Chia ama e non ama la propria Patria

Annullata la maratona di New York. Così come doveva essere cancellata la finale dell'Heysel

Non è ancora chiaro se la maratona sia stata revocata in modo permanente o differita ad altro giorno

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Annullata la maratona di New York. Così come doveva essere cancellata la finale dell'Heysel

Non ci sarà la maratona di New York, domenica. Alla fine il sindaco, Michael Bloomberg, dopo giorni di pressioni da parte dei partecipanti, politici, abitanti della città ha annullato la maratona più famosa del mondo, sulla scia di distruzione lasciata da Sandy. 

Questa gara si svolgeva nella Grande Mela dal 1970, e non venne addirittura cancellata a seguito degli attentati dell'11 settembre, in quanto si tenne due mesi più tardi.

Da tutte le parti hanno tenuto a riferire che sarebbe stato di cattivo gusto andare avanti con la gara quando c'erano persone che avevano perso tutto e che i servizi comunali avrebbero dovuto concentrarsi su operazioni di recupero e ristrutturazione. Per contro, i sostenitori, tra cui Bloomberg stesso, alludevano che non depennare questa data sarebbe stata una vera e propria "crescita morale dei cittadini".

Non è ancora chiaro se la maratona sia stata revocata in modo permanente o differita ad altro giorno; sappiamo, però, che in questa maratona sono coinvolti circa 50.000 corridori e alcuni di loro sono già arrivati, da tempo, in città.

Inoltre, dopo cinque giorni da quando l'uragano Sandy ha lascito il suo tragico segno, la mancanza di carburante ha causato molta esasperazione ai newyorkesi residenti nelle zone più colpite dalla tempesta. La carenza di benzina ha portato, per il terzo giorno, lunghe code nelle stazioni di servizio in entrambi gli stati di New York e New Jersey, con l'ordine di razionare il carburante al massimo, così –come- l'accesso ai trasporti pubblici è crollato dalla lenta ripresa del servizio sotterraneo.

Almeno 97 persone sono state uccise dall’ uragano. Di questi, 41 sono morti a New York, secondo il sindaco Michael Bloomberg. Molte delle vittime erano di Staten Island, dove Sandy è arrivato a  sollevare le case dalle fondamenta. In totale, la tempesta ha lasciato più di 150 morti dopo aver attraversato i Caraibi e gli Stati Uniti.

E l’America, e gli americani con il loro solito, forte sentimento patriottico, hanno deciso per la cancellazione dell’evento.

Stasera c’è Juventus Inter, la partitona per antonomasia, il derby d’Italia e… chi più ne ha più ne metta.

Vi chiederete, a questo punto, cosa c’entra quanto sopra con l’incontro allo Juventus Stadium di oggi… Direi molto o niente, l’unica cosa che mi ha spinto a tal raffronto è lo spirito nazionalistico di un Paese nei confronti di un’Europa che il 29 maggio 1985 fu teatro della più grande vergogna che il calcio internazionale possa ricordare.

Scontri tra tifosi portarono ad una bilancio di ben 39 morti. Numeri improponibile per una partita di calcio.

Le televisioni di mezzo mondo erano sintonizzate sullo stadio Heysel di Bruxelles dove si doveva disputare la finalissima della trentesima edizione della Coppa dei Campioni tra il Liverpool e la Juventus. I Campioni D'Italia guidati da Trapattoni la conquistarono, ma tal vittoria sarà ricordata da tutti gli sportivi come la “Coppa intrisa di sangue”.

Una cinquantina di minuti prima del fischio d'inizio una carica degli Hooligans portò al crollo di un muro prospiciente la curva Z dello stadio, colma di tifosi italiani. L'onda d'urto degli inglesi fu devastante, terrificante.

Moltissime persone, nel crearsi una via di fuga, caderono a terra e vennero calpestati selvaggiamente. 39 di loro moriranno senza pietà, un’enormità di feriti verranno portati, senza un attimo di tregua, negli ospedali di Bruxelles.

