Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Si è tenuto questo Venerdì 5 Maggio, dalle 9:00 alle 19:00, presso l'Hotel Porta Maggiore, in Piazza di Porta Maggiore, a Roma, la Blu School, la prima scuola di formazione politica targata Blu Lab.
La giornata è stata divisa in sei panels tematici (dedicati a temi rilevanti come: la comunicazione, il futuro del centrodestra come alternativa di governo credibile, la politica estera, la lotta al terrorismo e l'innovazione tecnologica) all'interno dei quali interverranno diversi ospiti tra i quali politici, professionisti, opinion leader ed esponenti del no-profit.
Tra gli organizzatori della giornata vi è Mirko Giordani, 23 anni, laureato in Scienze Politiche presso l'università Luiss "Guido Carli" di Roma, membro dell'Associazione Italia-Israele il quale, con la stessa associazione, ha organizzato una conferenza a Tel Aviv con l'ambasciatore Francesco Maria Talò e nella stessa città israeliana ha partecipato ad un progetto di scambio internazionale. Egli è uno dei fondatori dell'Associazione politica e culturale "Blu Lab", fondata insieme ad alcuni amici vicini al centrodestra, nata ufficialmente tra i banchi della Camera dei Deputati, anche grazie all’aiuto del giornalista de “Il Tempo” Pietro De Leo. L’associazione ha come obbiettivo quello di rinnovare e rilanciare il centrodestra, dandogli nuova linfa, cercando di costruire una potenziale nuova classe dirigente, preparata e competente.
E’ per questo che nasce Blu Lab, giusto?
Esatto, Blu Lab nasce per tentare di promuovere un nuovo modello di centrodestra. Stiamo parlando di un’area che ha diverse identità politiche e diverse sfaccettature, le quali devono essere ricomposte a livello giovanile.
Blu Lab offre uno spazio rivolto a questa pluralità di idee, per creare, appunto, un modello vincente di centrodestra, volto al confronto e alla formazione continua. Un modello che guarda dritto al futuro.
Come nasce l’idea della Blu School?
Nasce dalla consapevolezza e dall’idea che un leader politico debba avere due qualità fondamentali: rispetto per il suo popolo e competenza e che movimenti giovanili di centrodestra e soprattutto, i partiti sembrano aver dimenticato la parola formazione.
Attualmente la politica italiana sta dando il peggio di sé ed il discorso politico è, ormai, bloccato in un contenzioso tra tecnocrati senza alcun rispetto per la società civile e ciarlatani che propongono ricette degne del “miglior” Venezuela.
Da questo malcontento verso i tecnocrati e le ricette venezuelane, nasce l’esigenza di una classe politica carismatica e capace, in grado di unire qualità e consenso. Da questa esigenza, nasce l’idea della Blu School, un luogo dove formarsi e acquisire competenze.
Con quali obbiettivi è nata?
Gli obbiettivi sono, appunto la formazione e l’acquisizione di competenze. Dobbiamo formarci e dobbiamo farlo bene. E’ necessario acquisire cultura di governo e saper costruire campagne elettorali vincenti.
Questi sono gli obbiettivi che ci siamo posti con la Blu School, la quale ha un programma completo che avrà come ospiti esperti di terrorismo, politici, comunicatori e professori universitari.
Questa classe politica, incapace ed inetta, è destinata a fallire miseramente, dobbiamo chiederci allora chi prenderà il suo posto. Qui arriviamo all’obbiettivo principale, che contraddistingue la Blu School e le scuole di formazione che faremo in futuro: quello di preparare al meglio ragazzi e ragazze, in grado si subentrare a questa classe dirigente, fallimentare e priva di legittimazione.
Noi giovani sappiamo aspettare, troveremo il nostro spazio e ci faremo valere. Ma, nel frattempo, ci stiamo preparando.
Qualche parola sulle condizioni dell’attuale centrodestra?
Chi si sbrodola parlando di unità del centrodestra, probabilmente, vive su Marte.
La coalizione non è mai stata così divisa, su tutto. Se sulle tasse e sulla sicurezza un accordo si riesce a trovare facilmente, sull’Europa e sull’Euro la frattura è enorme. Servono un chiarimento ed un compromesso forte e risolutivo, in grado di superare il dibattito tra europeisti ed euroscettici.
Io, per ora, non vedo spiragli, è tutto fermo ai box. Se l’alleanza dovesse esserci benissimo: basta che poi si riesca a governare senza diktat e ricatti.
Gli Italiani sono stanchi di questi giochetti politici e sarebbe la volta buona che ci mandano a casa definitivamente.
Cosa può e cosa deve essere, per te, il centrodestra del domani?
Il centrodestra del domani deve, innanzitutto, smetterla di complicarsi la vita e di perdere tempo con fumisterie di ogni genere.
Deve essere una forza con la quale possano identificarsi, senza paura, tutti i cittadini che alla mattina si svegliano alle 6 per andare a lavorare, che si fanno in quattro per far studiare i propri figli o per migliorare la propria condizione sociale.
Esso deve stare dalla parte dei non garantiti, di coloro che credono nel futuro, che ogni giorno rischiano ed investono nella propria famiglia. Siano essi dirigenti d’azienda, imprenditori, impiegati, dipendenti o operai.
Smettiamola con la panzana che la divisione è tra popolo che soffre ed élite, tra ricchi e poveri: il centrodestra deve essere in grado di rappresentare sia l’imprenditore che rischia in proprio sia l’operaio.
Chiunque lavora e lo fa onestamente, deve diventare nostro supporter.
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