​​Impunitas Semper Ad deteriora Invitat

I seminaristi belgi a lezione di comportamento per non diventare pedofili

Dopo anni di oscuro silenzio, la Chiesa decide di combattere alla fonte il grave problema dell'abuso sui minori

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I seminaristi belgi a lezione di comportamento per non diventare pedofili

Impunitas  Semper Ad deteriora Invitat (L’impunità invita sempre a delitti peggiori).

Quindi, meglio prevenire; a tal punto che la Chiesa cattolica belga ha stabilito di dedicarsi alla fonte del problema enorme della pedofilia, all’interno del clero. I seminaristi, dunque, dovranno affrontare dei test attitudinali, psicologici, e tenuti sotto osservazione costante durante questo periodo, così da controllare le possibilità che si manifestino pedofili una volta passati al sacerdozio effettivo ed entrati in contatto con la comunità dei fedeli.

Ripercorriamo, quindi, un breve tratto di storia che racconta le vicende della pedofilia nella Chiesa.

Molti penseranno, fra sé e sé, “ Allora, bisogna iniziare da prima del medioevo?!”.

No,  partiremo dal 1984, quando, nel  primo anno del suo incarico presso la diocesi di Boston, il cardinale Bernard Law approvò il trasferimento di Padre John J. Geoghan nella parrocchia di Santa Julia a Weston, Massachusetts, nonostante le prove sostanziali che incriminavano Geoghan di aver abusato sessualmente di bambini durante le precedenti assegnazioni. 

Padre John era stato accusato più volte di abuso sessuale verso ragazzi delle parrocchie da lui gestite, e ne era stato rimosso da due per abuso sessuale di adolescenti.

Nel 1989 Geoghan, fu costretto a chiedere, forzatamente, l’allontanamento per malattia dopo le denunce di alcuni genitori che lo incolpavano di molestie verso i loro figli, ma -ancora una volta-, venne perdonato e restituito alla parrocchia. 

Purtroppo, continuò ad abusare di bambini fino al 1993, quando finalmente fu rimosso dal suo incarico parrocchiale. 

Dalla metà degli anni 1990, più di 130 persone si fecero avanti con comprovate accuse che l'ex prete circuiva e violentava bambini e ragazzi; si parlò addirittura di tre decenni di abusi.

Tuttavia, la Chiesa, rimosse definitivamente dal sacerdozio, il prete, solo nel 1998; per poi, nel febbraio 2002, farlo arrestare e condannare a dieci anni di carcere per abuso sessuale verso minori.

Intanto, una fittizia legge Cardinalizia, tentò di coprire il tutto per non farlo diventare uno scandalo nazionale fino al 6 gennaio 2002, allorché il Boston Globe aprì la sua prima pagina di giornale con il seguente titolo: "La Chiesa ha coperto, per anni, gli abusi sessuali di un prete verso alcuni giovani”.

Nei mesi che seguirono, media nazionali, e internazionali, registrarono un flusso, sempre più crescente, di casi legati ai preti cattolici colpevoli di molestie sessuali su minori. 

Prima dell’aprile del 2002, ben 177 sacerdoti vennero rimossi dalle loro funzioni. 

Uno di essi, Padre Don Rooney, si suicidò dopo essere stato accusato di abusi contro una giovane parrocchiana di 22 anni. 

I giornali americani, rivelarono in aggiunta a quanto, che già dalla metà degli anni ’90 la Chiesa ebbe ad incrociarsi con più di 200 cause riguardanti sevizie e molestie verso minori, costandole circa 400milioni di dollari tra transazioni, spese legali e spese mediche per le vittime di tali abusi.

In risposta allo scandalo, i funzionari cattolici negarono, varie volte, le accuse di aver tentato di nascondere questi misfatti, e i vescovi americani cercarono di descrivere il problema come un qualcosa di alquanto gonfiato dai media. 

