Accade Bologna

Vittima di debiti e fisco si dà alle fiamme

Ennesimo gesto disperato innescato dalla crisi e dalle tasse impazzite, questa volta la vittima è un muratore che versa in gravissime condizioni

di Simonetta  Bartolini

Vittima di debiti e fisco  si dà alle fiamme

Sono le 8 del mattino di una notte (l’ultima di tante) trascorsa a pensare a debiti, al lavoro che non c’è all’agenzia delle entrate che forse gli ha chiesto di nuovo soldi che ha già versato (sta capitando a tutti noi).

 

Sono le 8 del mattino e lui, muratore, impresa individuale, direbbe il Fisco che lo perseguita, è in macchina, a Bologna, vicino all’Agenzia delle entrate che gli appare come un antro infernale nel quale subire l’INgiusta punizione che non coinvolgerà solo lui, ma tutta la sua famiglia.

 

Sono le 8 del mattino, lui ha scritto due lettere, una nella quale chiede pietà al fisco, offre la sua vita purché non continuino a perseguitare anche sua moglie. È un grido disperato: ho sempre pagato le tasse, lo Stato vuole soldi,  i debitori vogliono soldi, non li ho. Ho fallito.

 

L’altra lettera l’ha scritta a sua moglie, forse le chiede perdono, forse è l’ultimo addio di un uomo disperato tradito dallo Stato che gli ha cambiato le regole del gioco inasprendole proprio quando il gioco si faceva più duro: difficile, quasi impossibile da giocare.

 

Sono le 8 del mattino, sul suo viso occhiaie profonde di notti insonni, rughe che solcano il viso rese ancora più profonde dall’ossessione dei soldi che non ci sono , dal futuro inesistente dopo una vita di duro lavoro;  la mente è appannata dal dolore, dall’onda di disperazione che l’ha sommersa.

 

Il pensiero vaga qua e là, si alternano immagini della vita trascorsa lavorando duramente, una vita passata a costruire, già fa il muratore e il suo mestiere è costruire, adesso vuole distruggere.

 

 

Pensa al “mostro” famelico, irragionevole, forse immagina che gli impiegati che lo attendono per notificargli che non ci sono appelli, gioiscano della sua sofferenza, il mondo intorno è nemico, lui stesso e nemico a sé.

 

Pensa a Befera e al suo magnifico stipendio, pensa alle dichiarazioni compiaciute del capo di Equitalia che sembra godere nell’esercitare il potere che il Governo gli ha concesso per schiacciare l’evasione. Se poi nel percorso nel NON prendere i grandi evasori si stritolano tanti piccoli contribuenti, che importa, nessuna pietà. Si chiamano danni collaterali.

 

È il mercato bellezza! Non ce la fai a pagare i debiti, non sei stato capace di fare fortuna, sei un poveretto che si barcamena per pagare le tasse e debitori,? Peggio per te dovevi fare un altro mestiere in questo sistema sopravvivono solo i veri duri.

 

Sono le 8 del mattino. Lui è un perdente, i suoi debiti lo fanno sentire ultimo fra gli ultimi, sa che il sistema non perdona.

 

In macchina ha sparso del liquido infiammabile, o forse se lo è gettato addosso, ne sente l’odore acre.

 

Prende dal cruscotto un accendino, lo guarda, sa che sarà doloroso, sarà terribile, ma niente in confronto al dolore che prova da settimane. Vuole che sia una dimostrazione evidente dell’ingiustizia.

 

Un’ occhiata alla porta dell’inferno fiscale, il dito preme sulla linguetta di plastica dell’accendino, una fiammella...ecco basta avvicinarla alla benzina...

 

Brucia.

Il resto è cronaca, interviene in suo soccorso un immigrato, poi tutti coloro che per mestiere subentrano alla pietosa occorrenza, rapidamente un elicottero porta l’uomo al reparto grandi ustionati di Parma. Le sue condizioni sono gravissime.

