Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
"Embrace your liberty"- Abbraccia, o imbraccia, è il caso di dire, la libertà: con questo slogan viene presentata la National Rifle Association (NRA, il suo acronimo in inglese).
Questa organizzazione non è un club di "geek", come potrebbe sembrare da questa parte dell'Atlantico, ma una potente "lobby" di quattro milioni di americani, fondata nel 1871, che ha consacrato a se stessa il dovere di proteggere "e difendere la Costituzione degli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda i diritti inalienabili di acquistare, possedere, collezionare, trasportare, e usare le armi. "
Tale possibilità di detenere le armi ha la sua fonte di diritto nel Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che, curiosamente, oggi compie 221 anni, solo 15 in meno della Dichiarazione di Indipendenza (1776).
Questo Secondo Emendamento, del XVIII secolo, è sempre stato oggetto di dibattito interpretativo tra i sostenitori del controllo e accertamento delle armi e quelli che patrocinano la permissiva legislazione attuale; alcuni brandivano che tale diritto era da intendersi solo per le Forze armate, altri affermavano che, il diritto era estensivo ai comuni mortali così da avere accesso alle armi in caso che la "milizia" fosse oltrepassata.
Letteralmente il secondo emendamento recita: " Essendo una milizia ben regolata e necessaria per la sicurezza di uno stato libero, il diritto del Paese ad avere e trasportare armi non deve essere violato.”
Al di là della mera interpretazione, la cosa certa è che l’America è un paese con la cultura delle armi e del relativo possesso, benché il tipo di armamento al quale si può avere accesso - sportivo, caccia, poligono, fucili d’assalto militari, armi corte - varia in funzione dello Stato, o contea, che hanno margine per gestire una regolamentazione tipo ingiunzione al compratore, controllo delle armi, test per la salute mentale, etc.
Ad esempio, i fucili d'assalto sono vietati solo in cinque Stati, tra cui il Connecticut, luogo dell'ultima scena di mattanza di pochi giorni fa.
Texas, Colorado e Arizona sono i territori più affidabili nel commercio delle armi.
Si stima che tra 260 e 300 milioni di armi da fuoco, sono nelle mani della popolazione civile USA, e una su tre famiglie ne possiede almeno una. Le armi da fuoco vengono utilizzate in due terzi degli omicidi.
Secondo "Small Arms Survey", l’America è il paese col più alto rapporto di possesso armi da fuoco pro capite: 89 pistole ogni 100.000 persone; lo Yemen è il secondo con 55, e, a sorpresa, la Svizzera il terzo (46). Anche nella produzione delle munizioni gli Usa sono, di gran lunga, il più grande produttore: tra 248 e 286 milioni di imballi.
Colombine, Virginia Tech, Fort Hood, Aurora ... saranno scenari sempre perennemente segnati dalla tragedia, in un paese che, come ha detto ieri Barack Obama, " è stato attraversato troppe volte da queste orribili sciagure”.
Può il Presidente degli Stati Uniti introdurre un meccanismo di controllo severissimo per il controllo delle armi? Questo è il dibattito che dovrebbe essere aperto, immediatamente, in una società che si domanda il perché di questo culto malato delle armi.
Di solito, il dibattito viene abbandonato dopo un paio di settimane e torna a rimbombare il mantra con cui è stata forgiata la nazione: "Nessun uomo libero sarà escluso dall'uso delle armi" (Thomas Jefferson, padre fondatore degli Stati Uniti).
Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 10:55:06
Xs235New@163.com
Inserito da Loredana il 17/12/2012 12:03:37
Sono anni che la questione delle armi in mano ai cittadini si trascina negli Stati Uniti. Ricordo una campagna lanciata da Bill Clinton, per diminuire il ricorso agli armamenti privati, in cui i cittadini erano invitati a portare le loro armi in determinati punti di raccolta, e a scambiarle con un libro. Ci fu una risposta poco significativa: non furono moltissimi a portare i fucili di casa, ma fu un primo passo. Non ne ricordo altri, in quella direzione. Può andare bene il diritto di un privato cittadino di maneggiare armi, ma c'è qualcosa che non va profondamente, se quasi ogni anno, un adolescente o un giovane pensa di risolvere i propri problemi di relazione con il mondo e con se stesso, impugnando la Glock di casa e uccidendo altri esseri umani, spargendo ancora più dolore e angoscia. Tra le altre cose, mi viene da considerare che una Glock, che è una delle armi dell'ultima orribile strage IN UN ASILO, non è una pistoletta scacciacani. E' un'arma semiautomatica, in dotazione alle forze armate e alla polizia, uno strumento efficiente, raffinato e costoso per dare la morte: perché una madre di famiglia dovrebbe tenerne una nel cassetto della credenza? Questa domanda apre la via per moltissime altre considerazioni. Guardando la classifica citata nell'articolo, dopo gli Stati Uniti, c'è lo Yemen, e posso capire che i suoi abitanti preferiscano armarsi, dato che non sono tra le zone più pacifiche del pianeta, e la Svizzera. Non mi ricordo di aver mai sentito che qualcuno si fosse lasciato trascinare dall'odio e dai suoi problemi personali e si fosse messo a sparare all'impazzata a Zurigo, Ginevra, o in qualsiasi posto in Svizzera. Alla base, c'è molto probabilmente un approccio molto diverso e più responsabile alle armi. Perché gli Stati Uniti, che sono sempre molto avanzati in tutti i campi umani, non sono riusciti a raggiungere la stessa capacità di padroneggiare l'uso responsabile delle armi? So che è una questione molto delicata e spinosa, ma le statistiche parlano purtroppo molto chiaro: vogliamo andare avanti ad aspettare la prossima strage senza senso?
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