Secondo Mark Chopko, consigliere generale della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti: "Non vi è mai stato alcun insabbiamento. Le persone confondono il proteggere la privacy degli individui coinvolti, con l'idea che ci sia stata una persistente condotta criminale da parte della leadership della chiesa”.

Ciò che sorprese la maggior parte delle persone non fu tanto che alcuni sacerdoti approfittassero dei bambini, la cosa era acclarata da tempo, ma che la Chiesa sapesse in merito a certi abusi su minori da parte dei suoi religiosi, e continuasse a permettere a quest'uomini l'accesso ai posti frequentati da adolescenti e ragazzi.

Il Clero e i laici, allo stesso tempo, cominciarono a mettere in discussione il modo in cui la Chiesa aveva storicamente gestito i casi di abusi sessuali su minorenni. 

Mentre lo scandalo cominciò a dispiegarsi, ulteriori prove emersero a sostegno delle accuse, e la gerarchia ecclesiastica americana fu tacciata di ignoranza in merito al problema, e nel peggiore dei casi incolpata di coprire attivamente le persone imputate. 

Un sondaggio nazionale dei media, che seguì a queste denunce, mostrò che molti americani, di livello medio-basso, non avevano mai sentito parlare di violenze sessuali nella Chiesa cattolica. 

Effettivamente, di abuso sessuale se ne sentì discorrere, in maniera esaustiva, solo dagli inizi del XX secolo. 

Molti credono che tali violenze accadessero sin dall’inizio della storia della Chiesa cattolica, ma non c'è nessuna evidente testimonianza, tramandata per iscritto, a provare tali affermazioni.

Prima della fine del 1970, tuttavia, tali vicende non erano generalmente conosciute perché i leader della Chiesa gestivano con molta discrezione le trasgressioni clericali.

Di solito il trasferimento, dei sacerdoti rei confessi, dalle loro parrocchie, avveniva quasi sempre sotto il massimo silenzio.

A volte la Chiesa pretese che i preti incriminati ottenessero un rifugio o ricevessero una terapia, ma i sacerdoti erano raramente segnalati alle autorità o spretati.

Anche durante questo periodo e fino agli anni 1980, quando i parrocchiani si lamentavano con i leader della Chiesa per abusi sessuali su minori, erano spesso maltrattati dai mesmi, che controbilanciavano la questione affermando che fossero i parrocchiani stessi ad invitare all’abuso.

Di conseguenza, i fedeli di solito lasciavano cadere la questione senza intraprendere ulteriori azioni. 

Non solo la Chiesa parve disposta a nascondere il problema alla vista dell’opinione pubblica, ma gli stessi civili si dimostrarono disinteressati alle debolezze, alle carenze, e al comportamento delittuoso di certuni sacerdoti. 

Inoltre, molti giornali e tv, ebbero a collaborare con la Chiesa per evitare lo scandalo.

Tuttavia, l'atteggiamento della popolazione cominciò a mutare alla fine degli anni ’70, in seguito ai vari cambiamenti economici, sociali e politici. 

Il movimento delle donne, per esempio, portò alla ribalta nuovi problemi agli occhi dell’opinione pubblica, e uno di questi fu l’abuso sessuale sui minori.

Con i primi anni ‘80, i tribunali civili cominciarono a interessarsi ai casi riguardanti un presunto malcostume e disattenzione da parte di rispettati gruppi professionali e associazioni, che non intendevano curarsi delle accuse che venivano presentate loro riguardo alle violenze carnali su minorenni.  

In questa nuova atmosfera, i sacerdoti poterono essere citati in giudizio per danni derivanti da rapporti sessuali con parrocchiani e abuso sessuale su minori, e i leader della Chiesa che ne erano a conoscenza, o avrebbero dovuto esserne, venivano a sua volta incriminati per negligenza e permissività comportamentale dei propri sottoposti.