Ma la cosa, agghiacciante, a differenza di quanto accaduto per l’urgano Sandy, e tra lo stupore mondiale, è che l’incontro si disputerà e vedrà i bianconeri battere il Liverpool grazie ad un calcio di rigore inesistente realizzato da Platini.  

Quella sera fu data vita ad un connubio inaccettabile per il mondo dello sport: calcio e morte; gioia (!) e profonda disperazione.

In quella data assistemmo ad una tale vergogna che mai potrà essere giustificata.

Moltissimi genitori con i figli, amici con amici, gente che lavorava in Belgio ed aveva approfittato dell’evento per rivedersi con i loro cari, nessuno avrebbe mai pensato, nemmeno lontanamente, che il gioioso saluto “Ciao Mamma; Ciao Amore; Ciao Carlo; Ciao Zio, si sarebbe trasformato in un mesto e doloroso Addio Mamma; Addio Amore…”

Il 29 maggio 1985, cambiò lo sport tutto, ma il calcio in particolare, in un unico teatro di morte e sangue innocente, cosa impensabile per ogni disciplina sportiva.

Il senso della vita, l’affetto per la Patria, vennero cancellati in un istante, quando dai tabelloni elettronici si lesse : “Si gioca. Il comitato organizzativo Uefa, la polizia belga e i dirigenti delle squadre hanno deciso di far giocare la partita”.

L’incontro si svolgerà, come in un cimitero, si giocherà e si esulterà, ma il rispetto per le vittime e i loro familiari?

I dirigenti UEFA, consegneranno la coppa alla Juve, e gli undici bianconeri daranno atto a qualcosa di veramente cinico e oltraggioso: giro di campo e festeggiamenti incontrollati con il pubblico in tribuna che applaude sorridente e felice.

Ma i 39 corpi senza vita?, il Patriottismo?, il rispetto per il dolore?

Il mefistofelico sofisma fu quello di vedere che mentre veniva inscenata la marcia trionfale la polizia e i vari soccorritori "sorvegliavano" ancora i corpi inanimati posizionati a bordo campo. Dov'era finita la carità? Dov'era la deferenza per il prossimo?

Anche la maratona di New York è un evento sportivo tra i più famosi al mondo, ma ciò non ha impedito alla comunità americana, e al suo senso del riguardo e del Patriottismo, di annullare la corsa più aspettata e desiderata dell’anno. In America contano più le vittime e i loro cari che le piangono, che una Coppetta macchiata di sangue indelebile.

W l’Italia, W la Patria!

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da jack the ripper il 05/11/2012 12:18:19

    ai giocatori delle due squadre non venne detto che c'erano stati dei morti e la partita venne giocata per motivi di ordine pubblico, questo è quanto emerge dalle interviste del dopopartita. Possibile che dobbiate dare sempre e solo informazioni parziali?

  • Inserito da Loredana il 03/11/2012 12:31:43

    Probabilmente in Italia prendiamo troppo sul serio l'espressione "the show must go on", al punto da non curarci troppo di chi ha perso qualcosa (magari la vita, eh?), o è in difficoltà. E' vero che quella finale si è disputata all'Heysel, in Europa, ma lo spirito con cui è stata mandata avanti nonostante la tragedia appartiene a quello italiano. E' successo qualcosa? Vabbé, io sono ancora vivo, chissenefrega, andiamo alla festa. E' purtroppo lo spirito italiano, molto individualista. Del resto, un terremoto ha portato via case e aziende in Emilia Romagna, ma potevamo rinunciare alla meravigliosa e indispensabile parata delle Forze Armate qualche giorno dopo? Nel '78 ci arrivarono, e venne annullata per dirottare i soldati in aiuto ai friulani colpiti dal terremoto qualche mese prima. Forse una trentina d'anni fa riuscivamo ancora a pensare al dolore del prossimo, prima della nostra gioia. Oggi, l'esimio Napolitano ha espresso benissimo cosa pensa veramente dei suoi concittadini in difficoltà. In America, evidentemente, per quanto guerrafondai e assolutisti su molte cose, riescono ancora a pensare in termini di collettività, per cui il dolore di qualcuno appartiene e viene condiviso da tutti.

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