Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
e ore sono passate dal voto ma già si possono fare delle analisi: è solo il primo tempo di una partita che vedrà la fine solo tra quindici giorni. Chi ha vinto ancora non si sa, ma è chiaro chi ha perso. 22 comuni, tra cui Palermo, sono già in mano al Centrosinistra, 8 al Centrodestra, ballottaggi praticamente ovunque. Sono 140 i ballottaggi ma solo ad 8 di questi prenderà parte il M5S, a 77 il Centrodestra e ad 84 il Centrosinistra: nessuno ha vinto per adesso ma il M5S esce tagliato fuori. Se un anno fa i ballottaggi premiarono il MoVimento ispirato da Beppe Grillo a Roma e Torino quest'anno non c'è stata partita. Le amministrative si giocano in un ritrovato bipolarismo.
Nelle regioni che furono la culla del forzaleghismo quindi Piemonte, Lombardia e Veneto il Centrodestra ritrova un vigore che sembrava un vago ricordo. Bagno di voti ad Asti con un corposo 47% a fronte del 15% del PD: ballottaggio ben avviato. Solo a Cuneo si riconferma invece il Centrosinistra con un netto 60%. In Lombardia ballottaggi ovunque: a Como dove Landrascina del Centrodestra conduce su Traglio per il 34% a 26%, a Monza è parità perfetta con un 39% per entrambi mentre a Lodi è in vantaggio il Centrosinistra. In Lombardia il PD ad oggi governa tutti e 12 i comuni capoluogo in attesa dei ballottaggi: ha perso tanto terreno il Centrodestra negli ultimi anni ma ora sembra poter recuperare. Se a Belluno, da sempre roccaforte rossa nel Veneto bianco, la fa da padrone Massaro a suo tempo fuoriuscito dal PD che ha creato una solida lista civica, saranno invece i ballottaggi a decidere chi vincerà tra Bitonci sindaco uscente di Padova dato al 40% e l'imprenditore Giordani per il Centrosinistra e tra Sboarina, Centrodestra e la compagna di Tosi, sindaco uscente, Bisinella di Fare!. Nella città scaligera si fronteggiano un centrodestra di vecchia generazione che poi è finito a sostenere Renzi ed uno nuovo a trazione leghista.
Le Amministrative restituiscono un Centrodestra in salute: si rilancia nelle Regioni più fertili e puntella risultati anche nella zona rossa dell'Italia. È il caso della Liguria. Dopo aver conquistato la Regione nel 2015 grazie al sapiente operato di Giovanni Toti, abile nel ricucire con pazienza una coalizione troppo spesso frenata da reciproci egoismi, ora il Centrodestra si accinge ad affrontare i ballottaggi partendo addirittura da una percentuale maggiore. A Genova Bucci accede al ballottaggio staccando di quattro punti lo sfidante di Centrosinistra: un risultato storico. È una sfida simbolica: perdere Genova sarebbe una stilettata per Renzi al pari di quella che il Centrodestra subì con la caduta di Milano poi conservato dal Centrosinistra nel 2015. Se a Bologna la Sinistra è sempre stata sistema, Genova è stata la patria della Sinistra di protesta, di piazza, di cuore: repubblicana prima del fascismo, antifascista durante il Ventennio, medaglia d'oro per la Resistenza e poi saldamente governata dalla Sinistra. Un colore rosso sfumato negli ultimi anni divenuto arancione con Doria. Dopo aver espugnato Savona nella Liguria di Ponente, un tempo isola democristiana, il sindaco di Genova e La Spezia sarà deciso dal ballottaggio del 25: una Regione storicamente di Centrosinistra sta cambiando colore. Toti parla espressamente di modello Liguria: se lo stesso pragmatismo fosse applicato a livello nazionale il Centrodestra potrebbe vincere raggiungendo quota 40%.
Il bipolarismo incentiva il voto utile tra Centrosinistra e Centrodestra e la ritrovata unità premia il secondo: trascina la Lega. Sarà la volta buona per mettere a tacere Bossi? Salvini per adesso festeggia e ne ha tutte le ragioni: c'è pure il primo sindaco di Noi Con Salvini a San Felice Circeo a incoraggiare la discesa verso Sud.
La necessità di formare coalizioni ha portato ad una riproposizione del bipolarismo: schiacciato il terzo polo grillino. Spicca infatti l'assenza del M5S dalla quasi totalità dei ballottaggi. Un anno fa dilagavano a Torino e Roma, quest'anno vinceranno forse a Carrara. Le cause sono molteplici: l'operato proprio di quei sindaci eletti un anno fa, poco radicamento territoriale, scarsa conoscibilità dei candidati, defenestrazioni che hanno avuto una eco mediatica negativa come proprio a Genova, efficacia sulla rete non replicata sul campo, pervicace contrarietà nel fare alleanze, basilari per vincere nel maggioritario, sono solo alcune delle falle che rischiano di compromettere la cavalcata del MoVimento verso Palazzo Chigi. Si aggiunga la riconferma di Pizzarotti a Parma per coronare la disfatta.
Si segnala pure un'affermazione significativa di Casapound ma solo a Lucca dove ottiene l'8%, piazzando almeno un consigliere comunale, come successe un anno fa: è un risultato da non sottovalutare soprattutto perché può tornare utile nel ballottaggio tra Tambellini e Santini; una replica di quanto avvenuto a Bolzano un anno fa dove la formazione tallonò la Lega Nord sottraendo tanti voti, troppi.
Curiosità: Torre candidato sindaco a Piacenza supera la soglia del 3% ed entra in Consiglio con la promessa di creare un vulcano e di abolire la morte. La goliardia al potere: piccolo affresco di Strapaese.
Da questa parziale tornata elettorale si raccolgono delle indicazioni che possono avere riflesso a livello nazionale in vista delle politiche.
Il Centrodestra se unito rischia seriamente di sbancare ma pesa la preferenza di Berlusconi per il proporzionale che renderebbe più dolce anche un risultato non ottimale ma che non porterebbe a formare coalizioni prima del voto come successo alle amministrative: il risultato per adesso premia la linea espressa da Salvini e corroborata da Toti. È possibile che la guerra di logoramento tra PD e M5S, la foga di Grillo e l'iperattività di Renzi dall'altra stiano riportando l'elettorato moderato verso Berlusconi, Meloni e Salvini? Per l'ennesima volta si conferma che il polo di Centrodestra può essere potenzialmente maggioritario in Italia ma perché ciò avvenga serve un progetto serio, un progetto politico e culturale non solo un'ammucchiata elettorale.
Il Centrosinistra ove capace di applicare la logica del “ma anche” di veltroniana memoria quindi di tenere unite tutte le anime che vi si ritrovano, di aprirsi al civismo come predica da tempo Pisapia può governare non solo a livello locale, può penetrare pure nei territori che storicamente gli sono meno propizi. Un Centrosinistra così delineato può anche attirare un elettorato deluso che aveva dirottato il voto verso il M5S o verso l'astensione.
Per i due Poli vale la stess indicazione: non dividersi e serrare le fila per non favorire il M5S.
Una certezza: l'astensione fa paura. L'affluenza è al 66%: picco a Genova 48,3%. Forse i ballottaggi spingeranno più cittadini a votare ma è ormai chiaro che i futuri sindaci saranno espressione di una minoranza. C'è poco da rallegrarsi.
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