Sempre, nel 1980, le accuse penali contro il clero cominciarono ad interessare i giudici di molti stati.

Prima di allora, i sacerdoti, ministri e i membri di ordini religiosi, raramente venivano perseguiti nei casi di violenze sessuali su minorenni, perché né le vittime né i capi religiosi segnalavano tali abusi alle autorità.

Tuttavia, le smodate violenze sessuali commesse da Padre Gilbert Gauthe, nella città di Lafayette, in Louisiana, e la propaganda su scala nazionale che accompagnò lo scandalo, costrinse i leader ecclesiastici a denunciare i sacerdoti colpevoli, e restituì coraggio alle vittime, e alle loro famiglie, per intraprendere le vie legali.

Padre Gauthe era da tempo sorvegliato dalle forze dell’ordine, perché sospettato di aver molestato dei bambini già dal 1972. In diverse occasioni, comunque, le autorità ecclesiastiche a conoscenza delle sue attività poco meritorie risposero, semplicemente, trasferendolo verso nuove parrocchie in cui le molestie si ripresentarono ben presto.

Per più di venti anni, quindi, questo prete molestò oltre 100 adolescenti in quattro Chiese. 

Nel 1984 un gran numero di genitori di ragazzi vittime di abusi si propose quale parte civile contro la diocesi di Gauthe, e nello stesso anno, lo stato sporse denuncia penale.

Il sacerdote venne così condannato a venti anni di carcere.

Nel 1998, fu rilasciato per buona condotta grazie ad un giudice cattolico che lo aveva preso in simpatia.

Purtroppo, nel giro di pochi mesi, venne arrestato di nuovo, per aver molestato un ragazzo minorenne, e posto in libertà vigilata.

Dopo tutte queste tristi vicende, nell'autunno del 1985, i vescovi degli Stati Uniti si riunirono, in seduta segreta, durante il loro incontro semestrale, per affrontare una volta per tutte il problema. Tuttavia, essi si impegnarono a trattare solo i casi di abusi sessuali su minori,  che si sarebbero presentati in ogni diocesi di volta in volta, senza pertanto arrivare a una considerazione definitiva della questione.

Quando Thomas P. Doyle, avvocato canonico, ebbe a parlare pubblicamente del problema degli abusi sessuali all’interno del clero, molti vescovi rimasero offesi, e la carriera di Doyle, finì in un baleno.

Lo scandalo sessuale del clero americano, dopo qualche tempo, venne comparato da una nuova ondata di atti criminosi della Chiesa, fuori dagli States.

Difatti, inchieste di molestie su minori emersero in Austria, Italia, Irlanda, Australia e Canada.  

Le problematiche della Chiesa statunitense e la presa di posizione della legge americana, quindi, oramai conosciute anche a livello internazionale, riuscirono a scardinare tante porte che sino ad allora erano rimaste chiuse a doppia mandata in varie parti del mondo a causa della dilagante omertà dei leader religiosi.

Nella primavera del 1989, per esempio, a Terranova in Canada, l'attenzione si spostò su certe violenze psicologiche e sessuali compiute da membri della Congregazione dei Fratelli Cristiani contro alcuni ragazzi adolescenti della Mount Cashel boys presso la Chiesa di San Giovanni.

In questo caso, le accuse originariamente emersero nel 1975, e in un diffuso messaggio-copertura fra stato e Chiesa venne annunciato il trasferimento di taluni affiliati della Congregazione, così da non permettere loro di affrontare un procedimento penale. 

La storia venne trattata ampiamente dai media canadesi per diversi anni.

Dal 1990 l’opinione pubblica americana ed extra-americana stava imparando che, la storiella del prete sessualmente non attivo altro non era che una gigantesca bufala, ma soprattutto rappresentava esclusivamente un escamotage, per i sacerdoti, di fronte ad accuse di molestie.

