Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Una storia quasi millenaria, che rischia di infrangersi per le smanie dittatoriali del papa venuto dalla fine del mondo o meglio a provocare la fine di un mondo: quello cattolico, per l’appunto. L’ultima vicenda, quella del conflitto di Bergoglio con l’Ordine di Malta, lascia sconcertati sia per i fatti che per i modi, che contrastano più che mai con l’immagine che l’argentino e i suoi potenti sostenitori mediatici tutti o quasi rigorosamente sinistri e radical – chic, vogliono accreditare: quella di un papato benevolente e misericordioso, con un pontefice che va a comprare le scarpe in centro come un borghese qualsiasi, ma che poi non esita a comportarsi come un qualsiasi tirannello sudamericano; e per giunta poco dopo essersi permesso, nel suo solito modo ambiguo, di accostare la figura del neopresidente americano Trump a Hitler. C’è da tremare a immaginarsi cosa sarebbe accaduto, se uno dei suoi ultimi predecessori (e soprattutto il povero Benedetto) avesse osato quello che abitualmente si permette lui.
Non è la prima volta, infatti, che Bergoglio usa le armi del commissariamento contro coloro che non sono in odore di santità, il che per lui significa essere in tutto e per tutto conformi alla sua linea di mancanza di chiarezza, di sbandamento dottrinale (vedasi il caso dell’Amoris Laetitia e di quei suoi passaggi ambigui su cui appunto alcuni Cardinali hanno avanzato dei dubbi) di “magistero liquido”, come viene definito, ma forse sarebbe meglio dire annacquato se non adulterato. Ne sanno qualcosa i Francescani dell’Immacolata, ordine sino a poco tempo fa fiorente e incredibilmente ricco di vocazioni, su cui, con tanto di approvazione papale, è calata la scure di un commissariamento brutale che ne ha sconvolto la fisionomia, senza che peraltro se ne siano mai ben comprese le motivazioni, almeno quelle “ufficiali”. Ma quest’ultimo caso è per certi aspetti ancora più clamoroso.
La nascita dell’ordine di San Giovanni si può far risalire al 1048, quando alcuni mercanti amalfitani ottennero dal califfo d’Egitto il permesso di poter costruire nella città santa di Gerusalemme una chiesa un convento e un ospedale, in cui assistere pellegrini di ogni fede e razza. Fu poi con la bolla del 15 febbraio 1113 che papa Pasquale II pose l’Ospedale di San Giovanni sotto la tutela della chiesa. L’Ospedale divenne così un ordine religioso laicale, con diritto di eleggere liberamente i propri superiori senza interferenza alcuna, laica o religiosa . I cavalieri erano però religiosi, vincolati dai voti monastici di povertà, castità, obbedienza. Con la nascita del regno di Gerusalemme, l’Ordine prende su di sè anche l’onere della difesa militare di malati e pellegrini, proteggendo in armi i propri centri medici e le più importanti vie di comunicazione: e come l’Ordine del Tempio, con cui ha tanti punti in comune, assume anche la Tuitio Fidei, la difesa della fede.
Non è certo possibile seguire i monaci cavalieri nella loro cavalcata attraverso i secoli, in cui hanno scritto pagine spesso eroiche e gloriose. L’Ordine dominò su alcuni territori, cambiando spesso denominazione di conseguenza; finché nel 1530 non sbarcò l’isola di Malta su cui esercitò la sua sovranità nel 1798, quando fu defraudato dal solito Napoleone Bonaparte.
Oltre a questa storia eccezionale, l’Ordine di Malta è un soggetto di diritto internazionale che è oggi presente in oltre cento paesi, intrattiene relazioni diplomatichecon un centinaio di Stati e gode dello status di osservatore permanente in sede alle Nazioni Unite: è infatti “sovrano”: pur non avendo un vero e proprio territorio, le sue sedi godono di extraterritorialità, ha un corpo diplomatico accreditato: insomma è un vero e proprio stato, anche se molto sui generis(nel senso letterale, e non diminutivo, dell’espressione).
