, che quanto a spirito guerrafondaio non era seconda a nessuno e – non si dimentichi – nei quattro anni in cui è stata segretario di stato Usa “qualche responsabilità” nei vari disastri mediorientali ce la dovrebbe pur avere, per non parlare dei suoi inquietanti rapporti con l’Isis.

Insomma: non bastano Bergoglio,Scalfari e le varie pitonesse della situazione a farci la morale e a dirci cosa dobbiamo pensare.  Ci mancava solo il Volo a cantarcele.  I nostri vecchi avevano un modo di dire molto efficace: “anche alle pulci gli viene la tosse”. Senza offesa per le pulci, ovviamente ….

 

 

 



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