Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Andrea Mazziotti,, Responsabile Giustizia di Scelta Civica, «Corriere della Sera» 22 luglio 2013
Ho letto l'intervista ad Antonio Di Pietro sulla morte di Raul Gardini (Corriere di ieri). L'ex pm afferma che il suo grande rammarico della stagione di Mani Pulite è la morte di Raul Gardini, che la morte di Cagliari non si può paragonare perché Cagliari «era un uomo che sputava nel piatto in cui aveva mangiato» e che quella di Gardini è stata un «coitus interruptus», poiché il suo interrogatorio avrebbe costituito una svolta dell'indagine.
Ne emerge una mancanza di sensibilità sulla morte di due persone che francamente spaventa. La parte più sconcertante dell'intervista è però quella in cui Di Pietro racconta che, nel corso di Mani Pulite, lui andava da Davigo dicendo «ho trovato quindici reati di porcata. Ora tocca a te trovargli un nome». E Davigo provvedeva a inquadrare i fatti in una fattispecie di reato. Il problema è che nel nostro sistema il pm deve avviare l'indagine solo quando ha notizia di un fatto che costituisce reato. Non indagare su generici «reati di porcata» e poi vedere che nome trovargli.
Io non so se fossero questi i metodi di Mani Pulite, ma anche solo raccontare un simile stile di indagine, quasi fosse normale, è dannoso per la giustizia e giustifica chi sostiene che alcune procure indagano su determinati fatti non perché esistano indizi di reato, ma per cercare «un» reato.
È probabile che per le mie considerazioni qualcuno mi darà del berlusconiano. Ovviamente non è così, e sto anzi per depositare alla Camera delle proposte di legge sul falso in bilancio simili a quelle presentate dall'on. Di Pietro per rimediare ai danni fatti dai governi di Berlusconi. Ma questo non toglie che la giustizia di oggi presenta problemi da risolvere, che vanno affrontati senza paraocchi, anche se riguardano la magistratura.
La giustizia è tale se rimane autorevole, seria, rigida nell'applicazione delle procedure. Il pm deve agire senza fare sconti gli imputati, ma rispettandoli sempre. E, soprattutto, deve indagare solo dopo aver ricevuto la notizia di un fatto che potrebbe costituire reato. Ma un reato previsto dal codice penale, non un «reato di porcata», che non esiste e non deve esistere in nessun sistema civile.
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