il libro
Notte sull'Avana, la vita come un palcoscenico dove ognuno recita la sua parte
di Alessandro Bedini
Notte sull'Avana, ovvero un viaggio interiore colorato con i colori
forti di quella Cuba che ha visto innamorarsi Hemingway, che ha tenuto a
battesimo la rivoluzione castrista e il mito del Che. Le contraddizioni, le
miserie e le grandezze dell'isola caraibica filtrate attraverso un racconto
lieve, pulito, profondo. Autrice del romanzo è Rossana Giorgi Consorti,
scrittrice affermata per il genere giallo, che esordisce su uno scenario per
lei nuovo e inesplorato. Scommessa pienamente riuscita. Le pagine scorrono
veloci, le descrizioni affascinanti, i protagonisti colti nei loro più
autentici caratteri. Miserie e grandezze dicevamo e sullo sfondo il mito della
rivoluzione che continua ancora oggi a innervare quel popolo fiero e orgoglioso
del proprio stile di vita. Leggendo
Notte sull'Avana, vengono alla mente
le parole di Marcel Proust: "Il libro essenziale, il solo libro vero, uno
scrittore non deve inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma
tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un
traduttore”. Robert e Massimo, due amici di lunga data ma dai caratteri
opposti, oramai non più giovani, cercano ognuno a suo modo la Cuba che hanno
tante volte sognato. Ma si avventurano su strade diverse: verso la rovina
morale e materiale il primo, verso un amore semplice e intenso il secondo. Due
modi diversi di porsi di fronte all'esistenza, al fato, a quel Dio che ama
spesso giocare a dadi con gli esseri umani. L'essenza più profonda del romanzo
di Rossana Giorgi Consorti sta proprio in questo: lo scorrere dell'esistenza,
la vita come un palcoscenico dove ciascuno deve recitare la sua parte. Gli
incontri che i due fanno rispondono a un ordito ben preciso che l'autrice ha
sapientemente costruito. Massimo è vittima di un oscuro malessere non appena
sbarcato a Cuba e viene amorevolmente curato dalla famiglia di Jose, il
portiere dell'albergo in cui alloggia Massimo e soprattutto da Vienta sua
moglie, capace di cogliere le radici profonde della malattia dell'ospite. La
sua infatti non è solo una malattia fisica, sono i fantasmi del passato e del
presente che affiorano e agitano la sua mente. I ricordi, le sofferenze.
Robert, ricco americano, è invece lo specchio del nihilismo esistenziale, alla
ricerca di un ubi consistam indefinito e indefinibile che lo porterà soltanto
verso il vuoto. Il denaro, il benessere, la ricchezza ostentata non sono fonte
di felicità. E' un'altro filo immerso dall'autrice nel succo del racconto.
Massimo prova imbarazzo, per non dire vergogna di fronte a quella gente che a malapena
riesce a tirare avanti, che deve accontentarsi del poco che lo stato,
onnipresente, gli permette di avere. Eppure quel popolo è felice, più di quanto
lo possano essere coloro posseggono ogni lusso. Pilar, la compagna di Massimo,
è un personaggio emblematico: piena di vita, ma capace di essere triste, fedele
al suo amore ma rassegnata a perderlo al tempo stesso. Un misto di sentimenti,
introspezioni, bilanci di una vita che si confondono con gli straordinari
tramonti, il mare cristallino, il vocio della gente, la disarmonia de L'Avana,
come la definisce l'autrice. In fondo la stabilità economica non corrisponde a
quella interiore e Massimo lo capisce fino al punto estremo. Robert invece è
come inghiottito dalle sue insicurezze, dalle paure, dai fallimenti. E'
l'incontro con l'altro da sè che fa cambiare a Massimo l'orizzonte
esistenziale, è la diversa qualità dello scorrere del tempo che cambia la vita
e che l'autrice ha saputo far trasparire dalle pagine del romanzo. Il finale,
che non riveleremo, lascia aperte molte porte. Ognuno può decidere di entrarvi
o come entrarvi. Altri preferiranno forse restare sulla soglia e osservare
"nei pressi di una cittadella fortificata, una scritta su un cippo di
marmo che riportava parole che inneggiavano ancora alla rivoluzione: Hasta la
victoria siempre".
Il Libro, Rossana Giorgi
Consorti, Notte sull'Avana, Andrea Giannasi Editore, Lucca, 2017