Maggio Musicale Fiorentino

Grande diva: Jessica Pratt incanta con Norma. Uno spettacolo di alto livello trionfa al Maggio Musicale

Ottime anche la direzione di Michele Spotti alla guida dell'orchestra e del coro del Maggio e l'Adalgisa di Maria Laura Jacobellis. Teatro pieno e grande successo. Purtroppo annullata per l'emergenza meteo la recita di oggi 14 marzo

di Domenico Del Nero

Grande diva: Jessica Pratt incanta con Norma. Uno spettacolo di alto livello trionfa al Maggio Musicale

Jessica Pratt (foto di Michele Monasta, uffico stampa MMF)

Jessica Pratt regina del Belcanto: se mai ce ne fosse stato bisogno, la Norma di Vincenzo Bellini in scena in questi giorni a Firenze conferma un giudizio niente affatto iperbolico.  E non è neppure il solo punto di forza di uno spettacolo che, giustamente, sta entusiasmando il pubblico. [1]

La regia di Andrea de Rosa colloca l’opera in un contesto atemporale: non la Gallia occupata dalle aquile romane, ma un paese comunque sottoposto a invasione straniera, con una allusione sevizie perpetrate dai militari statunitensi a danno dei detenuti nel carcere iracheno di Abu Ghraib.  Pistole e mitragliette in luogo di gladi, asce e giavellotti, con soldati in mimetica ma anche con costumi e allusioni a riti tradizionali: capelli lunghi, costumi “etnici” e simbologia lunare. Grazie poi all’uso del ponte mobile, utilizzato per la prima volta dopo il rifacimento del palcoscenico, emerge una sorta bunker in cui vivono Norma e i figli che ella ha avuto in segreto da Pollione: simbolo di una dimensione pubblica e di quella privata, necessariamente segreta, della sacerdotessa.

Una scenografia dunque abbastanza spoglia e scabra, che ha il merito di cogliere la dimensione fortemente introspettiva e statica dell’opera belliniana che sicuramente non è un dramma d’azione. I movimenti scenici, misurati salvo qualche rara eccezione colgono sicuramente nel segno, così come la caratterizzazione dei personaggi; e tuttavia qualcosa non convince, forse questa mescolanza di antico e moderno che però non si armonizza perfettamente. Una lettura che può lasciare per certi aspetti perplessi, ma che ha comunque una sua logica e una sua dignità. I costumi di Gianluca Sbicca vanno dalla mimetica alle vesti druidiche con risultati tutto sommato interessanti (soprattutto gli ultimi), ottimo il gioco di luci “crepuscolari” di Pasquale Mari mentre le scene di Daniele Spanò sono senz’altro funzionali all’impostazione registica.

Un punto di forza dello spettacolo è sicuramente la direzione di Michele Spotti, giovane bacchetta davvero molto promettente e interessante. Spotti si accosta a questa partitura con grande entusiasmo “Per un direttore d’orchestra questa è una delle opere più impegnative da dirigere. Con la sua architettura imponente è come un castello di carta fatto di emozioni: basta un soffio di vento per rischiare di farlo crollare”, aveva dichiarato. Grazie alla sua bacchetta invece l’edificio ha retto benissimo: un piglio vigoroso sin dalla sinfonia ma con grande attenzione alla dolcezza e all’atmosfera sognante della melodia belliniana una grande attenzione al rapporto con le voci che risulta sempre perfettamente equilibrato. Una lettura dinamica e poetica insieme, che coinvolge perfettamente l’orchestra e il coro preparato da Lorenzo Fratini, entrambi ineccepibili.  Maestro, orchestra e coro realizzano perfettamente quanto dichiarato dallo stesso Spotti che vede Norma come “un dramma che scorre inesorabile senza soluzione di continuità in un fluire di emozioni e sensazioni che mantengono il discorso musicale sempre vivo. “

Jessica Pratt è stata semplicemente straordinaria ed è stata giustamente premiata dal pubblico con una grande ovazione. Pur essendo al suo debutto nel titolo si mostra perfettamente a suo agio nel ruolo, a cui dà una sua personale interpretazione: la cantante aveva definito Norma un personaggio forte e vulnerabile insieme ed è proprio questo che emerge sulla scena.  Un personaggio sicuramente più “lirico” che non eroico, più madre e amante delusa e ferita ma pur sempre fedele che fiera sacerdotessa. Una interessante e coinvolgente interpretazione molto approfondita sul piano psicologico, a cui si accompagnano le sue straordinarie doti vocali; l’arte della coloratura, gli acuti sfolgoranti, la dolcezza profonda della melodia che emerge sia in Casta Diva (in sol maggiore come previsto dal compositore nella stesura originaria) che nel monologo della prima scena del secondo atto Dormono entrambi, fino alla intensità straordinaria della scena finale Qual cor tradisti.

Il soprano Maria Laura Jacobellis si rivela una Adalgisa all’altezza della protagonista: una tecnica ineccepibile, bel timbro e sicurezza negli acuti fanno sì che i suoi duetti con Norma siano davvero memorabili, sin dalla scena ottava del primo atto in cui confessa alla sacerdotessa il suo amore per Pollione: due voci davvero in perfetta armonia.  Meno brillante il Pollione di Mert Süngü , caratterizzato da una discreta dizione ma con un colore e una potenza vocale non sempre adeguato al ruolo. Convincenti l’Oroveso di Riccardo Zanellato, ieratico e solenne nel suo ruolo sacerdotale e la Clotilde di Elizaveta Shuvalova e il Flavio di Yaozhou Hou.

Teatro pieno e applausi scroscianti. la recita di oggi 14 marzo alle ore 20 è stata purtroppo annullata causa maltempo, prossima  domenica 16 alle 15.30: assolutamente da non perdere.

La presente recensione si riferisce alla recita dell’11 marzo



[1] Per la presentazione dello spettacolo cfr https://www.adhocnews.it/norma-amore-e-morte-nelle-foreste-druidiche-il-capolavoro-di-bellini-al-maggio-musicale-fiorentino/

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