Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
se ne è accorto nessuno, o meglio hanno finto di non accorgersene. Meglio puntare i riflettori su Milano, dove impazza la sagra del politicamente corretto: tutti insieme appassionatamente, dal presidente del senato Pietro Grasso a Emma Bonino,con tanto di Susanna Camusso, d’Alema e Bersani; e naturalmente il sindaco Giuseppe Sala, che ha sbrigativamente liquidato l’episodio dell’accoltellamento dei militari come una faccenda tra nostri connazionali, : "il criminale che ha accoltellato gli uomini delle forze dell’ordine è figlio di madre italiana e di padre nordafricano ed è italiano a tutti gli effetti. Ciononostante a qualcuno fa comodo buttare questo atto criminoso sul conto dei migranti", chiosa il sindaco in un post su Facebook. [1]
Si potrebbe ribattere all’altezzoso primo cittadino milanese che a giudicare da certi luoghi non proprio “secondari” dalla città da lui purtroppo amministrata, quali ad esempio la stazione centrale, non sembra che gli atti criminosi dei migranti ci sia bisogno di inventarseli. E non solo di loro, certamente, nessuno vuol dire che essere italiano doc sia ipso facto sinonimo di onestà . Ma proprio per questo, sembra che il problema sia un po’ meno “semplice” di come lo pongano le pizie e le pitonesse della sinistra nelle sue varie gradazioni, compresa quella più “estrema” che tra l’altro non ha lesinato contestazioni, se è vero che i centri sociali hanno dato di razzista, tra gli altri, anche il ministro Minniti: ma per il sindaco Sala, le uniche vere preoccupazioni sono quelle che vengono da saluti “ politicamente scorretti” in un luogo terribilmente eversivo e pericolosissimo per la democrazia italiana quale è senz’altro un cimitero. E’ dei morti di settanta anni fa che bisogna aver paura, non di quelli che incidentalmente può causare qualche immigrato incompreso …
Ma per l’appunto, di questa patetica e sconclusionata “marcia dei ponti” si è parlato sin troppo e si può solo dire che se questi “ponti” saranno solidi come hanno dimostrato di esserlo, recentemente, quelli stradali e autostradali ci sarà veramente da ridere (o da piangere). Enrico Mentana, degno video gazzettiere di cotanta “brava gente”, non ci sta al fatto che qualcuno possa non essere d’accordo e con una idea davvero originale collega il dissenso dai baldi marciatori del volemmose bene nientemeno che con leggi razziali di 80 anni fa. Ci mancava giusto questa : un post su Facebook che gronda davvero livore e odio contro un “voi” indifferenziato in cui entra veramente di tutto e il contrario di tutto, da chi parcheggia in doppia fila a chi fa il tifo per la camorra. Mah …. [2]
Nello stesso giorno, nella capitale romana che certo con il “cambio di marcia” a cinque stelle non ha guadagnato un gran ché, si è svolta una manifestazione civile e molto particolare, che viene dal profondo dello spirito e della tradizione del nostro paese, o meglio della Cristianità: la marcia per la vita. Giunta alla sua settima edizione, la marcia presenta un aspetto che certo non riflette (per fortuna) quello che certa chiesa di oggi non si perita di offrire: niente bandiere arcobaleno, stracci e buffonate di vario genere e nauseabondi ammiccamenti a tematiche che con il cattolicesimo non dovrebbero avere nulla a che fare, a partire dai “matrimoni” gay sino all’eutanasia. Qui non si disquisisce se al tempo di Cristo ci fosse o meno il registratore, come ha fatto il nuovo superiore generale dei Gesuiti, personaggio davvero degno di Bergoglio che sempre loquacissimo quando si tratta di augurare buon pranzo o di elogiare personaggi come la Bonino, anche questa volta si è ben guardato da un pur telegrafico indirizzo di saluto (strano che non lo abbia fatto per la manifestazione di Milano, sarebbe stato molto di più nelle sue corde). O meglio, per essere precisi lo ha fatto … per interposta persona: “Il Papa invia un suo messaggio, a firma del cardinale Pietro Parolin, perché ‘l’evento possa favorire l’adesione ai valori della vita umana e l’accoglienza di tale incommensurabile dono Divino in tutta la sua affascinante ricchezza’ riporta Avvenire, che se non altro ha dato adeguato spazio alla manifestazione. [3]
Gli obiettivi? Protestare contro l’aborto e l’eutanasia, ricordare che la vita è un qualcosa che va oltre l’umano e che ogni essere concepito ha diritto a veder svolgere quel “programma di vita” che è insito nel suo DNA, se anche non si vuole credere a un Padre che quel codice lo ha scritto perché fosse il cammino di ciascuno di noi. Una manifestazione di sacerdoti in talare, di famiglie con bambini al seguito, di cattolici che non vergognano di essere tali e soprattutto ritengono loro dovere testimoniarlo: con presenze illustri – e perseguitate – quali il cardinale Leo Burke; inoltre l’arcivescovo Carlo Maria Viganò e il vescovo Athanasius Schneider.
Molto belle e toccanti le parole della portavoce della manifestazione, Virginia Coda Nunziante: “Oggi si parla grosso modo di 100.000 aborti l’anno (dati del 2016), cioè 273 aborti al giorno, 11 ogni ora, un bambino ucciso ogni 5 minuti e mezzo. E in Europa la situazione è ancora più tragica: un aborto ogni 11 secondi, 327 ogni ora, 7854 al giorno.
Ebbene, sarò politicamente scorretta e so già che ci saranno molte persone che si stracceranno le vesti ma è inutile non affrontare di petto le questioni: i nostri governi, le nostre società, stanno calpestando la legge naturale, stanno calpestando i diritti di Dio, creatore della Vita. E’ vero che il valore della vita è un valore condiviso anche con non credenti e atei, e li ringraziamo per la loro presenza qui in piazza, ma non possiamo per questo dimenticare che nessuno di noi si è dato la vita da sé stesso ma l’ha ricevuta in dono e questo dono è indisponibile. Non possiamo togliere la vita agli altri perché questo si chiama omicidio e noi vogliamo ribadirlo qui, oggi, pubblicamente, che l’aborto è un omicidio perché distrugge una vita umana che non ci appartiene.” [4]
Parole certo politicamente scorrette, che suscitano nel migliore dei casi risolini di compatimento e battute stizzite nei salotti buoni, di quelli che piacciono alla gente che piace, pronta a commuoversi e a stracciarsi le vesti per un cucciolo di qualsiasi specie che non sia quella umana. Ricordano tanto l’episodio della “vergine cuccia, delle grazie alunna” del grande Parini, figlio del secolo dei lumi ma fedele prima di tutto alla croce. E senza dubbio anche lui oggi avrebbe sfilato a Roma.
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