Comitato direttivo
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Contessa Silvia
Ecco un bel libro pubblicato dalla casa editrice romana Aracne. Carte d’amore. La contessa di Villa Silvia: una intellettuale tra Cesena e l’Europa, dell’autrice Antonella Casalboni, fa luce per la prima volta su un personaggio ancora sconosciuto: Silvia Baroni Pasolini Zanelli (1852-1920), nota come l’ultima amica e confidente di Giosue Carducci, rivela un volto nuovo e sorprendente, ricco di grande fascino.
Merito dell’autrice che ne ha colto i diversi tratti della personalità, scavando negli avvenimenti biografici e in quelli più intimi e personali, per offrire ai lettori la giusta e legittima visibilità per questa figura femminile di alta levatura morale e intellettuale. Silvia viene mostrata nella sua interezza e nei diversi ruoli che ha assunto: madre, moglie, figlia, amica, in primis di Carducci, e intellettuale accanto ad altre personalità di tutto rilievo. Sposa del conte Giuseppe Pasolini Zanelli, deputato del Regno d’Italia, anch’egli intellettuale e scrittore, la contessa si colloca nel panorama italiano non come figura “di contorno” bensì come presenza di primo piano.
Il volume è frutto maturo e originale di anni intensi di raccolta documentativa di prima mano, spesso del tutto inedita, nelle Biblioteche di Faenza, Cesena, Bassano e soprattutto in quella bolognese di Casa Carducci. Le ricerche effettuate a partire dal consistente epistolario della contessa indirizzato al poeta, così come il ritrovamento di altri materiali, rivelano una figura femminile intrigante e complessa, presenza di primo piano nel contesto culturale di fine Ottocento, perfettamente a proprio agio in contesti letterari, musicali e politici di rilievo nazionale.
Nel libro l’autrice dimostra di padroneggiare con disinvoltura le notizie relative ad avvenimenti, aneddoti, relazioni riguardanti la biografia della contessa; ne sottolinea l’indole vivace e scherzosa, la vitalità rinascente contro ogni avversità del destino (la morte prematura dei tre figli), la curiosità intellettuale fonte di feconde relazioni, come quella con Carducci con cui ebbe un rapporto profondissimo.
Il ritratto della contessa Pasolini che ne esce è quello di una donna aristocratica, colta e intelligente, musicista completa, pianista e compositrice, allieva di Hans von Bülow e da lui ritenuta «l’allieva prediletta». Considerata dai contemporanei pianista pregevole, ha suonato con Martucci e Busoni e nel 1889 ha pubblicato con la casa editrice Ricordi Melodie per Canto e Pianoforte. Silvia ha varcato le soglie di salotti prestigiosi con fare discreto ma con spirito sagace, e ha tenuto cenacoli culturali ricercati in diversi contesti: Bassano, sua città natale, Bologna, Faenza e Cesena; poi diversi centri nazionali quali Firenze, Roma, Venezia e Napoli. Tutto questo sempre con lo sguardo rivolto all’Europa: quella letteraria, musicale e delle nuove ricerche tecnologiche, che la contessa ha conosciuto nei numerosi viaggi che hanno contraddistinto le vicende familiari.
Lo studio di Antonella Casalboni mostra lo spaccato storico di una città, quella di Cesena ma non solo, e la fisionomia di un ambiente culturale in fermento e in dialogo fecondo con i più importanti centri italiani e europei; e proprio a partire da lavori come questo, va stimolata una rilettura attenta dell’epoca postunitaria, spesso considerata erroneamente un’”italietta” minore e stereotipata. Le puntuali e numerose note al testo, poi, segnano quasi un lungo filo di approfondimento storico-culturale, ricco di spunti e di riferimenti a luoghi e persone che non mancheranno di destare l’attenzione. Silvia Pasolini, la contessa di Villa Silvia appunto, luogo di villeggiatura ameno e da lei molto amato, è figura di assoluto rilievo, al pari di molte altre figure femminili di cui si fregia la storia “di genere” del nostro paese.
Inserito da Loredana il 17/08/2012 11:34:42
...un altro libro interessante per la mia lista.
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