Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ono vicende e situazioni per cui dentro noi tutti risuona, cosciente e sbalordita, quella vocina che ci rende restii a credere a quello che abbiamo di fronte, e a pensare che mai si sarebbe potuto pensare di arrivare ad una cosa simile. Mai più azzeccato però il famoso detto “non c'è mai fine al peggio”; se da una parte allora crediamo di averle viste e sentite di tutte, dall'altra, ahimè, accade un qualcosa che le supera di gran lunga e ci lascia sbigottiti, spaesati, increduli. È il caso della nave Diciotti della Guardia Costiera Italiana che, nella notte tra il 16 e il 17 agosto scorsi, ha salvato 190 persone in zona Sar maltese, al di fuori quindi del territorio italiano. Come si suol dire “molti guardano alla forma e non alla sostanza delle cose”, ecco allora che, oltre a tutto ciò che si è verificato in questi giorni, bisogna ricordare – e forse spiegare a qualcuno – che le autorità di La Valletta non ritenevano che il barcone di migranti in mezzo al mare fosse in pericolo e che volesse essere soccorso, ma anzi, “continuare il suo viaggio”. Sembra quasi una barzelletta, ma in verità si tratta delle motivazioni e delle spiegazioni fornite dai rappresentati di uno Stato nazionale a tutti gli effetti, un Paese che, con questa scusa ignobile ed indecente, ha ritenuto a quel punto di scaricare il barile a Roma, come alla fine è avvenuto. E dopo questa doverosa premessa che a molti, troppi, volontariamente sfugge ed è sfuggita per rinvigorire le misere campagne “pro accoglienza” e “pro immigrazione” in funzione anti – governo, si può procedere all'analisi critica dell'evolversi della situazione. Dopo che la nave ha attraccato nel Porto di Catania, per cinque giorni i migranti sono rimasti a bordo della stessa, visto il divieto di sbarco emesso dal Ministro Salvini. Ed è in questo lasso di tempo che si è assistito ad episodi tanto curiosi quanto miserabili allo stesso tempo: dalle proteste e le manifestazioni di “solidarietà” promosse da qualche gruppetto di estrema sinistra alle comparse, apparizioni tipo “messia” di, nell'ordine, Maurizio Martina, Maria Elena Boschi, Laura Boldrini e Stefano Fassina, saliti a bordo della nave per constatare le condizioni dei migranti ed, ovviamente, cogliere la palla al balzo per un po' di propaganda e speculazione. Medici, psicologi e assistenti sociali improvvisati in un solo giorno, tutti impegnati nel dire la loro, senza minimamente proporre delle soluzioni valide e collaborare col Governo per andare a risolvere, in Europa, un problema importante che, comunque la si veda, ci riguarda in prima persona. Al grido di “restiamo umani” e “apriamo i porti”, esponenti della sinistra, dalla più moderata a quella più estrema hanno offeso, insultato e coperto di ridicolo un uomo che, a scapito della propria fedina penale, si è battuto e si sta battendo perché i patti e la solidarietà europea siano rispettati; perché l'Italia non continui a subire la negligenza e il menefreghismo di un organismo egoista e prepotente; perché il nostro Paese torni ad alzare la testa e a dire di “si”qualora ritenga giusto dire di “si” e “no” qualora ritenga giusto dire “no”; perché nessuno possa più permettersi di farci la morale e di mettere in discussione i nostri valori caritatevoli e umanitari dietro una maschera fatta di eserciti schierati, respingimenti e frontiere “occasionali”. E' ora di dire basta ad un'accoglienza letteralmente spropositata e fuori controllo che per mesi, anni, ha ingigantito le tasche di centinaia di cooperative che si sono arricchite sulla pelle dei più deboli, lasciandoli a se stessi, privi di prospettive. Inutile negare come poi da questo menefreghismo generalizzato derivi un alto tasso di criminalità: il Viminale ha diffuso le statistiche sui reati commessi in Italia del 2018, da gennaio a giugno, e su 429.506 persone denunciate, 136.876 sono stranieri, precisamente il 32% della popolazione extracomunitaria e comunitaria residente in Italia, con un trend in ascesa del 4,5% rispetto al 2017. Nonostante tali riscontri e verità inoppugnabili, il nostro Ministro degli Interni ci è davvero andato di mezzo in prima persona: dopo il vertice europeo tenutosi a Bruxelles che si è concluso con un nulla di fatto (e dove, in sostanza, ventisette paesi escluso l'Italia si sono lavati le mani della questione dell'immigrazione), la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro Salvini, accusandolo di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio. Colpisce la velocità con cui l'indagine sia stata fatta partire, il desiderio inarrestabile di “fare chiarezza”, ed è proprio il caso di dire allora “speriamo che sia sempre così”. Peccato infatti che tanta voglia di giustizia o meglio, di visibilità, non sia sempre così ben evidente: in merito al crollo del Ponte Morandi di Genova che ha causato la morte di oltre 40 nostri connazionali, i magistrati hanno ritenuto di aver bisogno ancora di tempo per poter accusare ed indagare qualcuno; giustissimo, ma allora perché lo stesso ragionamento non viene applicato per l'inchiesta Salvini? Le testimonianze raccolte, in particolar modo quella del capitano della nave Massimo Kothmeir, hanno escluso la presenza di situazioni a rischio a bordo: “quante bufale sulla mia nave, a bordo non c'è nessun emergenza sanitaria, nessun bambino e i migranti stanno benissimo; abbiamo spiegato loro che la loro vicenda è dovuta ad una situazione politica internazionale e che ciò avrebbe comportato una più lunga permanenza a bordo, tutto questo nella comprensione più totale”. Queste le parole rassicuranti e non trascurabili del Comandante, dichiarazioni che dovrebbero far riflettere tutti, e in particolare il Procuratore Capo di Agrigento Luigi Patronaggio, colui che già precedentemente al caso della Diciotti affermò che i migranti non andassero trattati come “nemici”. E' assolutamente ineccepibile il fatto di vigilare sull'operato di un governo, o di un rappresentante di esso, ma di qui a confondere un Ministro che sta cercando di mantenere ciò che aveva promesso in campagna elettorale e di proteggere e tutelare l'ordine e il rispetto del nostro splendido Paese con un criminale sembra che il passo sia palesemente più lungo della gamba. E' incredibile la ristrettezza critica e mentale di alcuni esponenti politici e privati cittadini: ciò che dovrebbe provocare indignazione e sconcerto non sono alcune risposte dell'esecutivo giallo-verde definite ormai sempre più penosamente e noiosamente “fasciste” e “razziste”, quanto la faccia tosta con cui l'Europa se n'è completamente lavata le mani, infischiandosene totalmente di una dramma che può benissimo essere definito “epocale”. Quello che chiunque potrebbe evincere se soltanto si sforzasse di liberarsi di pregiudizi e preconcetti vari è il fatto che, purtroppo, un'Europa unita e solidale non è mai esistita. Più giusto parlare di organizzazione di scopo e di interesse, domata dai poteri forti, dalle banche e dalle multinazionali, dal carattere prettamente vessatorio nei confronti dei propri cittadini: ogni anno infatti, l'Italia come pure gli altri paesi, contribuisce al bilancio europeo con miliardi di euro. Come già aveva minacciato l'ex premier Matteo Renzi, Salvini e Di Maio, visto il profondo interesse mostratoci dai vertici europei, hanno garantito che ci saranno ripercussioni internazionali a livello finanziario e cioè che, in parole povere, l'Italia smetterà di pagare per un servizio che non ha mai avuto. Davvero, nonostante tutto, si ha il coraggio di contestare tale decisione? E perché adesso che qualcun'altro fa la voce grossa si tratta solo di prepotenza e populismo? Insomma, una serie interminabile di contraddizioni che fuoriescono senza sosta dalla bocca dei più incalliti radical chic, buonisti e tuttologi vari, e potremmo continuare all'infinito, ma non avrebbe senso. Molte delle solite note testate giornalistiche hanno parlato di “sprofondamento”, di sconfitta: è vero che cento dei migranti della Diciotti rimarranno in territorio nazionale e saranno accolti dalla CEI, ma è altrettanto vero che grazie al lavoro svolto fino ad oggi, non solo gli sbarchi sono diminuiti di quasi il 90%, ma abbiamo potuto veramente comprendere a fondo il significato della parola “sistema”; quel termine che un po' tutti generalizziamo e accostiamo dappertutto, a volte senza essere a conoscenza realmente di ciò che diciamo. Beh, da oggi, di quella conoscenza dovremmo averne un pizzico in più e capire che, talvolta, le idee, i dati, l'impegno e la volontà sincera non sono altro che l'anticamera di qualcosa di ben più grande. Ad maiora.
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Il grande Giovannino Guareschi, di cui quest'anno ricorre il cinquantenario della morte prematura, aveva coniato per ilo periodico "Candido" la rubrica del" Visto da destra e visto da sinistra". L'editoriale di Matteo Chelli è della posizione del "visto da destra". Personalmente , da moderato, nella vicenda il ministro Salvini ha agito in maniera sbagliata e sicuramente, questa è una risposta a intellettuali di destra, gli immigrati non c'entrano niente con la difesa dei confini.
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