Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
e se immagino di destare quanto meno la meraviglia dei nostri lettori, e forse non incontrare il consenso della maggior parte di loro, sono costretta, sì costretta, a dire che sto con Matteo Renzi.
Mi costringe il martellamento ignobile, perché privo di consistenza nel merito, che giornali e politici, avversi all’ex-presidente del consiglio, vanno facendo in questi giorni a proposito dell’affaire Consip.
Mi costringe la “santa alleanza” che unisce chi vede e ha visto in Renzi il nemico da abbattere con ogni mezzo, a prescindere (come diceva Totò).
Mi costringe lo squallore di polemiche e attacchi personali che poco o niente hanno a che vedere con la politica intesa nel senso vero e autentico, l’unico che le si possa riconoscere ovvero di gestione della cosa pubblica.
Mi obbliga infine la constatazione che in questo paese disastrato sia preferibile occuparsi di beghe degne di un asilo infantile piuttosto che dei problemi reali.
Matteo Renzi ha governato per circa tre anni, e ha governato maluccio, anzi spesso ha proprio governato male sbagliando anche grossolanamente su scuola e bonus (disastrosi), per esempio. Ha toppato clamorosamente sulla legge elettorale e ha peggiorato la faccenda sottoponendola al referendum contando su un gradimento personale che non si è rivelato sufficiente a far passare il quesito. Grave errore di presunzione.
Ha compiuto altri innumerevoli errori di opportunità defilandosi ogni volta il paese è stato colpito da qualche disgrazia, dando così l’idea di non voler associare la propria persona a quanto di negativo (terremoti alluvioni e disastri vari) capitava in Italia. La giustificazione di non voler speculare con la propria presenza sulle disgrazie è stata francamente deboluccia perché l’istituzione deve essere anche formalmente accanto a chi è vittima di una sciagura collettiva.
Renzi dunque di errori ne ha fatti, molti, forse troppi, però va detto che, presone atto, si è anche dimesso, e lo ha fatto, a differenza dei suoi predecessori, al netto di ogni tutela. Dopo il 4 dicembre è tornato ad essere un privato cittadino: nessun seggio in parlamento o incarico lautamente remunerato.
Ha giocato e ha perso.
Le cose vanno così nella vita come nella politica. Ciò non toglie che dopo una sconfitta, per quanto sonora, non si cerchi di rimettersi in gioco chiamando a raccolta il consenso popolare su un nuovo o vecchio programma, o magari sulla fiducia personale. In democrazia funziona così i numeri diranno se il popolo, sì proprio il popolo, crede che egli sia migliore di altri oppure no.
Ecco, il nodo del problema è appunto questo: a quanto pare Renzi rischia o rischiava di non aver dilapidato il proprio patrimonio di consenso popolare perché a fronte degli innumerevoli errori di cui abbiamo detto, qualcosa di positivo l’aveva fatta. Per esempio aveva cominciato a rimettere in essere la separazione fra i poteri dello Stato, separazione che garantisce l’esercizio della democrazia. Aveva mostrato all’Europa un po’ di orgoglio nazionale, magari più di facciata che di sostanza, ma tant’è, era già qualcosa rispetto alla funzione scendiletto di chi lo aveva preceduto.
Renzi dunque sconfitto dal referendum e sconfitto malamente poteva tornare in gioco, e magari aggiudicarsi un buon risultato, non lo sappiamo, ma sappiamo che non ci è piaciuto l’improvviso scatenarsi contro di lui di una tempesta politico-giudiziaria troppo simile a quella che ebbe a patire Berlusconi a suo tempo.
E quel che è peggio è il fatto che i primi a volerlo fuori dalla politica ritirato a vita privata (magari ai giardinetti o a tender la mano per aver l’elemosina da qualche compassionevole, questa è sempre stata una fissa di D’Alema, se ricordate bene) siano i suoi compagni di partito.
Per l’amor del cielo, perfettamente legittimo che in un partito vi siano opinioni differenti da quelle del “capo”, sappiamo bene quanto la storia dei partiti italiani sia stata segnata dalle “correnti”; meno legittimo e ancor meno comprensibile è che quelli stessi che per tre anni gli hanno votato le troppe “fiducie” richieste dal governo, oggi lo vogliano abbattere giustificando il cambio di casacca con la sofferenza subita e la pazienza esercitata di fronte a ciò che non condividevano. Il povero cittadino che non fa politica e invece fa tanta fatica ad arrivare alla fine del mese si chiede: perché se sapevate che stava sbagliando, se non eravate d’accordo con lui, se giudicavate riprovevoli le leggi proposte, le avete votate?