Gli studiosi di diritto canonico e ecclesiastico, di allora, esposero tramite interviste e compendi esplicativi, le ragioni per cui la gerarchia della Chiesa cattolica, non era riuscita a attuare politiche efficaci per affrontare e debellare una volta per tutti quest’ enorme angustia. 

Alcuni sostennero che, poiché la Chiesa vedeva tali reati come fallimenti morali, occorreva che i capi carismatici della Chiesa isolassero i colpevoli e, in caso  di pentimento, li perdonassero e fornissero loro le cure necessarie alla riabilitazione.

Una volta reintegrati, sarebbero stati inviati ad altra destinazione…

Purtroppo, molti di questi esperti, più filosofi del diritto che altro, non riuscirono a cogliere il punto primario della problematica, in quanto mantennero i capi della Chiesa all’oscuro del fatto che l’abuso sessuale poteva rapidamente diventare compulsivo, e quindi non curabile unicamente con le preghiere e la rieducazione, ma con sedute con psicologi in ospedali psichiatrici; e, occorreva in primis vietare loro ogni contato o vicinanza con minori.

Alcuni statisti, di chiarificata sponda clericale, affermarono che ciò avrebbe significato una riduzione allo stato laicale dei preti incriminati, per altri l’unica soluzione era quella di rimuoverli all’istante dai luoghi ove potevano venire in contatto con i più giovani.

Altri analisti, e siamo ai giorni nostri, sostengono che i funzionari della Chiesa sono solo interessati al buon nome della Diocesi e cercano di evitare o limitare le responsabilità legali per danni causati alle vittime. 

I preti, affermano tali psicanalisti, confondono la fedeltà istituzionale ecclesiastica, e dei suoi ministri, con la lealtà al popolo di Dio.

Molti funzionari della Chiesa, dicono, che tutto questo caos è stato creato ad arte dalla stampa laica, come l'omosessualità nel sacerdozio, e la rivoluzione sessuale degli anni 1960 e 1970, piuttosto che affrontare con volontà il problema. 

Alcuni psicologi sostengono che, per risolvere tale preoccupante circostanza, la gerarchia religiosa deve innanzitutto evidenziare e sottolineare una netta presa di posizione a favore delle vittime, così da tutelare anche l’immagine della Chiesa. 

Un'altra ragione per cui gli abusi sessuali sui minori continuano ad esistere, è il poco controllo effettuato sui vescovi, che hanno un potere straordinario, secondo molti esperti in materia. 

Il Nobel per la Pace, cardiologo James E. Muller, sostiene che " il nocciolo del problema è tutto nel potere centralizzato, senza così dar voce ai fedeli."

Pertanto, servirebbe una nuova gerarchia ecclesiastica propensa a farsi aiutare amministrativamente e legalmente da strutture laiche, accettate dai vertici più alti dell’ordine religioso.

Muller, sostiene la necessità di una struttura di potere laico a livello locale, nazionale e mondiale, per rappresentare la voce del miliardo laici cattolici nelle infinite discussioni con i parroci, vescovi, e il Papa.

La verità è che, dopo anni di obbedienza all’autorità ecclesiale, molti cattolici hanno rilevanti difficoltà a esprimere la loro insoddisfazione per le risposte ricevute della gerarchia religiosa in merito agli abusi sessuali verso minori.

La gente continua a discutere se la Chiesa cattolica abbia fatto abbastanza per proteggere i giovani da un certo tipo di clero, e se i laici dovrebbero avere più voce nella politica della comunità dei credenti in materia di questa e altre cose. 

Molti, si pongono la domanda se tale categoria di sacerdoti presenti una malattia a carattere psichico, altri affermano che è solo desiderio arretrato dopo tanta astinenza.

Non esiste una risposta precisa, forse l’unica potrebbe essere che sono troppo liberi, c'è “troppa democrazia" e ben poche regole.

La depravazione non nasce da sola, ma deve essere sostentata in qualche modo .