Ma a chi pensasse all’Ordine come a un consesso esclusivo di nobili signori mantellati sarebbe decisamente fuori strada. Sicuramente ha le sue tradizioni di cui è giustamente custode geloso e non è certo facile entrarvi; ma soprattutto nei secoli è rimasto fedele ai suoi due carismi fondamentali, la difesa delle fede e la missione ospedaliera (Ospedalieri o Ospitalieri era infatti il nome con cui venivano definiti anticamente, insieme ai templari). I suoi 13.500 membri, 80.000 volontari permanenti e personale qualificato composto da 25.000 professionisti – la maggior parte dei quali personale medico e paramedico – formano una rete efficiente che comprende aiuti di emergenza per i profughi e gli sfollati che vivono in condizioni di guerra e conflitto, interventi in aree colpite da disastri naturali, ospedali, assistenza medica e servizi sociali. [1]L’ordine infatti è stato presente anche in occasione delle ultime calamità che hanno colpito il centro Italia.
E proprio su una così antica e venerabile istituzione doveva abbattersi la scure di un pontefice che evidentemente ha della “misericordia” un concetto tutto suo e molto particolare, molto a senso unico. Bergoglio sembra infatti detestare tutto ciò che è cattolico e soprattutto che abbia una sua tradizione; e più secolare è, più pare accanirsi.
La miccia della questione sarebbe stata accesa da un episodio accaduto nel novembre scorso, quando il Gran Maestro dell’ordine (in carica dal 2008) Robert Matthew Festing destituisce il Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager, accusato di aver favorito la distribuzione di contraccettivi – anche abortivi – all’interno di programmi di sviluppo finanziati dall’ordine. Per la verità, il Gran Maestro aveva chiesto al cancelliere di dimettersi, cosa che questi, secondo le regole di obbedienza dell’Ordine, era comunque tenuto a fare. Ma questi non solo rifiuta, ma non accetta la destituzione e chiede l’intervento della Santa Sede. Bergoglio nomina una commissione per verificare il tutto ma il Gran maestro ricorda l’assoluta autonomia dell’Ordine in materia del proprio governo interno: Festing stesso dichiara, a nome dell’Ordine stesso, la propria decisione di non collaborare con la commissione vaticana, ritenuta – non certo a torto – un’indebita ingerenza nelle vicende interne di un ente sovrano. Tutti gli studiosi di diritto concordano infatti nell’attribuire all’Ordine di Malta una piena indipendenza dalla Santa Sede , che non può interferire nel governo interno e nella amministrazione, ma solo in ciò che riguarda la vita religiosa dei Cavalieri professi.
Ma poteva una considerazione del genere frenare il gesuita argentino? Si fosse trattato di preti abortisti, divorzisti, saccopelisti o filo gender di sicuro avrebbe usato la “misericordina”, o meglio avrebbe proprio ignorato del tutto la cosa, more solito suo. Ma quando si tratta di difesa della tradizione, o molto più semplicemente di ortodossia cattolica, allora il discorso è del tutto diverso e neppure il diritto internazionale vale una stola bucata. Pur sapendo di non avere nessun titolo giuridico per intervenire nella vita interna di un Ordine sovrano e tanto meno di esigere le dimissioni del suo Gran Maestro, lo ha convocato a colloquio il 24 gennaio; non si conoscono i contenuti dell’incontro, ma deve essere stata esercitata una pressione fortissima: Bergoglio ha preteso e ottenuto la piena capitolazione, le dimissioni del Gran Maestro la cui carica è invece a vita. E il giorno successivo, il segretario di stato vaticano cardinale Parolin scrive ai membri del Sovrano Consiglio dell’Ordine, che oggi 28 gennaio dovrà riunirsi per ratificare le dimissioni di Festing, una lettera quantomeno sconcertante, in cui si comunica che Bergoglio nominerà un “delegato pontificio”, figura assolutamente irrituale e inusuale per l’Ordine di Malta; inoltre si danno per avvenute le dimissioni del Gran Maestro, che invece non saranno tali finché non ratificate dal Sovrano Consiglio; inoltre Francesco si attribuisce il potere di rendere nulli e validi, tutti gli atti del Gran Maestro e del Sovrano Consiglio compiuti dopo il 6 dicembre 2016, reintegrando dunque Albrecht von Boeselager e destituendo il nuovo Gran Cancelliere Fra John Critien[2].
