Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Grande fibrillazione negli studi televisivi dove giornalisti, opinionisti e commentatori erano convocati per parlare della lista dei ministri che il premier incaricato Cottarelli era andato a sottoporre all’approvazione di Mattarella. Era stato convocato per le 16,30, aperta la sala stampa del Quirinale, posizionati i corazzieri ai lati della porta dalla quale Cottarelli sarebbe dovuto uscire per comunicare ai giornalisti lì convocati la composizione del governo cosiddetto “del Presidente”.
Negli studi televisivi fervevano le chiacchiere di attesa, quando si vede un graduato o forse un sottufficiale, (non abbiamo visto bene) parlare con i due corazzieri e andarsene seguito a ruota dai due militari…
Che succede? Panico fra i giornalisti e negli studi allestiti per le dirette. I telefonini di ogni giornalista direttore, cameraman, operatore hanno cominciato a surriscaldarsi maneggiati affannosamente dai loro proprietari in cerca di contatti utili per capire cosa stesse succedendo.
Si diffonde la voce che i corazzieri se ne sono andati perché anche Cottarelli è ormai uscito dal Quirinale e dunque non uscirà in sala stampa per annunciare la composizione del governo.
Dov’è andato Cottarelli? Escludendo che abbia avuto un calo di zuccheri e si sia recato a fare merenda (il Quirinale, nonostante i tagli, è attrezzato per offrire generi di conforto) le ipotesi si rincorrono chi dice che sia andato a casa chi alla camera nello studio messogli a disposizione come pochi giorni fa a Conte. Già ma fare cosa?
Nel frattempo al Senato è in corso il dibattito parlamentare, e la scena televisiva diventa improvvisamente surreale. Al Quirinale si è verificato un fatto mai accaduto, non solo inedito ma anche inspiegabile (non vogliamo credere che a Matterella non sia andata bene neppure al lista dei ministri che Cottarelli aveva fatto sotto sua dettatura!) irrituale, e addirittura squinternato rispetto al rigido cerimoniale che regola le formalità del caso.
In Senato nel frattempo sembrano non sapere niente, i parlamentari continuano a fare le dichiarazioni che si sono scritte sui loro foglietti, e che probabilmente sono ormai vecchie, vista l’improvvisa accelerazione impressa agli avvenimenti. Addirittura un parlamentare intervistato al volo da Celata di La7 dichiara di non avere idea di quel che sta accadendo.
Cambia la scena la telecamera è di nuovo nella sala stampa del Quirinale in subbuglio, dalla porta ormai incustodita esce Grasso, responsabile per la comunicazione del Presidente, si fa dare un microfono circondato dai giornalisti affamati di notizie, è imbarazzato, sembra non avere idea di come gestire la situazione, chiede quando può cominciare a parlare; la voce dalla tv la sentiamo in differita perché il microfono che gli hanno passato è collegato in diffusione nella sala stampa e quindi il labiale non coincide con il suono che peraltro giunge disturbato dal brusio.
Annuncia che Cottarelli tornerà dal Presidente domani mattina.
Perché? Cosa è successo?
Le domande si rincorrono, ma lui replica di non essere autorizzato a dire altro.
Fine.
Il resto sono chiacchiere, ipotesi più o meno credibili sulle quali ancora i commentatori si stanno esercitando.
Certo è che questa crisi, pesante, per certi versi incomprensibile, aggravata da deliranti dichiarazioni provenienti dai tecnocrati europei che arrivano a minacciare gli italiani con frasi tipo: “i mercati insegneranno agli italiani come votare” (poi lievemente modificata dopo il coro di proteste proveniente da ogni forza politica italiana); questa crisi dicevamo è stata gestita dal Colle nella maniera peggiore, non solo nel merito, ma soprattutto nel metodo.
Le forme, i rituali, i protocolli, i cerimoniali servono per gestire i momenti di difficoltà senza che si crei il panico generato dalla confusione, dall’improvvisazione, dai colpi di scena che in certi momenti si possono legittimamente verificare.
Ci si chiede perché non è uscito il portavoce del Presidente per dire, con i crismi del caso: porta aperta, breve camminata verso il podio, foglietto con dichiarazione, cortesi saluti, annuncio del niente di fatto, dietro front, porta, allontanamento dei corazzieri che segnala che non accadrà altro.
Perché Cottarelli se n’è andato furtivamente? Perché le cose sembrano essere sfuggite di mano al Presidente?
Un’altra brutta pagina di un disastro che deve farci riflettere non solo nel merito delle dinamiche politiche, ma soprattutto sulla capacità di Mattarella di gestire con fermezza e nervi saldi la crisi.
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