Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
- Inizialmente era previsto l'acquisto di 120 F 35, poi ridotti a 90
- Sì è vero, fu il governo presieduto da Mario Monti a tagliare il numero degli aerei - conferma Giaconi - però c'è da fare una considerazione: non si taglia un progetto perchè costa. Lo si fa per altre ragioni: a) perchè si ritiene che quegli armamenti non servano; b) si fanno scelte strategiche diverse e quindi non c'è bisogno degli F35. In realtà Monti è stato il premier più ignorante di questioni militari e di intelligence che sia mai stato al potere.
- Qual è il vero ruolo di questi moderni cacciabombardieri?
- Gli F 35 hanno prevalentemente compiti tattici e di dissuasione di eventuali attacchi aerei, ma anche terrestri e navali. Il progetto vede la partecipazione di diversi stati europei, tra cui l'Italia.
- Specifichi meglio
- Senz'altro. Il centro di Cameri, in provincia di Novara, avrebbe dovuto occuparsi dell'alatura e dei circuiti elettronici degli F 35. La Leonardo, ex Finmeccanica, si occuperebbe di creare un canale di comunicazione tra i nuovi cacciabombardieri e quelli di vecchia generazione che abbiamo ancora in uso. Però per gli attuali F 35 tutta la parte elettronica, di puntamento di controllo del terreno e delle banche dati è legata al centro di controllo di Fort Wortk, nel Texas. Quindi se gli americani non vogliono una determinata operazione possono ostacolarla.
- Quindi la nostra autonomia rispetto al progetto degli F 35 e assai limitata
- Vede noi siamo collaboratori di secondo livello rispetto al progetto JSF. Quello che la Leonardo sta cercando di fare è proprio di superare un tale empasse.
- Ma alla fine questi F 35 ci servono davvero?
- La mia convinzione - sottolinea Giaconi - è che tutte le forze armate europee hanno tecnologie di guerra aerea oramai obsolete. L' F 35 è l'unico progetto credibile in ambito NATO.
- Però il nostro paese in questo modo viene privato di quel poco di sovranità che le resta. Possibile che non ci siano altre opzioni, magari meno costose e sotto il controllo diretto della nostra aeronautica militare?
- Sì certamente, se ci rendessimo autonomi dalla NATO potremmo decidere di non acquistare gli F 35. Ma se questo accadesse sia chiaro che dovremmo spendere molto ma molto di più per la difesa militare. Inoltre dovremmo avere una classe politica che sapesse di strategia militare, di intelligence e soprattutto di quali siano davvero gli interessi immediati del paese e di perseguirli. Non mi pare che questa classe politica abbia tutte queste competenze: penso ad esempio alla Libia, all'Est del Mediterraneo, dove sono le nostre imprese, a cominciare dall'ENI a fare la politica estera e non lo stato, come dovrebbe. Vede - prosegue Giaconi - sia la prima che la seconda repubblica hanno accettato senza batter ciglio la limitazione della nostra sovranità. Questi sono i risultati. Certo potremmo fare come la Turchia, Erdogan ha acquistato i sistemi antimissile S 400 di altissima qualità dai russi e sta minacciando di smantellare la enorme base NATO di Incilik qualora non gli venisse lasciata mano libera in Siria. Ma simili soluzioni per noi sono impossibili allo stato attuale".
- Quindi ci troviamo in un vicolo cieco o sbaglio?
- Non sbaglia. Si torna sempre alla questione dell'inadeguatezza delle nostre classi politiche. Vede le forze armate stanno alla politica estera come le forze di polizia stanno ai reati comuni. Meglio: la credibilità militare è parte essenziale della credibilità politica, strategica ed anche economica di un paese. Le faccio un esempio: se il leader della Corea del Nord Kim Jong-un non avesse sperimentato i missili nucleari, dimostrando di essere in possesso dell'arma atomica, il presidente Trump mai e poi mai si sarebbe seduto al tavolo dei negoziati. Sarà brutto dirlo ma è così.
- Professore però nell'articolo 11 della nostra Costituzione sta scritto: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"
- E' vero, infatti sono molto meravigliato che nessuno abbia pensato a rimodellare questo articolo della Costituzione, perchè a mio avviso in questo modo si sancisce la resa preventiva dell'Italia rispetto a qualunque tipo di minaccia. Bisognerebbe invece affermare che l'Italia difende i propri interessi economici, militari e strategici con tutti i mezzi e le forme necessarie. Pur sempre considerando la guerra come extrema ratio da scongiurare per quanto possibile naturalmente.
Alla fine tornano alla mente le parole di Vegezio : "si vis pacem para bellum", " se vuoi la pace prepara la guerra".
Inserito da hjjhggfhjf il 02/06/2020 11:12:22
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