L'uomo ha sempre dentro di se il bene ed il male, e probabilmente dentro alcuni di loro esiste anche una deviazione patologica caratteriale…

E badate bene, chi può combattere simile stato di cose è solo la vittima attraverso la denuncia, parlandone con l’opinione pubblica senza nascondere nulla, e sollecitare gli organi competenti verso l’applicazione di leggi severe, non ancora appositamente create!

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    8 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 25/08/2012 09:37:56

    Il fatto che ci sia bisogno di un corso per insegnare a non molestare bambini, a chi dovrebbe accoglierli e proteggerli, e dare un sostegno per rafforzarne lo spirito, mostra chiaramente che c'è qualcosa che pesantemente non va. L'insegnamento di Gesù non è sufficientemente chiaro?

  • Inserito da Alberto da Giffoni il 24/08/2012 16:41:17

    Lidea del corso è buona, ma da sola non può contrastare efficacemente la pedofilia clericale. L'associazione culturale “ il piccolo Davide ” propone l’istituzione del Certificato Antipedofilia per i sacerdoti. Se in Italia, un’impresa edile per poter esercitare la sua attività deve preventivamente esibire un certificato antimafia, perché la Chiesa Cattolica non istituisce un certificato di garanzia morale per i suoi sacerdoti ? L’idea è semplice: il D.A.P.S. Documento Anti Pedofilia Sacerdotale. Quando in una parrocchia s’insedia un sacerdote, insieme al mandato conferitogli dal vescovo, deve ricevere anche il D.A.P.S. il documento nel quale il vescovo, firmando personalmente, garantisca l’integrità morale del sacerdote e si assuma tutte le responsabilità giuridiche, antecedenti alla data del certificato. Praticamente un certificato di “ verificata buona condotta ”, quindi una garanzia e una copertura totale che annualmente viene rinnovato. Il Cardinale responsabilmente lo richiede, il vescovo serenamente lo rilascia, il sacerdote con orgoglio lo espone nella sua parrocchia, i fedeli lo leggono e si tranquillizzano.

  • Inserito da vincenzo il 24/08/2012 13:51:43

    Come sempre, si chiude la stalla quando ormai i buoi non solo sono lontani, ma sono anche stati immolati, macellati e sbranati.

  • Inserito da renata il 24/08/2012 13:27:31

    sì credo propprio che non basti mandarli a scuola....in analisi sarebbe forse più adeguato

  • Inserito da alessandro il 24/08/2012 13:17:30

    Visto le tristi vicende, in primis negli USA, e' il minimo.

  • Inserito da angela Passera il 24/08/2012 12:54:28

    complimenti,hai fatto un ottimo lavoro,l argomento è tra i più scottanti,i danni provocati da uomini indegni mascherati da educatori e amanti dei bambini,hanno procurato danni enormi con l appoggio delle autorità, tutte e indistintamente.Non hanno mai voluto ascoltare i primi dubbi su certi atteggiamenti equivoci e non apprpriati . il prete è il rappresentante di Dio, dunque innocente perche è Don.La chiesa è stata cieca sorda come le forze dell ordine e i magistrati, le poche volte che si sono trovati a trattare i casi.I danni morali esistenziali di intere famiglie,non ha mai contato nulla,ma intanto le chiese sono vuote e i sacerdoti si contano sulla punta delle dita. NOI CREDENTI ABBIAMO LA FEDE IN DIO ,ABBIAMO PERSO LA CHIESA PERCHE ESSA STESSA HA PERSO LA FEDE E LA CARITà , CIOè L AMORE DI DIO, MA NOI NON TRADIREMO IL NOSTRO AMORE E SAREMO SEMPRE FEDELI A LUI,

  • Inserito da FIORELLA il 24/08/2012 12:22:25

    Ah, serve un corso?

  • Inserito da antonio il 24/08/2012 12:11:37

    il belgio a sua maniera combatte la pedofilia e in italia?

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