Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La copertina del libro
Lassù dove andranno i ragazzi, Annina, non esistono fiabe, non esistono racconti o storie per allietare gli animi. È proprio lì la favola. Quella è la favola delle favole: è la favola bella. E non c’è più nient’altro da raccontare.”
Avete mai visto da vicino le tombe dei bambini? Spettacolo straziante, ma non perché ci sia nulla di cruento, di orribile. Anzi, è un tripudio di colori sgargianti: girandole, bambole, peluche, mostri extragalattici, aggrappati a culle di marmo, riscaldate dall’amore di chi li ha perduti per sempre. E per sempre li terrà nel posto più caldo del proprio cuore.
Straziante perché dietro quelle lastre fredde, quei volti sorridenti ci sono sofferenze immense di creature inspiegabilmente sottratte alla giostra della vita.
Straziante perché un bambino è un germoglio, l’inizio di un’avventura, la personificazione della gioia. Un bambino è la vita. Ancor di più lo è un figlio. La sua perdita non è accettabile, è estranea e contraria al ciclo naturale della vita.
Ma quando un evento, tragico e assurdo nella sua dinamica, strappa alla luce ben ventisette bambini, una maestra e due adulti in una scuola elementare di un piccolo paese in terra di Puglia, allora il dolore si fa insopportabile. Universale.
Perché i bambini, perché così tanti? Perché? Un mare di perché.
Perché che non hanno risposta. Neanche una fede robusta riesce a spiegare un disegno così imperscrutabile. E, forse, è meglio non porsi tante domande ed evitare che i dubbi e la disperazione ci allontanino dalla strada del conforto della fede, per chi ce l’ha, e della ragione, per chi la fede non ha.
Una fitta trapassa l’anima, la rabbia è violenta. Tornano alla mente i racconti di dolore del passato quando i bambini erano portati via da malattie banali quanto implacabili. Eppure, l’idea di pensarli angeli conforta, aiuta a superare il dolore rabbioso del distacco innaturale.
E un modo per sopravvivere, un soccorso all’angoscia dello sconforto viene dalla fantasia, e dalla scrittura che ne è figlia di sangue. E dal tentativo della Giannoni, ottimamente riuscito, di raccontare ai bambini il mistero della morte. Senza essere a forza consolatori, senza eliminare le fitte del dolore. Solo narrandolo come uno dei misteri della vita. Un mistero, appunto. Perché mistero rimane.
Questo il percorso intrapreso da Nadia Giannoni, psicologa spoletina, che con C’era una volta per sempre ha tentato di attraversare la sofferenza umana intessendo una favola suggestiva e avvincente e consentire una sorta di elaborazione di un lutto collettivo. La tragedia della scuola elementare “Francesco Jovine” di San Giuliano di Puglia che il 31 ottobre del 2002, inghiottita da una scossa di terremoto, aveva commosso l’intera nazione cerca di trovare in una favola la sua parabola conclusiva. Ammesso che uno strazio così immenso si possa concludere in qualche modo.
Una favola non si può raccontare, si deve leggere o ascoltare. E la Giannoni riesce a tenere desta l’attenzione del lettore con perizia narrativa e sensibilità d’animo senza mai cadere nel tranello del racconto dalla lacrima facile. La competenza professionale l’aiuta, certo, ma è il cuore di donna, di madre, di genitore la bussola di questa “favola assurda”. L’atmosfera onirica pervade piacevolmente il testo lasciando, di tanto in tanto, spazio a considerazioni profonde.
Dice: “L’infanzia invece ti protegge dalle violenze, dalle cattiverie, dalle ingiustizie, solamente non facendotele capire. I vecchi si proteggono semplicemente cancellando tutto quello che hanno dovuto vivere nell’età della consapevolezza: in gioventù, negli anni che l’hanno seguita, fino a quando la stessa natura ha cominciato a fare terra bruciata sui ricordi più brutti. È così che alla fine si spengono. Con un sorriso pacificatore su tutto e tutti. Per lasciare posto ad un’altra vita che germoglierà sotto una buona stella.”
Un viaggio con angeli lievi e silenziosi, che saranno per sempre compagni del nostro cammino di vita. Leggete, quindi, godete di questa bellissima storia scritta per i bambini, pensata per gli adulti.
Nadia Giannoni, C’era una volta per sempre. Una favola che non dovrebbe mai essere raccontata, Robin Edizioni, 2012. Euro 12
Inserito da mad il 28/01/2013 08:54:20
un libro da scoprire..da assaporare piano piano in un crescendo di commozione e di sottile dolore per quei bambini che con la loro spensieratezza e curiosità, camminando fra le nuvole ci insegnano a perdonare, a perdonarci, a non dimenticare. E noi, grazie all'autrice che con delicatezza ha saputo raccontare un dolore incolmabile, non dimenticheremo. Un libro unico nel suo genere, difficile da raccontare tra sentimenti di commozione, paura, angoscia, rabbia e impotenza...Un buon esordio, ci aspettiamo ancora altrettanto.
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