Maggio Musicale Fiorentino

Tutte le novità del Maggio: dal contemporaneo all'antico, un festival all'insegna di virtù e potere. E a marzo la Clemenza di Tito

Presentato il programma del festival estivo; già avviati a marzo l'ultima opera di Mozart e il Barbiere di Siviglia con la regia di Micheletto.

di  Totalità

Tutte le novità del Maggio: dal contemporaneo all'antico, un festival all'insegna di virtù e potere. E a marzo la Clemenza di Tito

“Così i cinque titoli che presentiamo mostrano come l’opera in musica, dal Seicento alle commissioni odierne, sia una chiave che ci permette di aprire le porte di nuove conoscenze e consapevolezze.  L'LXXXII Maggio Musicale Fiorentino sarà anche il Festival di importanti ricorrenze, dalla conclusione della stagione durante la quale si sono celebrati i 90 anni dalla fondazione dell'Orchestra stabile ai 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci fino ai 500 anni dalla nascita di Cosimo I e Caterina de' Medici. E poi sarà il Festival di tanti, graditissimi, ritorni. Sul podio, oltre al maestro Fabio Luisi e a Zubin Mehta, torneranno Riccardo Muti, Daniele Gatti, James Conlon e Myung-Whun Chung.”

 

Così il sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino,Cristiano Chiarot,  ha presentato il nuovo festival che prenderà il via il 2 maggio: un filo conduttore unirà un tessuto di preziosissimi e vari  eventi culturali, dall’opera al concerto a incontri di vario tipo. Virtù e potere, un abbinamento che ricorda il programma politico di Seneca, uno dei pochi filosofi che il potere riuscirono ad esercitarlo veramente, magari mettendo in soffitta la virtù.  Il manifesto di Luca Pignatelli dà sicuramente una ottima rappresentazione iconografica: una testa di personaggio antico sembra emergere da una pagina di messale gregoriano.

La giornata inaugurale, il 2 maggio vede la rappresentazione dell’opera Lear di Aribert Reimann, con il maestro Fabio Luisi sul podio e la regia dello spagnolo Calixto Bieito. Il foyer di galleria ospiterà poi la premiazione dei fotografi partecipanti alla mostra Luoghi e volti shakespeariani in Toscana, realizzata in collaborazione con il Museo Novecento, ideale preludio alla prima di Lear, opera ispirata alla tragedia del Bardo che andrà in scena a seguire.

 

Ma la giornata avrà un prologo accademico con una prolusione di Claudio Magris nell’Aula Magna dell’ateneo fiorentino e proseguirà con un concerto degli ottoni del Maggio alla Loggia dei Lanzi.

Quest’anno è ricco di appuntamenti ed anniversari: due grandi della famiglia Medici, Cosimo I, fondatore del granducato di Toscana eCaterina de’ Medici, regina di Francia; ma proprio il 2 maggio cadono i cinquecento anni della scomparsa di quel genio universale che è Leonardo Da Vinci, morto nel castello di Amboise il 2 maggio 1519.  Il teatro non poteva certo ignorare un simile anniversario ed  ecco che il Maggio presenta la Leonardesca. Aforismi per voci di bambini e pianoforte su testi di Leonardo da Vinci di Luca Logi, che vedrà protagonista il Coro delle voci bianche alla Fondazione Zeffirelli  diretto dal maestro Lorenzo Fratini. Altro omaggio al genio di Vinci Maggio in prima esecuzione assoluta, è il concerto da record per 500 ottoni e percussioni intitolato Visione musicale di Giorgio Battistelli che si svolgerà nel Piazzale Vittorio Gui.

Gli altri quattro titoli del cartellone operistico sono La straniera di Vincenzo Bellininella regia di Mateo Zoni, che vedrà ancora sul podio il maestro Luisi. Prima rappresentazione assoluta per Le leggi fondamentali della stupidità umana, nuova opera di Vittorio Montalti commissionata dal Maggio e ispirata all’omonimo libro dello storico Carlo M. Cipolla. La regia è affidata a Giancarlo Cauterucciomentre a dirigere il ContempoArtEnsemble sarà Fabio Maestri. Grande attesa per la Martha Graham Dance Company che porterà al Teatro della Pergola uno spettacolo-medley dei lavori della indimenticata coreografa statunitense. Il nuovo allestimento per Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart è affidato a Sonia Bergamasco (regia) e a Kristiina Poska (direttore d’orchestra), che inaugurano la trilogia mozartiana vista attraverso l’occhio delle donne che vedrà in seguito altre due registe.

Ultimo straordinario appuntamento del cartellone operistico sono gli Intermedi della Pellegrina, rappresentati nel maggio 1589 nel teatro mediceo degli Uffizi e composti in occasione delle nozze del terzo granduca di Toscana, Ferdinando I de’ Medici, con Cristina di Lorena.  Non solo dunque uno splendido esempio del mecenatismo mediceo ma anche una tappa fondamentale nella storia della nascita del melodramma, in quanto ad essa collaborarono artisti vicini o partecipanti a quella Camerata de’ Bardi da cui nascerà nell’ottobre 1600 l’Euridice. Lo sfondo sarà quello, quanto mai suggestivo, della grotta del Buonalenti, in un nuovo allestimento con la regia firmata da Valentino Villa e la direzione di uno specialista della musica antica e barocca, Federico Maria Sardelli.

 

“Il filo conduttore del festival di quest’anno, Potere e Virtù, vuole capire come la virtù e la disposizione del singolo verso modalità di perfezione siano integrabili nell’esercizio del potere – spiega ancora il sovrintendente Cristiano Chiarot -. Di questi aspetti vengono tracciate sfaccettature diametralmente diverse all’interno dei cinque titoli che andiamo a presentare dimostrando come l’opera in musica, dal Seicento alle commissioni odierne, risulti una chiave che ci permette di aprire le porte di nuove conoscenze e consapevolezze”.