Il povero cittadino ignaro dei giochi della politica (e poi ci stupiamo se l’antipolitica becera di Grillo ha tanto consenso) ha diritto di chiedersi come mai questi giacobini a scoppio ritardato abbiano atteso che “il capo” perdesse il referendum per cominciare ad abbaiare e a cercare di azzannare, ovvero per cominciare a manifestare pubblicamente la propria alternativa.
È una vecchia storia che il buon Manzoni raccontò tanto tempo fa disegnando la figura di Don Abbondio, e prima di lui Esopo lo aveva fatto nelle sue magnifiche fiabe immortali, forse attiene alla natura umana la vigliaccheria verso chi ha il potere di comandare e la baldanza contro chi è stato sconfitto, ma questo non significa che si debba accettarla, anzi, conoscendola come tale va sanzionata con l’unico mezzo che abbia un cittadino: il voto.
Per evitare che ciò accadesse, e poteva accadere, perché il popolo italiano è meno stupido di quanto non se lo figurino i politici, occorreva distruggere quella fiducia personale che Renzi poteva aver mantenuto presso i suoi elettori e una storiaccia famigliare di malaffare è l’ideale.
Il babbo di Renzi che fra le molte doti che sicuramente avrà, senz’altro non ha quella della simpatia, e condivide con il figlio certa inclinazione all’arroganza, era il personaggio perfetto per demolire la credibilità del figlio.
Ha intrallazzato con personaggi discutibili, ha incontrato maneggioni dalla fedina penale sporca, conosceva e frequentava un giovanotto che si è mosso con troppa disinvoltura nel mondo di affari non chiarissimi: dunque il babbo di Renzi (che se avesse osservato l’aurea regola di starsene in disparte visto il ruolo del figlio sarebbe stato meglio) è un trafficante di…. influenze! E questo sulla base di due iniziali T.R. trovate su un foglietto gettato nella spazzatura associate ad una cifra in euro, che potrebbero essere appunto quelle di Tiziano Renzi, (il babbo dell’ex premier) ma anche quelle di Tonino Rossi, o di Tania Radici (sbizzarritevi a trovare nomi associabili a quelle iniziali). Già perché a quel che si sa l’unica prova del presunto malaffare del segretario del Pd di Rignano sull’Arno è costituita da quelle iniziali sul un foglietto recuperato dalla monnezza.
Com’è possibile mettere in mora qualcuno in una fase tanto delicata della vita politica del paese su tali basi? È possibile se si vive in questo sconcertante paese, dove da più giorni opinionisti giornalisti, sedicenti esperti discettano sulla moralità della politica con il ditino alzato come maestrini impomatati impartendo lezioni su quel che Renzi avrebbe dovuto fare (impedire al padre di telefonare a Emiliano o di incontrare un non meglio identificato faccendiere a Fiumicino e via redarguendo) deprecando la corruzione (non importa se essa non è provata e neppure indiziata, la condanna è già stata emessa seppure con la premessa che la giustizia deve fare il proprio lavoro e magari ci sta pure che alla fine tutto si risolva in una bolla di sapone, non sarebbe la prima volta), additando Renzi figlio al pubblico ludibrio, e dunque ipotecando la sua possibilità di correre al netto di pregiudizi.
Per questo sto con Renzi, perché non mi piace la caccia alle streghe sistematica e organizzata da gruppi di pressione che lavorano per interessi che non hanno niente a che vedere con la vera moralità necessaria in politica. Perché sospetto quando tutti si coalizzano contro una sola persona. Infine perché, e questo è, dal mio punto di vista dirimente, perché nessuno dei grandi accusatori politici di Renzi è migliore di lui. Nessuno di coloro che vorrebbero sostituirlo ha fatto meglio di lui (spesso hanno fatto assai peggio) o dimostra un valore affidabile sul quale puntare.
Lasciamo stare i suoi compagni di partito, veramente qualcuno vorrebbe al governo del paese l’eterodiretto (da Napolitano) Orlando, o il magistrato in aspettativa Emiliano che da tempo si barcamena fra un conflitto di ruoli che non vuol risolvere (a differenza di altri, che nella sua stessa condizione hanno fatto una scelta lasciando la magistratura e dedicandosi alla politica come vuole la norma che, chissà perché, nessuno impone a Emiliano di rispettare).
