Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Una prima pucciniana in riva d’Arno? Non prima assoluta, ovviamente, ben difficile possano esservi ancora inediti del grande compositore lucchese. Ma la Rondine, opera non tra le più note e dalla gestazione alquanto tormentata, non si era mai “posata” sul capoluogo toscano che è stato scelto invece per festeggiare il suo centesimo compleanno: una buona vitalità dunque, anche se certo meno messa alla prova di quella delle sue sorelle maggiori.
Fuor di metafora: il 27 marzo 1917 vedeva la luce, al teatro dell’Opera di Montecarlo, un lavoro almeno apparentemente “atipico” di Giacomo Puccini. Originariamente avrebbe dovuto essere un’operetta: del resto anche Mascagni e Giordano non avevano disdegnato il genere e quando nel’ottobre 1913 il compositore ricevette un’offerta allettante del Carl-Theater di Vienna, dopo un iniziale disinteresse fu tentato di accettare. Si trattava di comporre una decina di numeri di partitura, da inserire tra brani parlati: compenso duecentomila corone, senza dubbio una bella cifra. Ma i …. cordoni della borsa non bastarono a far vibrare la corda dell’ispirazione : “io operetta non la farò mai” scriveva il maestro nel 1913 all’amico viennese barone Eisner. Puccini non aveva gradito poi il soggetto proposto, giudicato troppo banale. Chiese dunque ai viennesi uno diverso e migliore: si arrivò così alla Rondine su testo di Giuseppe Adami, uno dei futuri librettisti di Turandot . A complicare ulteriormente le cose ci si misero dei dissapori con l’editore Tito Ricordi e naturalmente la guerra. Sulla seconda purtroppo ci si poté fare ben poco, ma per il primo problema c’era l’editore rivale, Sonzogno, che ottenne la partitura in comproprietà con la Universal Edition di Vienna. Dopo varie vicissitudini, la prima fu fissata al teatro dell’Opera di Monte Carlo,il 27 marzo 1917, dove ottenne un vivissimo successo; mentre le successive esecuzioni, sia italiani che viennesi, risultarono più problematiche.
Opera minore? Operetta mancata, un “cattivo Lehar”, come diceva per l’appunto Tito Ricordi ? Intanto per cominciare, nonostante ancora ci sia chi si ostina a definirla operetta, La Rondine è un’opera vera e propria, una commedia lirica in tre atti del tutto priva di dialoghi. Lavoro minore o semplicemente sfortunato? Il maestro era convinto di avere scritto una partitura raffinatissima e ci teneva molto, anche se poi, assalito da dubbi come di consueto, fece stampare altre due versioni – edizioni con ritocchi anche del soggetto.
Al pubblico l’ardua sentenza, anche se le riprese negli ultimi decenni hanno visto un maggiore apprezzamento di questa commedia lirica, sia da parte delle platee che della critica. E il Maggio Musicale fiorentino l’ha scelta proprio per l’inaugurazione ufficiale della stagione invernale, che avverrà stasera stessa alle 20 con una serata che si preannuncia all’insegna del tutto esaurito o quasi. La versione presentata è quella originale “monegasca” del 1917, in un nuovo allestimento del regista Denis Krief che firma anche scene e costumi e luci. Sul podio Valerio Galli che torna al Maggio subito dopo aver diretto Tosca, l’ultimo dei tre titoli della “maratona” pucciniana con Butterfly e Bohème, che ha riscosso un grande successo di pubblico. A giudicare dalle foto di scena, l’ambientazione dovrebbe essere stata spostata dalla Parigi del secondo impero ai giorni nostri. La protagonista, Magda, è Ekaterina Bakanova, Ruggero Matteo Desole.
Comunque la si voglia giudicare, l’opera fa parte di un intenso periodo di sperimentazione da parte del grande compositore; a mezzo tra la Fanciulla del West (1910) e il Trittico (1918), presenta una partitura straordinariamente ricca e elaborata: l’ambientazione Secondo Impero legittima l’uso del valzer, ma il compositore non disdegna affatto l’utilizzazione di danze più moderne (e piacevolmente anacronistiche) come Il fox, di derivazione nordamericana; ma fanno capolino il tango, la polka e altri ancora, che hanno sempre un ruolo di conferire un carattere ben preciso a scene e situazioni.
Sicuramente un’ottima scelta che sembra anche essere premiata dal pubblico. Repliche venerdì 20 e martedì 25 ottobre (ore 20), domenica 22 ore 15,30.
La trama dell’opera
Atto I
Magda, giovane amante del ricco banchiere Rambaldo, discute con le amiche
dell'ultima moda parigina, l'amore romantico, e confida loro di una sua
passione giovanile, esprimendo il desiderio di provare ancora quel sentimento.
Giunge Ruggero, un giovane amico di Rambaldo di passaggio a Parigi; la
discussione divaga sul modo più piacevole di trascorrere una serata nella
capitale e, mentre Magda conversa con il poeta Prunier, le altre ragazze
consigliano a Ruggero di recarsi da Bullier, un celebre locale notturno della
città. Quella sera Magda va al Bullier vestita in modo semplice, senza
sospettare che lì andrà anche la sua cameriera Lisette, con gli abiti della
padrona ed accompagnata da Prunier, che è il suo amante.
Atto II
Al Bullier. Indifferente
all'allegria ed alla confusione, Ruggero si annoia. Magda arriva e si siede al
tavolo del giovane presentandosi come Paulette; fra i due si stabilisce
un'intesa via via più intensa. Giungono Prunier e Lisette: quest'ultima crede
di riconoscere nella compagna di Ruggero la padrona, ma Prunier, che capisce la
situazione, la smentisce. L'arrivo di Rambaldo è un fulmine a ciel sereno:
Prunier vorrebbe che Magda si allontanasse, ma la giovane è intenzionata ad
affrontare la situazione e confessa al banchiere la serietà dei suoi
sentimenti. Mentre Rambaldo si allontana, Magda torna da Ruggero.
Atto III
Magda e Ruggero vivono insieme, felici e lontani da Parigi. Il giovane, che
ignora il passato della fanciulla, ha scritto una lettera alla madre per avere
il consenso alle nozze; Magda sente crescere l'imbarazzo. Giungono Prunier e
Lisette e, mentre quest'ultima chiede alla padrona di un tempo di riprenderla a
servizio, il poeta informa che i sentimenti di Rambaldo non sono mutati. La
lettera di risposta giunge con il consenso materno e a questo punto Magda,
comprendendo che l'illusione non può durare più a lungo, racconta tutta la
verità. Nonostante le proteste di Ruggero, disposto a tutto pur di non
perderla, Magda parte, portando dentro di sé il bel ricordo dei giorni passati,
per ritornare alla vita di sempre.
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