Poggio a Caiano, ottobre 1587

Francesco de' Medici e Bianca Cappello: Delitto o malaria?

A più di quattro secoli dal drammatico evento l'ultima parola sul destino dei due celebri amanti non è stata ancora detta.

di Domenico Del Nero

Francesco de' Medici e Bianca Cappello: Delitto o malaria?

Francesco de’ Medici e Bianca Cappello. Un amore che ha attraversato i secoli. Amanti diabolici o vittime di una delle tante, troppe leggende nere della storia? L’enigma rimane, la sorte del secondo granduca di Toscana e della affascinante veneziana prima amante poi consorte continua ad essere avvolta nel mistero. Un enigma che resta ancora oggi tale, malgrado qualche anno fa alcune ricerche abbiano cercato di far luce, anche se, pur portando qualche elemento nuovo, il buio continua ad essere fitto: febbre terzana o veleno? E il cardinale Ferdinando de’ Medici era il … fratello prodigo che tornava pentito o un novello Caino sotto vesti di porpora?

Sono passati  quattrocentotrenta anni da quella giornata di ottobre del 1587: tutto ebbe inizio il giorno otto, con una battuta di caccia e una cena nello splendido scenario della villa medicea di Poggio a Caiano.  Francesco I, succeduto al padre Cosimo sul trono di Toscana nel  1574, non ha lasciato di sé un ricordo particolarmente buono. Non come sovrano, almeno: gli si rimprovera una reazione troppo dura a un tentativo di congiura nel 1575 (la cosiddetta congiura di Orazio Pucci) ma soprattutto l’aver delegato ai propri consiglieri il grosso degli affari di stato. Sovrano assoluto, Francesco regnava però, a quanto pare, attraverso altri, contrariamente a quanto aveva fatto il padre e a quanto farà il fratello.

In compenso, era appassionato d’arte, di cultura e di architettura. Alchimista provetto, maneggiava più veleni che decreti chiuso nel suo studiolo di palazzo Pitti, in cui fece venire un giorno una fornitura di ben diecimila scorpioni: lo scopo era studiarne il tossico per poter fabbricare un antidoto.

Non sappiamo se lo abbia trovato, ma certo è che affascinato dalle porcellane cinesi riuscì in qualche modo a carpirne il segreto (insieme a Bernardo Buontalenti e a vari collaboratori) e fu così nel 1575 nacque la cosiddetta “porcellana dei Medici”, prime opere di porcellana a pasta vitrea mai realizzata in Occidente.

Un personaggio controverso, su cui le opinioni di storici e biografi sono tutt’altro che concordi. La sua vita familiare è quella su cui le ombre si fanno più fitte.  lo si sospettò di complicità, o perlomeno di silenziosa connivenza, in due truci delitti di famiglia accaduti a una settimana di distanza: la sorella Isabella de' Medici e la cognata Leonora Álvarez de Toledo, uccise dai rispettivi mariti nell’ estate del 1576 in circostanze molto simili.

Francesco avrebbe conosciuto Bianca in un momento imprecisato del 1564,  lo stesso anno in cui il padre Cosimo I lo volle partecipe alla gestione degli affari di stato.  Era una gentildonna veneziana in fuga, dal passato non proprio limpido, sposata a un fiorentino, Pietro Bonaventuri. Un matrimonio d’amore celebrato contro il volere della famiglia a quindici anni, a cui era seguita una feroce disillusione. Non  diversamente del resto da Francesco, che per ragioni di stato aveva dovuto sposare  nel 1565 Giovanna d’Austria, figlia dell’imperatore Ferdinando I d’Asburgo.  Al di là della ritrattistica ufficiale, la principessa non era stata favorita dalla natura: mingherlina, afflitta da un evidente rachitismo e per di più non scampata al deturpante timbro, proprio degli Asburgo, del prognatismo della mascella inferiore. Non del resto che Francesco fosse un adone:” è di statura piccola, magro, negro di faccia e di cera malancolica", maligna nel 1566 l’ambasciatore della Serenissima Lorenzo Priuli.  Bianca invece era sicuramente una bella donna …

Brutta o bella che sia, Giovanna dà a Francesco ben sei figlie femmine ; solo due vedranno la maturità e una di loro sarà la famosa Maria de’ Medici, sposa di Enrico IV e regina di Francia. E finalmente, nel 1577, un erede maschio: Filippo, o meglio don Filippino:  il bambino con in vestito rosso ritrovato in occasione del “progetto Medici” nelle cappelle di San Lorenzo nel 2004.