E fra i suoi avversari c’è veramente qualcuno che preferisce la allegra incompetenza dei M5S guidati da un comico che ha sdoganato il turpiloquio incanagliendo la politica ancor più di quanto fosse possibile immaginare?
Taccio per carità di patria sul centrodestra per mancanza di notizie affidabili su chi potrebbe proporsi come leader credibile.
Resta Renzi, e non è una grande scelta, ma al momento per quanto possa sembrare paradossale è il meglio che offre il panorama politico italiano.
Inserito da MarioBatt il 10/03/2017 10:02:39
Cara Direttrice, nel "pizzino" c'è una T e non le lettere T.R., almeno nelle foto pubblicate da LiberoQuotidiano.it. E sotto c'è scritto appuntamento con M. e appuntamento con L. Il collegamento è troppo facile, anche se T. può stare benissimo per Transit, furgone Ford, M. per mangiamoci il resti e L. per l'hai voluta la democrazia. Ma è questo quello che ci interessa? A me, no. Mi interessa più una storia, con la s molto piccola. Quella di come un ex Presidente di Provincia possa conquistare Palazzo Chigi. Notoriamente la sedia di capo di una Provincia era destinata ai politici finiti, una tomba nel cimitero di elefanti della prima Repubblica. Da lì, Matteo non si sarebbe mosso, se ci fosse stata ancora la vecchia politica, quella dei partiti che selezionavano la classe dirigente. Poi apparve Valter Veltroni, l'altra metà di D'Alema, che si inventò le primarie di partito aperte a tutti, anche ai voti di V., che si può pensare sia Denis. Invenzione da attribuire per altro a Mario Primicerio, sciagurato Sindaco fiorentino e allievo a suo dire di La Pira. Così il giovane Matteo si prese prima Palazzo Vecchio come Sindaco, poi Botteghe Oscure come segretario, eliminando ferri vecchi comunisti e spianando la strada (e pure il giovane Enrico Letta) verso la Presidenza del Consiglio. Le primarie aperte di partito sono un nonsense politico che solo una mente piatta poteva immaginare. Lei ha ragione a stare con M., che la confusione sotto il cielo è troppa. Ma stare con uno che ha fatto carriera sulle macerie politiche del PCI servirà a poco. E' solo una scelta contingente. Perché le regole su cui si fonda la politica italiana sono logore, sfibrate, e l'architettura statale è marcita. Ma il popolo vuole così, che non si cambi nulla, come ha fatto chiaramente intendere i 4 dicembre col referendum. E il confronto continuerà ad essere una lotta per bande, interne ai partiti, esterne ai partiti, trasversali e sghembe, molto adatte a buffoni come G. Senza speranza, mi raccomando: con la s minuscola.
Inserito da ghorio il 09/03/2017 16:31:45
Nel chiedere scusa di questa vicenda non dipendente dalla mia volontà. Debbo dire che rimane il mistero perché il mio commento inviato a l'indirizzo sotto la testata non sia arrivato. Per inviare la seconda parte del commento, che era quella "incriminata" ho dovuto cancellare due parole latine per la riforma elettorale ed eliminare riferimenti al web.
Inserito da ghorio il 09/03/2017 16:24:52
Terza parte del commento. La campagna contro Renzi è una questione del suo partito e un altro grande errore della stampa di opinione è quella di aver fatto del Pd il centro dell'universo, a differenza di quando c'era la vituperata Dc che, veniva, non sempre giustamente, criticata. Certo quello che si profila nel Pd non è che porti a galla persone migliori di Renzi, ma il difetto di quest'ultimo è quello di tanta arroganza nel trattare i problemi degli italiani. Sulla riforma del lavoro ci ha propinato il job act( soffriamo sempre il complesso dell'"inglesismo"), invece non è stato così. Anzi il lavoro che dovrebbe essere prioritario continua ad essere un sogno per tanti giovani e meno giovani che hanno perso il lavoro. E si potrebbe continuare con le considerazioni critiche. Una cosa ad ogni modo va detta: leggo spesso di riforme da portare avanti anche da parte del governo Gentiloni ma sinceramente di queste fantomatiche riforme stento a capire i dettagli, visto che ogni tanto spuntano priorità che certo non lo sono, tipo lo jus soli. Quanto al centrodestra è chiaro che non avrà avvenire se gli slogan sono contro l'euro e contro i migranti, perché i valori e i programmi di un centrodestra serio non possono poggiare su questi slogan.
