Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
'ultimo in ordine di tempo è un dirigente di azienza fiorentino, 42 anni: si è buttato sotto un treno in preda alla disperazione per essere stato licenziato da vari mesi senza trovare alternativa lavorativa.
Ora è veramente troppo! Oramai non passa giorno che non si registri almeno un suicidio, se non due o tre. Le categorie di suicidi sono tre: imprenditori che non ce la fanno a tirare avanti sommersi dai debiti e dalle tasse; pensionati terrorizzati da una vecchiaia di povertà vera; lavoratori licenziati che sanno di non trovar più lavoro perché ultra quarantenni.
Parliamo dei lavoratori licenziati. Abbiamo assistito a discussioni infinite sull'articolo 18, ci hanno riempito di chiacchiere da giornali e televisioni con dibattiti inutili, demagogici, e soprattutto fuorvianti e pieni di affermazioni apocalittiche e menzognere (abbiamo il fondato sospetto che sia avvenuto per dolo e non per ignoranza).
A sentire una parte, sembrava che senza articolo 18 nessuno avrebbe più conservato il suo posto di lavoro, mentre l'altra controbatteva che con la sua presenza l'economia sarebbe naufragata senza speranza.
Balle! Balle in entrambe i casi, balle per concentrare le nostre paure su qualcosa di inconsistente e inesistente e distogliere la nostra attenzione dalle porcate che il governo dei tecnici quotidianamente ci infligge continuando a tassare – è appena stata varata un'ulteriore accisa di 5 cent sulla benzina per finanziare la Protezione civile– e a non tagliare le spese: i partiti continuano a prendere rimborsi spropositati e difendono il diritto ad averli anche in tempi di povertà diffusa in nome della tutela della democrazia!
Balle! per poter poi scaricare la responsabilità del futuro e imminente disastro su una testa di legno.
Cari lettori, non fatevi prendere per i fondelli, la gente viene licenziata tutti i giorni, articolo 18 o meno. E viene licenziata perché in caso di crisi si può licenziare, e ci mancherebbe altro!
Il dramma è che le aziende siano nella necessità di licenziare.
Il famigerato articolo 18 è la classica foglia di fico dietro cui una classe dirigente (industriale, sindacale e politica/tecnica) nasconde o cerca di nascondere le "vergogne" della propria incapacità, volgarità intellettuale, disonestà ideologica, furfanteria egoistica.
In Italia senza l'articolo 18 assisteremmo a licenziamenti finalizzati a sostituire dipendenti fedeli e pronti a chiudere entrambe gli occhi su malaffare e malversazioni piuttosto che fedeli al prodotto, al lavoro e al bene dell'azienda.
Una amica qualche girno fa mi raccontava del licenziamento del marito, contabile presso una nota azienda di moda romana. Cinquantaquattrenne non trova lavoro, troppo referenziato e titolato gli dicono. La figlia liceale troverebbe subito da guadagnare per aiutare la famiglia, e la poverina si è offerta!
Quanti casi così, e noi ci riempiamo la bocca come il problema dei giovani! Che idiozia sesquipedale! I giovani hanno ancora la possibilità di sopravvivrete grazie ai genitori che, seppure a fatica, possono aiutarli e sostenerli. Ma se quei genitori vengono licenziati per far posto ai figli pagati la metà, proprio perché giovani, come sopravviveranno tutti?
Già, perché oramai grazie alla politica dissennata del governo tecnico di Mario Monti, sostenuto da tutti i partiti (o quasi) e voluto dal Presidente Napolitano, non si parla più di qualità o tenore di vita, ma di sopravvivenza. E quando viene furbescamente spostato il problema sul futuro dei giovani sanno di mistificare la realtà presente e futura, i giovani senza il presente dei loro padri non possono avere futuro perché esso è anche il loro presente: non si può vivere solo di futuro.
Il quale, sia detto chiaramente, proprio in quanto futuro non è affatto certo. A voler banalizzare la prospettiva è: niente uovo e niente gallina, né oggi né domani!
Inserito da Loredana il 14/04/2012 15:55:29
Purtroppo sono d'accordo anch'io su quanto scritto nell'articolo, e dico purtroppo perché non so trovare un'altra interpretazione, magari più positiva, di quello che il teatrino della politica sta letteralmente infliggendo ai cittadini. Le persone cadono preda della disperazione e scelgono una via di fuga che lascia solo dolore e rabbia dietro di sé (e mi riferisco ai familiari dei suicidi), mentre i politici, tutti, spremono lacrime di coccodrillo e non mollano la presa avida sulla borsa. Altro che mondo difficile! Sembra uno scherzo crudele e senza senso.
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