La signora con la falce si darà molto da fare con la famiglia di Francesco:  non solo ben sei figlie su otto, ma la stessa Giovanna, trascurata, non amata e disprezzata a vantaggio dell’amante Bianca, muore nel  1578 mentre è all’ottava gravidanza: “ morì a 10 aprile 1578 per una caduta fatta nell’uscire dalla Chiesa della Nunziata, essendo inciampata nei propri panni, che per essere ella gravida di parecchi mesi, le morì la creatura in corpo la quale poi come si vidde era un figlio maschio che le fu cavato di ventre dai cerusici” riporta l’arido linguaggio delle cronache.  Il 29 marzo 1582 morì anche don Filippo, e fu deposto in san Lorenzo nella Sacrestia Vecchia “vestito tutto di rosso, con la sua spadina messa a oro”…

Ma la signora con la falce aveva agito di sua iniziativa, o era stata chiamata? Per entrambi si parlò di veleno,e molti, soprattutto nel caso di Filippo, vollero vedere la longa manus della “pessima Bianca”, decisamente poco amata dai fiorentini . Solo maldicenze? Resta il fatto che poco dopo la morte di Giovanna Francesco sposò segretamente la Cappello, rendendo ufficiale la loro unione nel 1579. Bianca  era ormai granduchessa di Toscana. Non solo; già da tre anni (1576)  aveva dato alla luce un figlio , Antonio: o perlomeno così sosteneva. Infatti alcune voci lo indicano come figlio di una serva di Bianca e di un uomo sconosciuto, e di conseguenza semplicemente adottato da lei e Francesco: in molti hanno sostenuto una simulazione di gravidanza da parte della donna, che sarebbe addirittura stata scoperta ma perdonata da Francesco. Innamorato davvero sino a questo punto? Resta il fatto che il vero lignaggio di Don Antonio de’ Medici non è mai stato chiarito: Ferdinando I, fratello e successore di Francesco, lo tratterà con tutti i riguardi, ma gli imporrà di non sposarsi e non avere figli.

Bianca dunque trionfa: dal 1579 siede su un trono, e quei veneziani che l’avevano cacciata con ignominia adesso la considerano una gloria nazionale. Ma … non aveva un marito anche lei? Già, il buon Pietro Bonaventuri, che aveva tranquillamente chiuso gli occhi davanti al tradimento della moglie: del resto le corna, se regali, si possono anche  accettare, specie se procurano vantaggi. Ma possono anche procurare una brutta fine: nel 1572 Pietro fu assassinato in una rissa di strada. Certo, era un tipaccio dalla vita sregolata, però …

Il trionfo della bella veneziana non era comunque destinato a durare a lungo.  Francesco  aveva un fratello, Ferdinando (1549 – 1609) destinato alla carriera ecclesiastica e potente cardinale romano.  I  rapporti tra i due fratelli non erano certo dei migliori e soprattutto Ferdinando disapprovava la relazione e ancor di più il matrimonio con Bianca, da lui cordialmente detestata. E’ probabile che nutrisse qualche sospetto sulla morte di Don Filippino e non  prestò mai fede alla legittimità di don Antonio. Ma quella giornata di ottobre del 1587, a Poggio a Caiano, sembrò che tutti i dissidi fossero destinati ad appianarsi: i due fratelli cacciarono tutto il giorno insieme, Ferdinando sembrava ormai disposto ad accettare persino la cognata … tutto per il meglio dunque.

Sì, fino a cena.

Un grande banchetto: “ paste di composizioni calide, torte con tutta una sorte di spezierie, gengiovo, noce moscata, gherofani, pepe e macis, polpe di capponi … fino a bere vini crudi, frizzanti, raspati indigesti,” riporta un codice custodito alla biblioteca Marucelliana. Francesco si sente male,  si alza e si allontana dal salone splendidamente illuminato. Poco dopo, anche Bianca viene colta da un analogo malessere.  Dopo giorni di condizioni di salute alterne, il 19 ottobre Francesco spirava: poche ore dopo Bianca, sua consorte e forse complice, lo seguiva: “E si accora pure col mio destino che debba morire col mio signore” pare abbia appena avuto il tempo di esclamare.