Inserito da ghorio il 09/03/2017 16:22:27
Seconda parte del commento. Non parliamo delle vicende della riforma costituzionale con la modifica di ben 47 articoli della Costituzione, quando bastava abolire il Senato e dimezzare i parlamentari e magari fare votare per singoli quesiti sui vari punti in discussione. La riforma elettorale è stata peggio della precedente con i signori parlamentari nominati e così via. Quanto ai grillini d'accordo con il direttore,ma su questo movimento c'è la grande responsabilità del mondo dell'informazione che dovrebbe ripetere tutti i giorni lo scandalo di un partito governato via computer, oltre che invitare la classe politica, di partiti di plastica o personali, purtroppo, ad affrontare i veri problemi degli italiani e ad eliminare i privilegi dei politici e degli apparati pubblici e statali. A suo tempo il centrodestra portava avanti battaglie tipo l'applicazione dell'articolo 49 della Costituzione, salvo , una volta al potere, con schiacciante maggioranza, dimenticarsene, come per il vero tante altre questioni, tra l'altro riempendosi la bocca di liberalizzazioni e altre parole del genere senza fare niente di riforme in questa direzione.
Inserito da ghorio il 09/03/2017 16:00:34
Visto che continua il mistero "del testo contiene spam", provo a spezzettare il mio commento, come suggerisce la gent.ma direttore Simonetta. POI rimane il mistero di come la mia e-mail. Che Renzi rappresenti il meglio del panorama politico italiano ho molti dubbi. Questa teoria nell'area di centrodestra non è nuova. In realtà Renzi nel governare per tre anni non ha risolto alcun problema e ha cercato di occupare tutti gli spazi disponibili per piazzare persone vicine al suo modo di pensare. Basta vedere le vicende della tv pubblica con i vari Campo Dall'Orto e compagni. Lo stesso dicasi delle poltrone delle aziende pubbliche rispolverando presone impegnate nell'industria privata pensando che il loro arrivo avrebbe avuto risultati epocali. Invece non è così : basta guardare a Poste Italiane, dove il compito principale , quello di distribuire la posta, è in uno stato disastroso e si potrebbe continuare. Sull'Ue, come scrive giustamente Simonetta Bartolini, è stata solo una situazione di facciata e non ha cambiato niente. Tra l'altro Renzi in Italia faceva le sparate e poi andava a Bruxelles e votava a favore di provvedimenti dei vari Juncker e compagni, oltre a fare battute con la Merkel e Hollande.
Inserito da Direttore il 08/03/2017 20:40:24
Caro Ghorio, non capisco cosa non stia funzionando, riesci a mettere un commento ma non quello relativo all'articolo, oltretutto la tua mail non è arrivata, altrimenti avrei provveduto a copiarla e incollarla hai provato a eliminare una qualche parola che potrebbe essere letta come spam. OLlretutto l'occulto censore (automatico immagino) si guarda bene dall'impedire gli innumerevoli finti commenti contenenti offerte commerciali francamente imbarazzanti. Non so che dire prova a spezzare il tuo commeto in varie parti anche perché ora sono curiosa di sapere cosa pensi di quello che ho scritto Cordialità come sempre S
Inserito da ghorio il 08/03/2017 19:41:30
I miei tentativi di inviare il commento non riescono: arriva sempre la seguente dizione misteriosa :"il testo del commento contiene spam". A questo punto, in attesa di lumi, lo invio per e-mail con l'indirizzo sotto la testata.
Inserito da ghorio il 08/03/2017 19:14:07
Sto cercando di mandare un commento ma non riesco a spedirlo perché mi viene la dizione che il testo contiene spam. Sinceramente è la prima volta che mi succede.
Inserito da Cosma il 08/03/2017 18:19:30
Buon divertimento!
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
Quel che la Corte Suprema non ha considerando riguardo al divorzio
Perché la destra sta sparendo dall'agone politico
Mettete la museruola ai genitori incoscienti
Se le donne vincono quando in politica i migliori rinunciano