Elezioni prossime venture.

Aggiungi un posto a tavola che c'è un sindaco in più!

Con l'operazione uscio e bottega il sindaco Nardella si presenta a domicilio dai fiorentini.... A suo rischio e pericolo?

di Domenico Del Nero

Aggiungi un posto a tavola che c'è un sindaco in più!

Chissà che il sindaco di Firenze non sia tutto sommato un tipo profondamente religioso. Ricordate la parabola evangelica dell’amministratore disonesto? (senza nessun riferimento, sia chiaro!) Un amministratore viene licenziato dal suo padrone perché questi non è contento del suo operato; pertanto decide di mettersi a condonare o diminuire drasticamente i debiti che vari servi avevano con il suo padrone, in modo da procurarsi amici per quando fosse rimasto disoccupato.

Forse presentendo il pericolo che le terribili orde populiste lo sfrattino da Palazzo Vecchio, insieme a quel PD che sembra ormai farne parte come il cemento e le mura secolari, Dario Nardella ha ben pensato di farsi invitare nelle case dei cittadini: a pranzo, a cena, per un caffè più o meno corretto, per un aperitivo o un panino al lampredotto … tutto fa brodo, è proprio il caso di dirlo. La curiosa iniziativa, dal titolo “uscio e bottega”, consente di trovarsi come ospite il primo cittadino: basta una mail e si prenota una visita a domicilio del sindaco, per parlare dei vari ed annosi problemi di Firenze ascoltando la voce della gente, magari tra un antipastino e un vinsantino: “La mia prima preoccupazione è essere il sindaco di tutti i cittadini: girare, ascoltare, portare la voce di chi ha bisogno ed è in difficoltà - ha detto  Nardella lanciando l'iniziativa - La cosa che più conta è il rapporto con la comunità; penso che i fiorentini siano contenti di sapere che c'è un sindaco che lavora per loro, si alza presto e va a dormire tardi, lavorando con umiltà e impegno per la città. E' a questo proposito che voglio intensificare il rapporto con le persone, soprattutto parlando con chi non conosce il sindaco. Io sono molto contento di andare a confrontarmi con tutti, anche con chi è più critico". [i]

Se possiamo sommessamente dare un consiglio a Nardella, è quello di fornirsi di uno di quegli anelli rinascimentali di cui abbondavano i Borgia (ma pare anche qualche membro di casa Medici) che si diceva avessero la virtù di svelare veleni e diavolerie varie con cui i potenti dell’epoca spedivano cortesemente all’altro mondo personaggi a loro sgraditi, mettendo insieme al pepe un po’ di arsenico nell’arrosto o la diabolica “cantarella” nel vinello da pasto. Forse nessun fiorentino arriverebbe al punto di avvelenare il sindaco, ma la tentazione di servirgli un crostino con un potente e proditorio purgante nell’impasto potrebbe essere fortissima. Intendiamoci: non che Dario Nardella sia personalmente antipatico. E’ un giovane cortese ed educato, lontanissimo dalla spocchia del suo mentore Matteo Renzi e probabilmente  anche molto più colto di lui (per questo, è vero, basta ben poco!); è un musicista e un appassionato della storia e della cultura fiorentina e se non è originario di Firenze è anche vero che la ama con sincerità e passione. Insomma, un tipo con cui prendere un caffè o un aperitivo può essere tutto sommato piacevole ed interessante, molto più che con personaggi del “calibro” di Martina o Del Rio.  Peccato che sia del PD (già questo è un difetto gravissimo, praticamente imperdonabile) ma soprattutto che chiedere il parere dei cittadini dopo quasi praticamente cinque anni, alle porte con i sassi con le elezioni, sia un po’ tardi. Questo “porta a porta” del sindaco alla vigilia di una campagna elettorale in una regione in cui la sinistra ha perduto storiche roccaforti e dove vede quantomeno a rischio anche le poche che gli restano (Firenze compresa), più che a uscio e bottega fa pensare a un bel SOS poltrona. Pare che sino a questo momento siano partiti circa un centinaio di inviti. Non moltissimi, per la verità; ma sarebbe curioso sapere se siano tutti decisi a far aumentare il sindaco di qualche chilo (può permetterselo, beato lui!) oppure qualcuno voglia invece fargli andare di traverso il caffè o quant’altro. Non che ci voglia molto, per la verità. Può essere benissimo che Nardella faccia le ore piccole per occuparsi dei problemi della città; ma visti i risultati, ci sarebbe da dirgli che poteva tranquillamente andarsene a dormire per tempo.

