Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
non ho mai creduto
che un comodino,
una sedia, una scrivania
“pesanti come un colpo”
(perdono);
che un istinto,
lì, sulla soglia,
potesse spaventare
il respiro;
un peso sul petto
si alza e s’abbassa
fermo,
abituato;
i giorni
si sdraiano l’uno sull’altro,
non ho mai creduto
nella pienezza
e ora è tutto
pieno,
il conoscersi
capirsi,
cercarsi è un ricordo
dei giorni vuoti.
La leggerezza se l’è portata
La primavera
Che nulla esiste se non lo vedi,
filosofia spicciola
di giorni chiusi;
Il pensiero pesa
ogni ora,
c’era prima così tanto
tempo per pensare?
C’era,
nelle ore piene e vuote,
così tanto tempo
Per incastrare ieri ed oggi,
mentre il domani si perde
nella vita al secondo,
vita al minuto.
Le stanze sono sature,
scorre nell’aria una paura,
di cominciare
nel profondo bisogno di correre,
si scopre l’Io.
Era qui,
lì,
ad un passo,
un metro
dal tuo desiderio,
ad un centimetro;
c’era già
il tempo per
capire,
immaginare,
mentre
avere tempo
ci rende di nuovo quotidiani,
non c'entrava la possibilità,
non era tutto giusto,
ma uscire era fuggire,
il male è dentro l’anima
quella è sempre a porte aperte.
Forse serviva ritrovarsi soli,
guardarsi,
trovarsi malati,
provare a guarirsi
cercando di fare,
fare, fare,
per poter fuggire
da sé.
Il peso sul petto si muove:
Non ho creduto in nulla
Ho creduto in tutto
Ora non credo
Che se non credo
Non esisto
E se non esisto
In cosa credo?
Le stanze sono sature di pensieri,
è questo,
sarà questo,
ho fatto bene,
le mie scelte,
io, e poi il mondo
hanno scelto,
ero coraggioso,
sono confuso,
ho il diritto,
il dovere,
la possibilità,
io
ho fatto abbastanza?
Le stanze sono sature
I giorni si piegano l’uno sull’altro
Come rughe.
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