Ferdinando, uomo intelligente e abilissimo, capì subito che i sospetti di quella duplice morte sarebbero ricaduti su di lui. Ordinò immediatamente una autopsia sui due cadaveri, alla presenza di testimoni al di sopra di ogni sospetto. La versione della morte fu “malaria perniciosa”. Cause naturali, dunque. Ferdinando poté così cambiare tranquillamente la porpora cardinalizia con la corona granducale.

Ma figuriamoci se a Firenze potevano crederci. Cominciarono a circolare voci di ogni genere su quella improvvisa tragedia: protagonista il veleno. Il fratello avrebbe finto di volersi riconciliare, per poter in realtà fare un doppio colpo: vendicarsi e impadronirsi del trono. Ma Ferdinando I è stato uno dei migliori granduchi medicei, e il suo ventennio di regno stride moltissimo con l’idea di un vile assassino.

Alcuni anni fa, grazie alla riesumazione dei resti di Francesco per il “progetto Medici”, sono emersi nuovi elementi. La vicenda è stata ricostruita, in articoli e libri, da Marco Ferri, bravissimo giornalista fiorentino diventato un grande esperto della dinastia granducale e “innamorato” al punto di fondare una rivista, Medicea, che per alcuni anni è stata veramente una fucina di buoni studi e di divulgazione sul granducato della dinastia mugellana. Ferri poneva tra l’altro l’attenzione sull’ultimo mistero di Bianca: la sua sepoltura. Ferdinando infatti all’architetto Bernardo Buontalenti che gli chiedeva dove volesse che fossa sepolta, rispose con le celebri e durissime parole “dove volete, ma non la vogliamo con noi”. A tutt’oggi il luogo di sepoltura è sconosciuto, anche se Ferri ha formulato un’ipotesi molto plausibile e documentata al riguardo: il corpo di Bianca Cappello si troverebbe in corrispondenza della cappella dei Santi Cosma  e Damiano (protettori di Casa Medici), nel transetto di sinistra della Basilica di San Lorenzo. Ma per appurarlo ci vorrebbero scavi e ricerche.

In ogni caso: in seguito alla pubblicazione di uno studio del tossicologo Francesco Mari  l’ipotesi dell’avvelenamento era tornata alla ribalta: in un articolo del 2006 della rivista British Medical Journal,  Mari dichiarava  di aver trovato prove a supporto della tesi dell’arsenico. Il suo studio si basava sull'analisi di alcune formazioni pilifere trovate sul teschio di Francesco e sull'esame dei visceri dei defunti granduchi. Dopo l’autopsia, i  visceri  della coppia erano stati conservati in alcuni vasi all'interno della chiesa di Santa Maria a Buonistallo, e in anni recenti ne sono stati  rinvenuti alcuni frammenti. L’analisi tossicologica delle viscere avrebbe rivelato la presenza di arsenico, e lo studio del DNA antico avrebbe consentito di attribuire le viscere proprio al corpo di Francesco.

Ma questa teoria “colpevolista” ha trovato autorevoli oppositori, tra cui il prof. Gino Fornaciari dell’università di Pisa, uno dei protagonisti del “progetto Medici”: la concentrazione di arsenico potrebbe essere spiegata dai metodi usati per trattare e conservare le viscere, metodi che prevedevano l’impiego di composti a base di arsenico. Il DNA analizzato, dunque, potrebbe essere legato a contaminazione accidentale da parte degli operatori o della flora batterica. Non solo, ma nel 2009 ulteriori studi sui resti di Francesco hanno permesso di individuare tracce di plasmodio malarico. Ferdinando definitivamente assolto dunque?  Può essere, ma forse solo  il ritrovamento del corpo di Bianca potrebbe dare la risposta definitiva. Intanto, almeno nell’immaginario, il mistero della bella maliarda veneziana continua.

 

 

 

 

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