Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
tavolta l’attualità mi suggerisce una riflessione breve e compendiosa, a partire da un interrogativo trito e ritrito: la distinzione fra destra e sinistra ha ancora una sua legittimità o è sempre più frutto della diffusa pigrizia intellettuale?
Ho avuto modo di presenziare al 3° Congresso nazionale dell’Unione Generale del Lavoro, la quarta Confederazione sindacale italiana, in ordine di importanza, erede di quella CISNAL, nota come “il sindacato della destra”.
Come in alcuni quiz e varietà televisivi, un ideale applausometro serve a misurare il successo dei protagonisti anche nelle grandi assemblee politiche e sindacali. Ebbene, sapete, nella tre-giorni UGL, chi ha riscosso i consensi più fragorosi ed entusiastici? Sì, ovviamente il Segretario Generale riconfermato, Giovanni Centrella, e poi la mai dimenticata Renata Polverini, prima donna a ricoprire quel ruolo in Italia. E poi? Non ho dubbi: Susanna Camusso, alla quale è stata tributata anche una “standing ovation”. E se a Maurizio Gasparri sono stati riservati applausi di cortesia o poco più, calorosi consensi ha ottenuto anche Cesare Damiano, già sindacalista CGIL e ministro del Lavoro del governo Prodi. A chi, invece, la palma nera dei fischi? Non già al super-ministro del governo Monti, Corrado Passera, bensì ad un assente, firmatario di un messaggio istituzionale: Gianfranco Fini, Presidente della Camera.
Che dire? Forse le auspicate – non da tutti – nuove sintesi fra destra e sinistra passano anche da queste occasioni assembleari, specialmente ora che gli antichi numi delle parti già duellanti, Marx, Engels e Gramsci da un lato, Gentile, Sorel e Corradini dall’altro, sembrano finiti in secondo piano, e contese ed alleanze, a quanto pare, si giocano su problemi e interessi concreti, riferibili allo Statuto dei Lavoratori, da riformare e, più in generale, alla persistente crisi economica.
Certo, anche in precedenza, fra “destra sociale” e socialismo, nelle varie accezioni, ci sono stati punti di contatto: basti pensare a Drieu e a Giano Accame; e del resto, la critica verso il modello capitalista e, in particolare verso alcune forme più spinte di liberismo, così come certe convergenze sulla co-gestione, non sono proprio degli inediti. Tuttavia, nella ipocrisia forzosa di certe alleanze parlamentari e perfino in certe confuse sovrapposizioni in atto nella società civile – si veda, per tutte, una crescente insofferenza, in teoria e prassi, nei confronti del modello fiscale adottato dal presente governo – potrebbero trovare alimento proprio quelle nuove sintesi, quel rimescolamento di schieramenti e, alla fine, quel superamento della concezione tolemaica basata sulla contrapposizione fra destra e sinistra.
Inserito da Adolfo Morganti il 04/04/2012 22:50:28
Per Giuseppe: lieto di rileggerti... Che cosa hai combinato di bello negli ultimi 20 anni?
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