Un vero e proprio attentato alla libertà e all’indipendenza di un ente sovrano: c’è da sperare il Consiglio abbia un sussulto di dignità e rifiuti di piegarsi a quello che è una vera e propria usurpazione, che nulla ha a che fare con il rispetto dovuto al pontefice. Sembra quasi che Bergoglio voglia ripetere il processo e la soppressione dell’Ordine Templare, avvenuta all’inizio del XIV secolo; però in quel caso il papa, Clemente V, fu poco più che una pedina nelle mani del re di Francia Filippo il Bello, mentre ora Bergoglio sembra essere l’unico regista - perlomeno ufficiale – della manovra. E non manca chi sussurra che il patrimonio dell’ordine farebbe assai gola Oltretevere, anche ai fautori della “povertà” mediatica ed esibita ad uso di gonzi e creduloni.
E infine, non bisogna dimenticare che patrono dell’Ordine di Malta è quel cardinale Raimond Burke che ha avuto il coraggio, insieme ad altri tre porporati, di sollevare ufficialmente dei dubbi (i famosi dubia) su alcuni punti della famigerata Amoris Laetitia. E’ molto probabile che abbia ragione chi sostiene che tale intervento sia avvenuto “per “punire” la corrente che nell’Ordine è più fedele al Magistero immutabile della Chiesa e per sostenere invece l’ala secolarista, che vorrebbe trasformare i Cavalieri di Malta in una ONG umanitaria, distributrice “a fin di bene”, di profilattici e abortivi.”[3] Il cardinale Burke potrebbe essere dunque uno dei bersagli principali, reo di aver difeso l’ortodossia cattolica all’interno dell’Ordine e non solo.
Comunque sia, si tratta di un provvedimento inaccettabile e di una gravità inaudita, che sta provocando alcune reazioni sdegnate. “Sotto Papa Francesco, la nuova ortodossia è eterodossia e guai a coloro che non si conformano ad essa”, scrive George Neumayr sul mensile American Spectator. Infatti “Innumerevoli organizzazioni cattoliche, scuole e ordini, a partire dai gesuiti di Francesco, promuovono l'eresia e lo scandalo. Eppure il Pontefice non ha mai alzato un dito contro di loro. Al contrario, ricevono le sue lodi. Solo i conservatori ricadono sotto lo sguardo fulminante del Vicario di Cristo.”[4]
Purtroppo è proprio così. C’è solo da sperare che questa sia la goccia che fa traboccare il vaso e che si cominci a reagire. E se fossero proprio i Cavalieri di Malta a dare il segnale, sarebbe veramente un gesto degno della loro storia e della loro tradizione.
[1]Fonte: https://www.orderofmalta.int/it/opere-mediche-umanitarie/
[2] Fonte: http://www.corrispondenzaromana.it/wp-content/uploads/2017/01/letteradelcardinalparolin-ordinedimalta.pdf
[3] Roberto DE MATTEI, http://www.corrispondenzaromana.it/il-papa-e-lordine-di-malta-una-vittoria-di-pirro/
[4] Fonte (per entrambi i riferimenti) http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/01/27/news/papa-francesco-autoritario-progressista-epurazioni-ordine-malta-spectator-cattolici-conservatori-117335/
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