 

Un altro nome da aggiungere alla lista di coloro che da gennaio sono morti o hanno tentato di uccidersi sfiniti dalla crisi che morde le nostre vite

 

Madamina Fornero, Monsù Monti il catalogo è questo:

 

27 marzo, un imbianchino di 49 anni si lancia dal balcone a Trani perchè da tempo non riusciva a trovare un posto di lavoro

23 marzo: un imprenditore di 44 anni a Cepagatti nel pescarese si impicca con una corda legata a un carrello elevatore nel capannone dell'azienda di cui era socio.  Il suo corpo viene trovato dai dipendenti. Il gesto dell'uomo sarebbe legato ai problemi finanziari della ditta.

21 marzo: a Crispiano, in provincia di Taranto, un uomo di 60 anni, disoccupato da due anni e invalido civile, si rinchiude nello sgabuzzino della propria abitazione e tenta il suicidio impiccandosi. La moglie, non trovandolo e notando la porta del ripostiglio chiusa a chiave, si preoccupa e telefona ai carabinieri e tra grida e lacrime chiede il loro aiuto. Grazie all'intervento dei carabinieri e del personale del 118 l'uomo viene salvato. Era disperato per le precarie condizioni economiche

20 marzo: un uomo di 53 anni, residente in provincia di Belluno, a Sospirolo, viene trovato senza vita, impiccato, in una baracca dietro alla sua abitazione. Imprenditore edile, sarebbe un ennesima vittima della crisi: da qualche tempo infatti era in difficoltà economiche non riuscendo a incassare alcuni crediti. Il gesto estremo è maturato dopo che l'uomo è stato multato e si è visto sequestrare l'auto per guida senza patente.

15 marzo: una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il lavoro in provincia di Lucca. La vittima ingerisce del liquido per sgorgare gli scarichi, un prodotto fortemente tossico, e finisce in ospedale.

9 marzo: un commerciante di 60 anni, in provincia di Taranto, durante la notte si toglie la vita impiccandosi nella Marina della cittadina jonica. La causa del gesto è da attribuirsi a problemi di natura economica;

un falegname di 60 anni si toglie la vita a Noventa di Piave (Venezia) per motivazioni riconducibili a problemi di carattere sia economico che personale. L'uomo lascia una lettera prima di compiere il folle gesto con una corda presa in azienda.

27 febbraio: a Verona un piccolo imprenditore edile, dicendo di vantare crediti con vari clienti per circa 34mila euro, si presenta in banca chiedendo un prestito di 4mila euro. L'uomo,, 50 anni, vistosi negare il prestito dalla sua banca, verso cui era già debitore, esce dalla filiale e si cosparge di alcol tentando il suicidio. I carabinieri della Compagnia di Verona,  lo salvano.

26 febbraio: un imprenditore si toglie la vita impiccandosi con una corda ad una trave del capannone della sua ditta, in provincia di Firenze. Il cadavere viene trovato dai famigliari. All'origine del gesto le preoccupazioni dell'uomo, 64 anni, per la crisi economica che aveva investito la sua azienda: questo il senso del messaggio lasciato dall'imprenditore in un biglietto ritrovato accanto al corpo.

21 febbraio: un piccolo imprenditore trentino, oppresso dai debiti, cerca di suicidarsi gettandosi sotto un treno merci, nei pressi della stazione ferroviaria di Trento. Viene salvato dal tempestivo intervento di agenti.

15 febbraio; a Paternò, in provincia di Catania, un imprenditore 57enne si uccide impiccandosi in preda alla disperazione a causa dei debiti della sua azienda. Il cadavere viene rinvenuto in un capannone in un deposito di proprietà della ditta della quale era titolare.

 

All’inizio di questo anno avevamo scritto che il governo tecnico ci stava uccidendo e chiedevamo opportuni interventi, prevedendo che le cose sarebbero peggiorate:

 

http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=423&categoria=6&sezione=&rubrica=

 

Purtroppo siamo stati facili profeti.

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