 

Molto ricco e variegato anche il panorama dei concerti, su cui torneremo a suo tempo come su ogni singola opera. Rivedremo grandissimi interpreti tra i quali, oltre al direttore musicale Fabio Luisi e al direttore onorario a vita Zubin Mehta (che dirigerà Zakir Hussein nel primo e Daniel Barenboim nell’ultimo dei tre concerti che il maestro ha in programma), i maestri Riccardo Muti, James Conlon, Myung-Whun Chung, Michael Boder, Salvatore Sciarrino, Daniele Gatti e Wolfram Christ il quale porterà l’Orchestra del Maggio nei teatri di tradizione toscana a Lucca, Livorno e Pisa.  Come sempre, particolare attenzione sarà rivolta alla musica contemporanea, che fin dalle prime edizioni del Festival si riconferma una delle peculiarità del Maggio. E ancora, un ciclo dedicato alle composizioni eseguite sul fortepiano, una serie di approfondimenti sugli artisti che hanno dato un contributo fondamentale alla crescita culturale della città.

 

Ma se questa è solo una breve panoramica su quanto ci attende nei prossimi mesi, anche in questo ultimo scampolo di marzo il teatro non sta certo con il …palcoscenico in mano. Ieri infatti c’è stata la prima rappresentazione de La clemenza di Tito, l’ultima opera scritta da Mozart che mancava da 16 anni dai cartelloni del Maggio; repliche 20, 22 e 27 marzo ore 20; 24 marzo ore 15:30).  La direzione musicale è di Federico Maria Sardelli, la regia di Willy Decker(ripresa da Rebekka Stanzel) e l’allestimento  dell’Opéra national de Paris. L’opera risale dunque al fatidico e fatale anno 1791, in cui non solo il grande salisburghese lavora al Flauto Magico e al Requiem, ma riceve la commissione di comporre l’opera per l’incoronazione della nuova Maestà Cesarea a re di Boemia, quel Leopoldo II che aveva già regnato per circa un quarto di secolo proprio sul trono di Toscana come Pietro Leopoldo (o Leopoldo I) lasciando si sé un ricordo indimenticabile.

A Mozart venne imposto un vecchio libretto di Metastasio già più volte musicato, il che potrebbe sembrare un bel passo indietro rispetto ai pirotecnici testi dell’abate libertino Lorenzo da Ponte; anche per i gusti del pubblico, che certo non erano più gli stessi dei tempi di Maria Teresa.  Ci pensò Caterino Mazzolà a vivacizzare un po’ il testo tagliando e innovando qua e là, ma soprattutto la musica di Mozart:  essa conferisce nuova vita ai personaggi stilizzati dell’opera settecentesca e fa emergere ancora di più il protagonista Tito nella sua statura di sovrano saggio, capace di comprendere e perdonare le debolezze altrui. Dai duetti ai terzetti, dal quintetto con coro ai finali d’atto - sublime e sofferto il primo, fastoso e d’effetto il secondo - gli ensemble vocali costituiscono il punto di forza di un’opera di arcaica e statuaria bellezza come la Clemenza di Tito, canto del cigno di un genere e di un’epoca ormai in declino.

“È un’opera considerata in maniera controversa dai critici che si sono succeduti dal settecento in poi. C’è chi la considera il capolavoro di Mozart, chi un’opera non compiuta, chi un salto nel passato dopo le grandi novità della trilogia di Da Ponte o dello stesso Flauto magico - commenta Federico Maria Sardelli - Io non credo a nessuna di queste interpretazioni: Mozart è un uomo di grande aderenza contemporanea, un uomo moderno per gli standard del suo tempo. Viene chiamato a celebrare un monarca e sceglie un libretto che celebri un monarca quindi opta per qualcosa di chiaramente convenzionale nel tema ma non altrettanto convenzionale nella scrittura musicale. Il finale del primo atto è di una potenza espressiva che non si era mai sentita in un’opera seria di quegli anni e questo ci dà la misura di cosa sarebbe riuscito a fare se fosse vissuto altri dieci, venti anni e non fosse morto di lì a tre mesi. Da una parte dunque è un’opera convenzionale perché ne ha l’ossatura, dall’altra abbiamo tutto il Mozart del Flauto magico e di Da Ponte. Non è un salto nel passato, non è un’opera minore, non è un’opera controversa, è come lui avrebbe continuato a scrivere se avesse vissuto ancora”.

 

Infine, dal 19 marzo un “classico” sempre amatissimo dal pubblico nella versione ormai “adottata” dal teatro del Maggio: il Barbiere di Siviglia di Rossini, per la regia di Damiano Micheletto  e con la direzione d’orchestra di Michele Gamba: repliche il 21, 23, 26, 28 marzo ore 20.

 

La clemenza di Tito

Dramma serio in due atti K. 621

di Caterino Mazzolà da Pietro Metastasio

Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Editore proprietario: Bärenreiter-Verlag, Kassel

Rappresentante per l’Italia: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali

 

Artisti

Maestro concertatore e direttore Federico Maria Sardelli
Regia Willy Decker

Regia ripresa da Rebekka Stanzel

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Tito Vespasiano Antonio Poli
Vitellia Roberta Mameli
Servilia Silvia Frigato
Sesto Giuseppina Bridelli

Annio Loriana Castellano

Publio Adriano Gramigni

Scene e costumi
John Macfarlane
Luci
Hans Toelstede

Figuranti speciali Gaia Mazzeranghi, Federico Zini

 

 

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