Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
i con chi vai e ti dirò chi sei. Vecchio adagio ma sempre valido. Fin dagli albori del suo pontificato, Bergoglio non ha fatto mistero di preferire frequentazioni sinistre, a varie gradazioni: dal rosa, al rosé al rosa shocking, senza disdegnare il rosso cupo, al punto da benedire i centri sociali e accettare un bel crocifisso con falce e martello, dono del suo amico companero Evo Morales. Non risulta invece che abbia mai incontrato gli skinheads o benedetto teste rasate; magari, anzi molto probabilmente anche vuote, ma non certo più piene o colme di amor fraterno di alcuni “missionari” dei centri sociali.
Ma tant’è; ormai siamo talmente abituati alle esternazioni – e
alle frequentazioni – di Bergoglio che non ci fanno neppure effetto più di tanto.
Solo che questa volta la cosa è veramente grossa.
Sicuramente, al lettore medio importa ben poco dell’inferno
metafisico. E’ già qualcosa se lo scalfiscono, magari tra un’occhiata all’Iphone
e un apericena, i tanti, troppi inferni terreni che ogni giorno molti disgraziati
devono affrontare; non certo solo quei migranti che sembrano essere l’unica
cosa che stia veramente a cuore al prelato argentino, ma le tante, troppe
miserie su cui la nostra civiltà preferisce sorvolare, a partire dalla persecuzioni che tanti cristiani devono ancora oggi subire. Per l’homo communis poi, l’inferno può essere la perdita della
connessione e la chiusura del proprio centro commerciale preferito o al massimo
un fine settimana con la suocera.
Il fatto è che alla nostra transitorietà su questa terra e a quel che succederà “dopo”, si preferisce pensare il meno possibile, anzi rimuoverlo proprio del tutto. Nella migliore delle ipotesi, dato ma non concesso che ci sia un “dopo”, questo deve essere rassicurante, confortante e soprattutto …. metafisicamente corretto. L’idea che qualcuno, se non in questa vita almeno in una eventuale “altra”, debba assumersi le proprie responsabilità davanti a un giudice a prova di qualsiasi bustarella è sempre stata un po’ dura da accettare ma oggi è francamente indigeribile.
Da questo punto di vista, Bergoglio aveva già fatto moltissimo, separando l’idea di misericordia da quella di giustizia. La bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei : così, in modo sublime, Dante chiarisce che la misericordia divina richiede una adesione umana, sia pure nell’ultimo secondo di vita come nel caso di Manfredi. La bontà divina però evita l’eterna dannazione (il che non è certo poco!) ma le colpe vanno comunque espiate: ecco perché il Purgatorio.
Tutte cose certo che fanno sorridere i disincantati barbassori del laicismo e – diciamocelo pure – anche molti “cattolici” che della loro fede ne sanno sicuramente molto meno che di tante frivolezze mondane. Ma da chi occupa il trono di Pietro e dai suoi più immediati collaboratori, non sarebbe lecito attenderci un atteggiamento leggermente diverso?
Sarebbe troppo lungo – e anche alla fine fuorviante – rifare la storia delle tante, troppe espressioni ambigue di quello che si può definire il pontificato del forse che sì forse che no. Espressioni – si badi bene – che se adeguatamente inquadrate e contestualizzate potrebbero spesso essere tranquillamente condivisibili (valga per tutte il celebre chi sono io per giudicare, che dato il modo e il contesto in cui fu pronunciato, somigliava molto di più al “lavarsene le mani” di Pilato che a una affermazione, sia pure informale, del successore di Pietro), ma che sembrano invece coniate apposta per creare sconcerto e confusione.
Da questo punto di vista, le interviste con Scalfari sembrano essere veramente “il top”. C’è ormai uno schema che sembra essere collaudato, una “commedia” per la verità ben poco divina.
Basterà ricordare proprio la prima (2013) che sembrava porre il relativismo su una cattedra d’argento: “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo”.[1]
Combattere il male come lui li concepisce. Sicuramente anche Stalin, Pol Pot (e certo, anche Hitler) sarebbero stati d’accordo su questo punto!
Poi tutta la ridda di precisazioni, puntualizzazioni, ritiri e ricomparse dell’intervista in questione. Smentite? Nessuna, né allora né in altre circostanze analoghe.
Ma tutto quanto accaduto in precedenza diventa in apparenza poco e scuro se in seno alla terza intervista si mira (per citare e parafrasare ancora il Sommo Poeta): qui Bergoglio avrebbe superato se stesso, anzi proprio saltato il fosso, passando dall’affermazione ambigua a quella apertamente eretica. Alla richiesta di Scalfari circa la punizione riservata alle anime cattive, Francesco avrebbe così replicato: “Non vengono punite, quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici.”
A questo punto siamo chiaramente in presenza di una “nuova rivelazione”: a essere smentito è nientemeno che Cristo. Non sarebbe certo la prima volta che qualcuno lo fa, ma lo sarebbe certo da parte di un papa. Quanto poi ad alcune anime destinate alla mortalità …. Sembra di tornare a certe vecchie eresie gnostiche. Forse, oltre che per i protestanti, Francesco ha per caso un debole anche per i catari?
Insomma, duemila anni di cattolicesimo buttati alle ortiche. Meno male che Bergoglio c’è: abbiamo un nuovo Verbo che invece di farsi carne si fa lancio mediatico, spazza via venti secoli di errori e trova in Scalfari il nuovo profeta, altro che i quattro evangelisti!
Ma … ancora una volta interviene la sala stampa vaticana. Francesco si è infuriato, ha smentito, ha scomunicato il suo corifeo?
Neanche per sogno. Ancora una volta, siamo difronte alla solita ambiguità: “Il Santo Padre Francesco ha ricevuto recentemente il fondatore del quotidiano La Repubblica in un incontro privato in occasione della Pasqua, senza però rilasciargli alcuna intervista. Quanto riferito dall’autore nell’articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre.”[2]
Insomma, si sono ritrovati per una partitina di briscola, e
chiacchierando di calcio e amenità varie ci è scappata pure una battutina sull’Inferno,
che poi è stata “colta al volo”? Francesco è così sprovveduto da non rendersi
conto che l’altro è pronto a cogliere e addirittura stravolgere le sue parole
per ricavarne il solito scoop? Scalfari è talmente in mala fede da inventarsi una cosa del genere giusto per la soddisfazione di ... bruciare l'inferno?
Non sono ipotesi molto credibili, tanto da far pensare che le cose stiano ben diversamente: e cioè che tra il fondatore di Repubblica e Bergoglio ci sia una perfetta sintonia e perché no, una strategia concordata. Attraverso queste interviste l’argentino fa sapere quello che è veramente il suo pensiero; ma consapevole di non poterlo esprimere in forma “magisteriale” sceglie una modalità molto più fluida e informale, dalla quale si può sempre prendere le distanze senza però smentirlo del tutto. Notiamo infatti che il comunicato vaticano non smentisce per nulla i fatti, ma la forma in cui sono stati espressi. Davanti ad affermazioni di tali gravità, c’era bisogno di ben altro!
Ovviamente, papolatri e tutto il Francesco fans club smentisce, rintuzza, rigira la frittata, scomunica. Eppure, per citare il celebre adagio andreottiano, a pensar male spesso ci si azzecca anche se si fa peccato. Ma se tanto l’inferno non esiste …
Inserito da Angelo il 15/04/2018 00:56:18
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