Dalle condizioni delle strade, delle piazze, al degrado che come una macchia investe il centro e la periferia: può in tutta coscienza e sincerità il sindaco dire che in questi cinque anni la situazione sia migliorata? Chiediamolo a chi ha la disgrazia di vivere dalle parti delle Cascine, che da polmone verde e antico parco granducale si sono trasformate in una sorta fogna a cielo aperto in cui circola di tutto, dai mercatini improvvisati ai party peruviani diurni o notturni ma sempre non autorizzati, alla fiera dello spaccio. Per non parlare di certi quartieri o zone cittadine che somigliano sempre meno vagamente al bronx… O della controversa “operazione tramvia”, che se qualche innegabile vantaggio ha portato e divide la città tra favorevoli e contrari, è anche è vero che ha creato innumerevoli disagi e costi talmente faraonici da far pensare di voler rivaleggiare con la piramide di Cheope!

Ma non è solo questo, che certo non è pur poco. Quello che sembra mancare alle varie amministrazioni PD, ultima compresa, è una idea, una visione globale di Firenze e del suo futuro di città unica al mondo. E quello che dà francamente fastidio è il tono di supponenza e di arroganza di un partito che attraverso le sue varie “metamorfosi” la amministra da vari decenni più per rassegnazione che per convinzione dei fiorentini: basti pensare all’altissima percentuale di astensione che ha caratterizzato le ultime amministrative. E’ chiaro che spetta comunque ai cittadini (che peraltro, attraverso i social e non solo, non fanno che lamentarsi) l’ultima parola in merito, ma sarebbe bene che il sindaco e i suoi compagni di partito ci risparmiassero i toni apocalittici e la pretesa di essere il sale della terra; perché basta farsi in giretto per la città, centro o periferia che sia, per rendersi conto che quel sale è molto scipito. Caso mai, se un discorso fa fatto, è che le opposizioni non sembrano almeno sino ad oggi aver voluto provare a costruire una alternativa valida e coerente quasi dando per scontato che Firenze “fosse del PD” e che tutto sommato fosse meglio così. Ora però qualcosa di nuovo sembra muoversi dietro le quinte e sicuramente il disgusto profondo per un certo modo di intendere la politica sembra contagiare persino le immobili e stagnanti acque dell’Arno.

Ecco dunque qualche tardiva e isolata misura, come l’ordinanza di chiusura dei minimarket del centro storico entro le 22 per limitare il consumo di alcolici; ma possibile che anche per questo ci siano voluti quattro anni e mezzo, considerando che non è certo un problema di ieri? Quello che sarebbe necessario per Firenze è un deciso cambiamento di rotta a 360° gradi, un deciso cambiamento di classe dirigente per verificare se davvero oltre il PD non c’è salvezza, o se piuttosto continuando con i soliti sin troppo noti non si finisca per naufragare una volta per tutte. Lasciamo dunque che il sindaco prenda il caffè e il vinsantino con chi è disponibile a darglielo, ma nel frattempo chi di dovere dovrebbe lavorare per costruirla, questa alternativa. Così il povero Nardella, se le cose andranno male per lui (ma bene per Firenze) si troverà nella stessa situazione dell’amministratore del Vangelo: avrà perduto il posto ma si sarà fatto qualche amico, che magari potrà invitarlo a cena e anche offrigli un ammazzacaffè per dimenticare. L’importante è che all’ammazzacaffè non ci arrivi Firenze, perché alla frutta c’è già!

 

 

 



[i] Fonte: http://www.ilreporter.it/articolo/122007-invita-il-sindaco-nardella-a-casa-tua

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