Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Georges Jacques Danton
Georges Jacques Danton, nacque a Arcis-sur-Aube (il 26 ottobre 1759) da una famiglia della media borghesia locale. Figlio di un ufficiale giudiziario e avvocato, in seguito calcherà le orme del padre in merito al suo appoggio alla politica di destra.
Dal 1762 la madre restò vedova con sei figli e Georges Jacques venne affidato ad una balia in una fattoria, dove giovanissimo ebbe una caduta dal lavatoio che gli procurò lo schiacciamento del setto nasale e la deformazione di entrambe le labbra.
Dopo una breve formazione al seminario minorile di Troyes, e dopo all' Oratorio, si rifiutò di intraprendere la carriera ecclesiastica.
Danton, allora, si recò a Parigi, lavorando in uno studio legale. Trascorse sei mesi presso la Facoltà di Reims, dove si comprò una laurea in legge, come si poteva fare alla fine dell' Ancien Regime.
All' Ordine degli avvocati di Parigi, al quale si dedicò sommariamente, preferì la frequentazione di caffè, dove si fece molti amici. Il suo matrimonio, nel 1787, con la figlia di un ricco cafetier parigino gli permise di ottenere la carica di avvocato principale del Consiglio del Re.
Questo incarico però non gli valse alcun ruolo dominante prima del 10 agosto 1792, sebbene nel1789 partecipasse alle riunioni del distretto dei Cordeliers, conCamille Desmoulins e Marat e assieme loro consigliasse al quartiere dei Cordeliers, di prendere le armi. Ebbe, subito dopo, l’incarico di presidente dei Cordeliers, guadagnando sempre più popolarità, grazie alle sue riconosciute qualità di oratore.
Durante la crisi di Varennes, nel giugno 1791, sostenne abilmente i giacobini con l'idea di una reggenza assicurata a Philippe d'Orléans. Anche con l’appoggio dei Giacobini, Danton chiese espressamente di sostituire Luigi XVI, mentre i Cordeliers fecero domanda per l'abdicazione del re. Dopo le cruente sparatorie di Champ de Mars , il 17 luglio 1791, contro i manifestanti Repubblicani, Danton fuggì in Inghilterra per qualche tempo.
Al suo ritorno nel novembre 1791 fu eletto procuratore aggiunto della Comune di Parigi, con l'aiuto della corte, praticando la politica del peggiore. Danton aiutò i rivoluzionari di Parigi (10 agosto 1792) e a supporto di ciò il legislatore lo nominò ministro della Giustizia. Fu tra i primi protagonisti della rivoluzione a proporre di istituire la repubblica e fu tra i principali sostenitori della creazione di un esercito comandato da Charles F. Dumouriez per combattere la coalizione antifrancese.
Il 5 aprile 1793 Danton divenne membro del Comitato di salute Pubblica, l'organo esecutivo della nuova repubblica francese, in cui si impegnò in prima persona per far terminare la guerra tra la Francia e le monarchie europee, grazie ad una serie di azioni diplomatiche.
Sospettato di fare il doppio gioco venne accusato di malversazione (in opposizione a Robespierre definitol'Incorruttibile) e venne allontanato dal Comitato di Salute Pubblica il 10 luglio 1793, venendo nominato presidente della Convenzione. A novembre si formò intorno a lui e a Camille Desmoulins un gruppo di moderati, gli "Indulgenti", che iniziò una campagna contro gli "Arrabbiati"di Jacques Roux e contro i seguaci di Hébert, i rivoluzionari più estremisti, mettendo sotto accusa anche il Comitato di Salute Pubblica, ormai dominato dai giacobini e da Robespierre.
Nel marzo del 1794, iniziarono gli arresti e le esecuzioni da parte dei giacobini verso i loro oppositori più radicali, e Danton venne arrestato con Desmoulins e Fabre d'Eglantine, con l’accusa di grande nemico della Repubblica. Fu attaccato furiosamente da Saint-Just che personalmente preparò l’atto di accusa. Danton si autodifese con magna eloquentia , addirittura arrivando ad insultare i giudici con la famosa frase :« Le seul ennemi du peuple, c'est le gouvernement », ma la sua forbitaoratoria non gli servì a niente. Fu condannato a morte e ghigliottinato il 5 aprile 1794 con Camille Desmoulins.
Le sue ultime parole al boia furono: «Non dimenticare, non dimenticare di mostrare la mia testa al popolo, ne vale la pena.
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Inserito da franco78 il 26/10/2011 12:35:32
Ottimo veramente...Bravo Max