Editoriale

Al voto! Al voto! Sicuri che gli italiani ne abbiano voglia con l'offerta che c'è?

c'è un'azione peggiore che quella di togliere il diritto di voto al cittadino, e consiste nel toglierli la voglia di votare

Alessandro  Bedini

di Alessandro  Bedini

serva Italia, di dolore ostello, 
nave sanza nocchiere in gran tempesta, 
non donna di province, ma bordello!"

Sono trascorsi quasi settecento anni da quando il sommo poeta ebbe a scrivere la sua Commedia, che sarà poi Divina. Ebbene la celebre terzina di Dante pare scritta ieri, fotografa infatti un'attualità che definirei bruciante, in tutti i sensi. Proprio così, in poco più di due mesi si sono bruciate le riforme costituzionali di Renzi, la riforma della pubblica amministrazione, bocciata dalla Consulta e per finire la Corte Costituzionale ha bruciato alcuni degli assi portanti dell'Italicum, sul quale il profeta folgorato di Rignano sull'Arno aveva scommesso a colpi di fiducia. Un vero record!

Risultato: dopo vent'anni l'italietta della seconda repubblica, o per meglio dire la sua classe dirigente, non è stata in grado di partorire una legge elettorale che avesse quantomeno il marchio della decenza. Si sono dovute attendere le sentenze della magistratura per avere uno straccio, dico uno straccio! di leggi elettorali, mi riferisco alla sentenza del 2014 per  il Senato e a quella  dell'atro ieri per la Camera dei deputati. Siamo alle solite: i giudici sostituiscono i politici, la Suprema Corte riempie il vuoto pneumatico lasciato dalla politica, la p minuscola è d'obbligo.

E' un film, anzi un lungometraggio, che vediamo di continuo dall'epoca di mani pulite: c'è una preoccupante, costante supplenza del potere giudiziario rispetto a quello politico- parlamentare. Non appena resa nota la sentenza sull'Italicum come da copione sono iniziati i contorsionismi delle varie forze politiche: chi vorrebbe andare subito alle urne, per capitalizzare il presunto vantaggio assegnatogli dai sondaggi, chi invece vorrebbe tirarla per le lunghe in attesa che magari il vento cambi e che nel frattempo scattino anche i termini per acquisire l'agognata pensione.

C'è una preoccupante trasversalità tra destra e sinistra dove nani e ballerine si alternano sul palcoscenico per dire la loro, senza accorgersi che la platea del teatrino è semivuota. Sembra che nessuno o quasi sia preoccupato dell'assurdità in cui ci troviamo: un parlamento che deve attendere le sentenze della magistratura per poter avere un sistema con il quale permettere ai cittadini di andare a votare, ovvero a compiere uno degli atti fondamentali che vigono in una democrazia. Kafka non avrebbe saputo immaginare di meglio!

L'unica voce autorevole che si è levata per denunciare una simile mostruosità è stata quella di Monsignor Galantino, segretario della CEI il quale ha affermato chiaro e tondo che i politici, nello scrivere quelle leggi poi bocciate dai giudici, non hanno saputo fare il loro mestiere. Non lo ha saputo fare Matteo Renzi, che con il suo Italicum ha di fatto ricalcato il Porcellum di calderoliana memoria, secondo il motto: le segreterie dei partiti uber alles, non lo hanno fatto i centrodestri, capaci solo di pensare agli interessi di bottega e di proporre sistemi elettorali che potessero in qualche modo favorirli. Dal canto suo persino Il giglio magico appare sempre più appassito.

Così lo spettacolo da desolante è diventato tragicomico. Non oso pensare a cosa diranno di noi i partners europei, quale peso potrà avere sullo scenario internazionale un paese che non è capace neppure di darsi una seria legge elettorale, omogenea tra i due rami del parlamento. Una manifestazione di debolezza che dovrebbe preoccupare i nostri politici i quali continuano invece a dissertare su quanto di congruente vi sia tra il sistema elettorale della Camera e quello del Senato, su quando andare alle urne, etc, etc. La minoranza dem è sulla stessa lunghezza d'onda di Forza Italia, la maggioranza PD lo è invece con la Lega, Fratelli d'Italia e pentastellati. Un vero guazzabuglio.

Fare previsioni in un simile scenario è quasi impossibile, ma la sensazione più diffusa è che quando si andrà a votare due potrebbero essere i prevedibili risultati: un fortissimo astenzionismo, dovuto alla nausea che il cittadino comune prova per la politica e i politici e una consistente avanzata dei movimenti populisti. Come ricordava Robert Sabatier " c'è un'azione peggiore che quella di togliere il diritto di voto al cittadino, e consiste nel toglierli la voglia di votare".

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