Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Si sarebbe tentati di definirlo un climax, ma i tre spettacoli diretti dal maestro Daniel Harding ( il concerto con la ouverture tragica di Brahms e il Titano di Mahler, Adriana Lecouvreur e il Requiem di Mozart) sono stati tutti davvero eccellente e sarebbe davvero difficile stabilire una gradazione.
Emozioni diverse, ma Harding riesce sempre ad offrire una lettura molto personale e soprattutto coinvolgente: precisa e nitida, ma mai asettica. E in particolare il Requiem di Mozart, andato in scena giovedì sera alle ore 20, è stato particolarmente toccante anche per le circostanze: come ha il ricordato il sovrintendente Alexander Pereira, che ha preso la parola prima dell’inizio del concerto, la serata era dedicata alla memoria dell’ex sovrintendente Stefano Merlini, recentemente scomparso, e alle vittime toscane del covid. Pereira ha dedicato al suo predecessore un breve e commosso ricordo, ricordandone il grande valore culturale e umano e la sua dedizione al Maggio Musicale.
Il Requiem di Mozart è una pagina di grande fascino, non solo perché è l’ultima opera del grande salisburghese prematuramente scomparso, ma per tutto il mistero che sì è intessuto intorno alla sua commissione e composizione. Opera purtroppo incompiuta e terminata su sollecitazione della vedova Constanze da alcuni musicisti amici e collaboratori di Mozart, soprattutto Franz Xaver Süßmayr, il Requiem risulta pero straordinariamente unitario e compatto, anche se è difficile dire se ciò che abbiamo oggi risponda veramente al progetto e all’intenzione definitiva del suo artefice. Del resto, solo l’introitus è interamente di mano del grande salisburghese; dal secondo (Kyrie) sino al quarto (offertorium) intervengono in misura maggiore o minore altre mani, mentre gli ultimi quattro non solo di mano di Mozart, anche se è molto probabile che Sussmayr avesse a portata di mano degli appunti.
La lettura di Harding, splendidamente assecondata dal coro del Maggio Musicale preparato dall’esperienza e dalla perizia di Lorenzo Fratini e da un ottimo quartetto di solisti ( il soprano Christiane Karg,il mezzosoprano Sara Mingardo, il tenore Matthew Swensen e il basso Gianluca Buratto) evita qualsiasi magniloquenza o “retorica” peraltro estranee alla partitura. Le meste tonalità dell’Introitus fanno emergere un’atmosfera desolata e cupa, il Dies irae colpisce con la sua maestosità e i suoi effetti; momenti drammatici e solenni ed altri dolenti e raccolti (come il Lacrimosa) si alternano in una lettura che rende perfettamente il carattere unico e straordinario di quest’opera, ricca di spiritualità e potente sintesi tra l’antica tradizione della musica sacra e la ricerca di nuove vie. E il pubblico ha ancora una volta apprezzato in pieno, applaudendo entusiasticamente direttore, coro, orchestrali e solisti alla fine del concerto.
Prossimi appuntamenti: due repliche di Adriana Lecouvreur il 3 e il 6 maggio (ore 19), mentre il 5 maggio alle ore 20 ci sarà l’esecuzione della seconda di Mahler diretta dal maestro Myung-Whun Chung
Inserito da Giuseppina ANITA il 07/06/2021 22:47:29
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