Editoriale

Cattolici francesi al bivio; chi difenderà la vita e la coerenza nei vari parlamenti?

Marche pour la Vie: la Francia cattolica scende in piazza in difesa della vita umana, nel silenzio assordante dei media

Luca  Costa

di Luca  Costa

nica 19 gennaio, gli eredi della Manif pour Tous sono scesi in piazza a Parigi per difendere la vita e dire nuovamente no all’aborto e ancor più per dire no alla PMA pour Tous (procréation médicalement assistée, inseminazione artificiale per gay e single) e alla GPA (gestation pour autrui, utero in affitto) cui mirano i liberal-progressisti, oggi in maggioranza in parlamento.

 Erano numerosi, decine di migliaia. Sfilavano per le strade di Parigi ma non era di sabato e non portavano il gilet jaune, non assaltavano vetrine di negozi e non incendiavano auto, nessuno intonava lo slogan del momento: Macron démission !  

Una manifestazione pacifica di francesi contrari alla procreazione medicalmente assistita e all’utero in affitto, i due grandi progetti (al centro della riforma della legge sulla bioetica) che liberali e sinistra stanno portando avanti sotto la spinta delle lobby gay, forti di una maggioranza parlamentare e del sostegno soft del governo Macron.

Era la Marche pour la vie, la Marcia per la vita, circa trentamila persone, ciò che resta del milione di manifestanti del 2013 della Manif pour Tous contro la loi Taubira che istituiva il matrimonio e le adozioni per i gay.

Ieri come oggi, la sfilata è stata spazzata con delicatezza, senza far rumore, sotto il tappeto, dai media prevalenti che hanno preferito dare spazio agli ultimi colpi di calciomercato o all’apertura di qualche agriturismo gourmet in Borgogna… La sinistra social li ha accusati di omofobia, fascismo e delle abituali “etichette” che mirano a chiudere immediatamente ogni dibattito. I più maliziosi li hanno chiamati “cattolici di destra”…senza dubbio l’insulto supremo, il più infamante nei saloni mediatici del politiquement correct à la française

 

Eppure, cattolici, i manifestanti lo erano per davvero. Cattolici francesi, cioè borghesi : giornalisti, medici, professori, imprenditori…praticamente niente operai o impiegati. C’erano anche studenti universitari e liceali, da Parigi o dalle altre grandi città francesi.

Ma per quanto riguarda la destra? I media hanno ragione ? Cosa votano i cattolici francesi ? Quale partito, se ne esiste uno, sa interpretare la visione culturale dei, très cultivés, cattolici francesi in marcia per la vita?

 

Difficile rispondere. A quale Francia appartengono ? Alla borghesia vincitrice della globalizzazione, alla classe media benestante, ai nazionalisti conservatori o alla corrente identitaria della France périphérique che si schiera con i gilets jaunes ?

 

Cosa votano? non è facile rispondere.

Cosa voterebbero? Da osservatore esterno qui la risposta è facile, i cattolici francesi me lo ripetono continuamente: beati voi che avete Salvini. Vero. Ci fosse un Salvini e un partito come la Lega loro lo voterebbero, anche solo per salvare l’essenziale : frontiere, sicurezza, famiglia, identità nazionale.

Un leader di destra intraprendente e preparato. Cosa che alla destra francese attualmente manca. Marine le Pen ha mostrato la sua inadeguatezza al momento dello scontro decisivo con Macron e lo storico partito di centrodestra, les Républicains, è troppo ambiguo (di destra in campagna elettorale, ultra-liberale quando governa, vedi Chirac e Sarkozy) per convincere un mondo cattolico culturalmente ben preparato.

 I cattolici francesi ormai si oppongono al progressismo liberal incarnato sia da Macron che dai partiti tradizionali da esso sconfitti durante le ultime elezioni (Partito Socialista e les Républicains), ma non sono dei gilets jaunes (cioè Front National in maggioranza) né degli anti-europeisti radicali.

Certo, come lo sottolinea con acutezza il filosofo Jean-Claude Michea, molti cattolici ancora non hanno capito l’incoerenza e l’impossibilità di essere liberali in economia ma non sulle questioni fondamentali dell’uomo e della sua vita in società (famiglia e persona umana, educazione e scuola, scienza e medicina, etc.). Commettono lo stesso errore di valutazione del vecchio (e rimpianto) François Michelin: liberali in economia sì, nei costumi no. Così molti restano incerti di fronte al Rubicone elettorale, senza voler (o poter) accettare che il capitalismo moderno è ormai divenuto una inesorabile macchina sovversiva che mira a distruggere tutte le strutture sociali che cercano di proteggere l’individuo dal mercato, la famiglia in primis. Come durante la guerra fredda e oggi tra Macron e i gilets jaunes, i cattolici francesi dovranno presto (elezioni europee a maggio) scegliere il loro campo: le élites o le classi popolari? Seguire la logica deilogici equilibri economici o sacrificare gli ideali della Marcia per la vita? Tradire il proprio ceto o tradire le proprie idee? Una scelta vecchia come la storia della Francia e dei suoi inestricabili conflitti civili.


 


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